Author: samuelemarchi

Presepe, la statuina della florovivaista donata da Coldiretti e Confartigianato al vescovo Mario

Consegnata al vescovo della Diocesi di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso, “la florovivaista”, nuova statuina del Presepe 2022 creata da Fondazione Symbola, Coldiretti e Confartigianato. L’iniziativa, promossa sotto l’egida del Manifesto di Assisi per diffondere la forza straordinariamente attuale del Presepe, raggiungerà prima di Natale tutte le 226 Diocesi italiane, aggiungendo al racconto della nascita di Gesù, figure che ci parlino del presente ma anche del futuro. Quest’anno, appunto, è stata scelta la florovivaista che ha affrontato le difficoltà della pandemia e della guerra per continuare a garantire servizi e prodotti ai cittadini nonostante l’aumento esponenziale dei costi energetici nei campi e nelle serre. Inserire questa “nuova” figura, simbolo delle imprese impegnate nella cura e manutenzione del nostro patrimonio verde e della biodiversità, è un’idea inedita per parlare di un’agricoltura plurale e differenziata, che produce cibo e insieme, beni immateriali indispensabili per la qualità della vita.

La florovivaista come simbolo di sostenibilità

“Il florovivaismo – ha commentato il presidente di Coldiretti Ravenna Nicola Dalmonte, presente alla consegna insieme al direttore Assuero Zampini, al presidente Confartigianato dell’Unione della Romagna Faentina Umberto Campalmonti e al segretario Alberto Mazzoni – è un comparto strategico del Made in Italy che coinvolge oltre 20mila imprese, espressione di una agricoltura multifunzionale capace di generare esternalità positive per il bene della comunità e dell’ambiente, nonostante i rincari e le grandi difficoltà economiche”. Un lavoro antico e prezioso che trova riconoscimento nella maggioranza delle case degli italiani che durante le festività sono colorate e profumate da piante e fiori tipici del Natale. “Quest’anno – sottolinea il presidente Campalmonti – portiamo nel Presepe un simbolo della sostenibilità espressa dagli artigiani e dalle piccole imprese, quella sostenibilità che è simbolo del ‘vero valore artigiano’ che crea, trasforma, ripara, rigenera, include, unisce. E’ la risposta positiva a questo tempo di grande incertezza, un modello di ecologia umana, di imprese che Confartigianato porta nel futuro, con l’impegno a renderle sempre più protagoniste nella transizione green, nella tutela dell’ambiente, nel risparmio ed efficienza energetici, nell’economia circolare, nella riqualificazione urbana e del territorio, nel miglioramento della qualità della vita”. Il momento di incontro col vescovo Mario, oltre al tradizione scambio di auguri, è stato l’occasione per riflettere insieme sul cambiamento del modo di occuparsi della comunità e dell’ambiente, presentando agricoltori e artigiani come protagonisti di un modello di economia integrale e di sostenibilità sociale.


Stefano Zamagni su cattolici e politica. L’incontro in Seminario a Faenza

Una serata per riflettere sull’impegno politico dei cattolici e indicare alcuni ambiti sui quali agire concretamente per ritrovare rappresentatività e massa critica per incidere. È stato questo il tema dell’incontro del 6 dicembre scorso in Seminario a Faenza, con il professor Stefano Zamagni, economista e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali. La serata, aperta dai saluti del vescovo della Diocesi di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso, è stata l’occasione per riflettere su diversi aspetti: dal ruolo dei cattolici in Parlamento all’equilibrio tra diritti e doveri dei cittadini fino all’importanza del pensiero cattolico per superare l’estremo individualismo verso cui tende la società contemporanea. L’incontro, moderato da Erika Ercolani (Università di Bologna), è stato promosso dalle Diocesi di Faenza-Modigliana, San Marino Montefeltro, Imola, Cesena-Sarsina, Forlì-Bertinoro e l’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia.

L’incontro su cattolici e politica promosso da diverse Diocesi romagnole a Faenza

Il ruolo dei cattolici non può essere limitato ai contesti, pur importanti, della società civile: questa la prima riflessione su cui si è soffermato il professor Zamagni. “Associazioni e movimenti di ispirazione cristiana fanno bene a scendere in piazza per esprimere il proprio pensiero – ha esordito – ma questo non basta per incidere nella società. Chi ha effettivamente in mano le regole del gioco, in una democrazia liberale, è il Parlamento, ed è qui che il pensiero cattolico deve arrivare”. È infatti in questa sede che si approvano e modificano le leggi. “Spesso si dice che i cattolici siano assenti dalla politica – ha proseguito Zamagni -, ma non è vero. Nell’attuale Parlamento il 40% degli eletti si professa cattolico. Eppure non sono capaci di incidere all’interno dei propri partiti politici”. Un apparente paradosso che l’analisi di Zamagni ci aiuta a comprendere attraverso l’analisi storica degli ultimi trent’anni. “Dopo lo scioglimento della Dc – spiega – l’indicazione data ai cattolici è stata quella di distribuirsi nei vari partiti, affinché fossero lievito del pensiero cattolico a destra così come a sinistra. Questo è stato un grande errore, perché non ha fatto altro che disperdere la massa critica cattolica. All’interno dei partiti, i rappresentanti cattolici infatti sono comunque in minoranza e non hanno la forza, o il coraggio, per paura di ripercussioni, di prendere decisioni scomode e coerenti. Eppure perché oggi se un politico che siede in Parlamento si dichiara socialista o liberale viene visto come qualcosa di naturale, mentre se si dichiara cattolico sembra che debba svestirsi di questa identità? In questo modo, pur professandoci cattolici, perdiamo la nostra storia e identità all’interno del Parlamento, che come è detto è il luogo privilegiato nel quale una democrazia prende le proprie decisioni”.

La proposta di un partito laico che non ha paura di dichiararsi di matrice cattolica

In sintesi “nel contesto politico non mancano tanto i cattolici, ma un pensiero cattolico capace di incidere”. La riproposizione di un partito cattolico sul modello della Dc oggi per Zamagni “non avrebbe senso”. Una possibile risposta sarebbe la proposta di un partito laico ma di matrice valoriale cattolica. Su questa base è nato per esempio Insieme, che vede tra i fondatori lo stesso Zamagni e che si candiderà alle regionali di Lombardia e Sardegna. “Dire che i cattolici debbano rinunciare a una propria rappresentatività o alla propria identità è delinquenziale – commenta l’economista -. Bisogna reagire a tutto questo. Giovanni Paolo II nell’enciclica Sollecitudo rei socialis (1987) approfondisce il concetto già anticipato da Paolo VI delle “Strutture di peccato”. Queste ultime sono le istituzioni, o le regole del gioco, che costringono i buoni a fare il male. Il problema tra cattolici e politica oggi non è tanto nei singoli, ma nel sapere incidere in strutture che vanno cambiate. Su diversi ambiti che hanno una profonda ricaduta sociale – penso per esempio a quelli relativi a speculazioni finanziarie o paradisi fiscali – il Parlamento non è stato in grado di decidere, ed è dunque responsabile”.

Il pensiero cattolico come antidoto al “singolarismo”


Eppure, nonostante queste criticità, Zamagni vede diversi “segni di speranza” per il futuro. Il pensiero cattolico può e deve giocare ancora un ruolo di primo piano nel contesto italiano ed europeo. “I partiti politici senza una reale identità si riducono a forme di meccanismo di consenso fine a se stesse. Sono questi, per esempio, i partiti populisti, mentre un partito che si richiami ai valori e all’identità del cattolicesimo tiene saldo il concetto di bene comune e offre risposte reali alle persone in un mondo che lascia sempre più gli individui soli”. La grande sfida oggi, nella società del pluralismo – sottolinea Zamagni -, è “riuscire a creare una reale comunanza etica. Nessuna società infatti, è capace di durare nel tempo se non ha un sistema comune di principi e di valori nei quali tutti concordano. Il pluralismo, se non tende verso la comunanza etica, trasforma la società nel caos. Non è un caso la disaffezione alla politica degli ultimi anni. Ecco allora che qui devono avere un ruolo i cattolici: altri pensieri politici non possono o non vogliono proporre questa comunanza etica. Il cattolico ha questa visione di convergenza legata al bene comune. Mentre invece nel mondo contemporaneo domina un’altra corrente, quella del singolarismo”.

Quest’ultima è una visione dell’uomo transumanista, nata negli Stati Uniti, che va addirittura oltre all’individualismo che ha caratterizzato gli ultimi decenni. “Secondo questa visione – spiega Zamagni – il singolo per esprimersi al massimo deve recidere qualsiasi legame con gli altri, persino la famiglia. È il modello di società che ci viene promosso da grandi aziende come Google, Amazon, Facebook. Loro incentivano questa visione per motivi economici, ma ciò ha ricadute sociali, culturali e antropologiche profonde, che formano sempre più individui soli e disperati. E per rispondere a questo bisogno di solitudine, queste aziende offrono, come soluzione effimera, i propri prodotti”.

Proprio a causa del singolarismo oggi tanti giovani non si riconoscono più nell’associazionismo o in legami duraturi. E da qui anche una società nei quali i diritti civili prevalgono incondizionatamente sui diritti sociali, senza alcun tipo di riflessione critica. “È questa la grande contraddizione – ha detto Zamagni – che caratterizza per esempio i partiti di sinistra, che hanno dimenticato l’equilibrio necessario che c’è tra diritti e doveri, e appoggiano invece la corrente singolarista”. Il cattolicesimo invece può offrire un’alternativa concreta, nel segno di un Neo-umanesimo, e non deve essere relegato “solo agli aspetti di aiuto sociale e delle Caritas”.

Ambiti su cui incidere

Tra gli ambiti nei quali per Zamagni è necessario cambiare fin da subito la rotta: in primis la scuola. “Deve tornare a essere luogo di educazione e non solo di istruzione o trapasso di nozioni – ha detto l’economista -. Oggi un docente che educa in classe, ossia che aiuta gli studenti a formarsi un pensiero critico, può essere infatti tranquillamente denunciato. Chi si assume dunque questo rischio? In pochi. Anche qui il Parlamento ha le sue responsabilità…”.

E poi l’economia, su cui la Chiesa sta facendo una grande operazione di cambio culturale e di giustizia sociale grazie a Economy of Francesco.

Un altro grande tema è quello del lavoro, che non solo deve essere giusto e ben retribuito, ma anche decente. Il professore ha spiegato nel dettaglio il significato di quest’ultimo termine. “Deve dare all’uomo la possibilità di esprimere i propri talenti: è questa infatti la dimensione espressiva del lavoro che troppe volte viene sottovalutata e che già san Giovanni Paolo II aveva evidenziato nell’enciclica Laborem exercens (1981). Non è un caso che negli ultimi anni solo in Italia un milione di persone con un lavoro sicuro abbiano deciso di licenziarsi, perché non si sentivano appagate dal proprio contesto lavorativo, se non addirittura umiliate. Per non parlare poi dell’umiliazione a cui tante donne sono costrette perché non viene consentita loro la giusta armonia casa e lavoro”. In questo è necessaria una vera rivoluzione culturale ed economica, che metta al centro la persona.


Il vescovo Mario nomina don Emanuele Casadio direttore della Caritas diocesana

Richiamato il Decreto (Prot. PN 6/2021-48 in data 21 febbraio 2021) con cui il Rev.do Don Marco Ferrini è stato nominato Incaricato della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana;

richiamato il Decreto (Prot. 17/2017-136 in data 23 giugno 2017) con cui è stato approvato il regolamento della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana;

tenuto conto che il 13 ottobre 2021 il Rev.do Don Emanuele Casadio è stato nominato Vice Direttore della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana e, quindi, ha maturato l’esperienza necessaria per lo svolgimento di questo delicato compito;

volendo procedere all’avvicendamento del precedente Direttore Don Marco Ferrini i cui impegni pastorali non gli consentono più di dedicare il tempo necessario a tale ufficio;

a norma dell’art. 7 del medesimo regolamento;

con la presente

NOMINIAMO

il Rev.do Don Emanuele Casadio Incaricato della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana fino alla scadenza del triennio in corso.

 

La presente nomina ha effetto dal 1° gennaio 2023.

Faenza, 9 dicembre 2022

                                                                                  + Mario Toso, vescovo


Lutto: è morto don Paolo Suardi, per tanti anni parroco nella Diocesi di Faenza

E’ tornato alla Casa del Padre il 10 dicembre 2022 don Paolo Suardi, presbitero incardinato nella nostra Diocesi, nativo della diocesi di Bergamo. Nato il 21 dicembre 1930 fu ordinato a Faenza il 17 dicembre 1955. Don Paolo Suardi, sacerdote della nostra Diocesi, è stato parroco di San Silvestro fino al 1984 ed è morto sabato scorso a Gaverina Terme (suo paese natale) in provincia di Bergamo all’età di 91 anni. Le esequie saranno celebrate oggi pomeriggio alla parrocchia di Gaverina Terme.


Immacolata: a San Francesco la messa pontificale col vescovo Mario

Alle 11 di giovedì 8 dicembre, alla chiesa di San Francesco di Faenza, si celebrerà la santa messa pontificale per la Solennità dell’Immacolata concezione presieduta dal vescovo, monsignor Mario Toso. La celebrazione sarà animata dal coro Laudate Dominum, diretto da Rosa Ricci. Sul numero del Piccolo di questa settimana, Enrico Argnani ha scritto un articolo proprio su questo coro.

In questo giorno sarà possibile vedere le sculture in legno, ancora in divenire, dell’artista Giorgio Palli. Queste opere si trovano nel parco antistante la chiesa.

giorgio palli

In questo periodo alla parrocchia di San Francesco è inoltre attiva la Lotteria della Befana. I biglietti sono disponibili in fondo alla chiesa. L’estrazione si terrà l’8 gennaio 2023 alle 16 nel chiostro.


A Basiago l’11 dicembre incontro sulla sindrome di down col prof. Strippoli

‘La paura fa 90 e la speranza fa 21’ è il titolo dell’iniziativa messa a punto da una serie di realtà parrocchiali della Diocesi di faenza e Modigliana per approfondire il tema della sindrome di Down. La giornata, organizzata dalla Pastorale di Reda e dalle comunità della chiesa di Santo Stefano in Corleto e di Santa Maria in Basiago, con il patrocinio del Comune di Faenza, è quella di domenica 11 dicembre. Dopo le funzioni religiose, alle 10 a Basiago e alle 11 a Corleto, alle 12, nell’area della chiesa di Basiago, è in programma il pranzo a buffet. Seguirà la relazione ‘Una strada verso la scoperta di nuovi approcci terapeutici per la trisomia 21, la sindrome di Down’ tenuta da Pierluigi Strippoli, genetista e docente presso l’Università di Bologna. La giornata proseguirà con momenti musicali del Trio Italiano e la ‘truccabimbi’ Meris.

Prenotazioni attraverso un sms o whatsapp entro l’8 dicembre a: Alberto 3285814056; Piero 3283161164 e Marco 3661032689. Ai partecipanti verrà richiesto un contributo: per gli adulti 20 euro; dagli 8 ai 16 anni 10 euro, gratis per i bambini fino agli 8 anni.

Nuovi approcci terapeutici

Riconoscere tutti gli esseri umani degni di uguale dignità, è il concetto su cui si fondano le ricerche guidate dal prof. Pierluigi Strippoli del Dipartimento di medicina specialistica, diagnostica e sperimentale dell’Università di Bologna. Tali studi mirano alla ricerca di nuovi approcci terapeutici per migliorare le condizioni della disabilità intellettiva associata alla sindrome di Down, la più comune anomalia genetica umana (1 su 700 nati vivi). Le ricerche guidate dal prof. Strippoli hanno dimostrato che nel plasma dei bambini con sindrome di Down vi sono specifiche alterazioni metaboliche. Si apre così la prospettiva di poter agire su basi razionali per il ripristino di un equilibrio metabolico importante per le funzioni cognitive: e si sta progettando una sperimentazione clinica a questo riguardo.

Questi progetti sono sostenuti dalle donazioni dei privati; lo Stato purtroppo non finanzia questo genere di ricerca, orientandosi piuttosto verso gli studi rivolti alla diagnosi prenatale della sindrome invece che verso la cura. Altre informazioni sulla ricerca e sui ricercatori coinvolti si trovano a questo link: http://apollo11.isto.unibo.it – poi clic su “Le nostre ricerche sulla trisomia 21” (in basso) (con anche le istruzioni per le donazioni)

Domenica 11 dicembre, a Basiago, le parrocchie di Basiago e Pieve Corleto organizzano un pranzo per una raccolta fondi dedicata ai progetti di ricerca descritti sopra. Siamo alla quarta edizione e siamo fiduciosi di ottenere ancora, il vostro concreto aiuto.


In Seminario presentato il Servizio diocesano Tutela minori

Il 23 novembre scorso si è svolto al Seminario diocesano di Faenza un evento rivolto alla cittadinanza organizzato dall’Ausl Romagna in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La direzione di Ausl Romagna, che ha avviato un progetto denominato WellFare – Rete per le donne, si è servita della modalità del role playing per far conoscere la rete dei servizi a protezione della donna. Una simulazione a partire da un fittizio caso di violenza, infatti, ha dato modo ai partecipanti di apprezzare il lavoro di rete delle diverse realtà dell’ospedale e del territorio. C’è stata anche occasione di esporre quali provvedimenti si adottano nel momento in cui si verifica il coinvolgimento di minorenni. Proprio a motivo di questo riferimento, don Mattia Gallegati ha potuto presentare il Servizio diocesano tutela minori e adulti vulnerabili di cui è il referente per Faenza-Modigliana. La diocesi non si sostituisce a nessuno dei nodi della rete in quanto svolge un servizio di natura pastorale, ma è molto significativo partecipare – e nel caso specifico anche ospitare – un incontro dove le diverse realtà presenti nel territorio si fanno conoscere e dialogano pubblicamente tra di loro.


Parte il 2° anno di Cammino sinodale. Ecco i 4 cantieri

Il 28 novembre scorso si sono ritrovati in Seminario a Faenza un’ottantina di persone tra moderatori e segretari che l’anno scorso hanno coordinato il servizio di ascolto dei gruppi sinodali. Serata ricca di spunti a partire dalla riflessione di apertura di monsignor Mario Toso che ha delineato i due grandi assi di questo secondo anno di ascolto: approfondimento e allargamento. Approfondimento di quanto emerso nel primo anno. Allargamento, quale tentativo di coinvolgimento di nuove persone e gruppi.

La referente diocesana Cristina Dalmonte ha ampliato la riflessione facendo riferimento al Concilio Vaticano II e mostrando come il cammino sia un lungo percorso che ci precede e del quale vediamo solo a distanza di anni i primi frutti. La parte centrale della serata è stata la presentazione di Alessandra Scalini dello Strumento diocesano elaborato dalla squadra sinodale, in cui si declinano i cantieri scelti a livello nazionale con il frutto ‘locale’ dell’ascolto del primo anno. Questa scelta è frutto del discernimento dell’équipe e costituisce un punto di riferimento significativo che rende concreto e accessibile la domanda del Sinodo per il nostro territorio.

Il cantiere dell’Annuncio

L’approfondimento di quest’anno sarà sulle parole, sulla voce del Popolo di Dio della Chiesa di Faenza-Modigliana. Nel primo anno è emersa con forza la tematica dell’annuncio, il problema dei linguaggi con cui la Chiesa cerca di mettere in collegamento il Vangelo con il mondo, il tema dei giovani come soggetto con cui camminare e con i quali stare al passo, la ferialità come luogo quotidiano della presenza silenziosa dello Spirito: ecco il primo cantiere dell’annuncio, dell’attenzione ai vari ambiti in cui portare la buona notizia di un Dio che è Amore.

Il cantiere delle Relazioni

Nel primo anno abbiamo ascoltato il desiderio di relazione, e quindi il problema della frammentazione che caratterizza la nostra Chiesa, la sfida della catechesi come cammino di accompagnamento nella crescita della fede: ecco il secondo cantiere, quello delle relazioni. Di come viviamo le strutture e il nostro modo di esser Chiesa.

Il cantiere dei Ministeri

Poi vorremmo approfondire il tema dei ministeri, ovvero dei servizi e del servizio di guida all’interno della Chiesa, il tema dei preti come servitori particolari della Chiesa, e della formazione orientata all’ascolto del Maestro. Ecco il terzo cantiere dei ministeri.

Il cantiere della Liturgia

Infine, la nostra Diocesi ha scelto di approfondire il cantiere della liturgia, ovvero della celebrazione della messa, dei sacramenti e della Liturgia delle Ore: la grande domanda sulla spiritualità e sui riti è riconosciuta come un elemento fondamentale e imprescindibile del nostro essere Chiesa.

Quindi saremo chiamati ad approfondire il cantiere dell’annuncio, il cantiere delle relazioni, il cantiere dei ministeri e il cantiere della liturgia. In queste quattro tematiche vediamo il desiderio delle persone di un coinvolgimento e di un rinnovato modo di partecipazione.

Si riprende il cammino: ogni gruppo è chiamato ad approfondire uno dei 4 cantieri

E proprio la nostra Chiesa è chiamata a confrontarsi con queste quattro tematiche che non vogliono essere solo parole, ma vogliono fin da subito trovare una realizzazione concreta in iniziative, laboratori, eventi, momenti di preghiera. La Cei ha scelto il nome di cantieri proprio per evidenziare la progressività del lavoro e la sua concretezza in questo secondo anno. In parallelo sono stati pensati alcuni ambiti considerati ‘lontani’ in cui allargare l’ascolto. Ospedali, mercati, cooperative agricole, aziende, biblioteca, web… sono tutti luoghi nei quali la nostra Chiesa vuole essere presente e ampliare la sua capacità di accoglienza e di ascolto.

Fatti sentire. La Chiesa ti vuole ascoltare.

In questa direzione va anche il potenziamento della sezione del sito dedicata al cammino sinodale che si arricchisce di nuovi spunti e che vuole essere un luogo di condivisione delle varie esperienze sperimentate sul territorio. Entro fine anno ciascun gruppo è chiamato a delimitare la tematica, o meglio il cantiere, da approfondire. Nei primi mesi del 2023, poi, si provvederà a calendarizzare gli appuntamenti dei vari gruppi. In aprile inizieranno lavori di sintesi su ciascun cantiere per riuscire a raccogliere i frutti più significativi.

Il sito diocesano: la sezione dedicata al Cammino sinodale

Fra gli ambiti in cui la Chiesa vuole allargare l’ascolto c’è il web. Il sito diocesano è stato aggiornato con una nuova sezione rivolta a un target ampio: la Chiesa vuole ascoltare più persone possibili per migliorare la propria missione. Nuove pagine, nuovi strumenti scaricabili, un maggior numero di informazioni per tutti. Il tentativo è di vivere questo ambiente digitale come luogo di incontro e di condivisione di esperienze.

L’invito è quello di mandare a sinodo@diocesifaenza.it le iniziative che possono essere utili per altri gruppi che stanno affrontando lo stesso cantiere per mettere in circolo idee e buone pratiche. In questo vogliamo rendere concreto quanto emerso dall’ascolto: i cantieri ci chiedono azioni concrete.

Vai a dare subito un’occhiata cliccando qui.


Monastero invisibile: sussidio di dicembre 2022

Chi aderisce all’iniziativa Monastero invisibile riceve mensilmente e gratuitamente un semplice sussidio: lungo tutto il 2022 saranno gli amici e le amiche di Gesù ‘della prima ora’ a orientare l’intercessione chiedendo innanzitutto a noi di coinvolgerci e di farci discepoli.  Chi concorda… può prendere contatti con Ufficio Giovani e vocazione e anche estendere l’invito ad altri. Accordati nel Signore, saremo esauditi. Parola Sua!

Per aderire al Monastero invisibile o condividere proposte, idee e opinioni, scrivere a pastoralevocazionale@diocesifaenza.it

L’equipe diocesana del Monastero invisibile

Referenti Monastero invisibile:

Nel caso decidessi di partecipare a questo percorso, ecco alcuni contatti che ti possono aiutare, guidare e accompagnare lungo il cammino :

Santa Maria Maddalena in Faenza, Luciana 333 2155714
San Savino (Beata Vergine del Paradiso) in Faenza, Rosangela 334 9566029
Santa Maria del Rosario in Errano, Cristina 389 9920412
Parrocchia di San Martino in Reda, Antonietta 3393798202

Scarica il sussidio di dicembre

Monastero invisibile dicembre 2022