Author: samuelemarchi

Oratorio cittadino: tanti giovani al torneo di calcetto e la visita del vescovo Mario

Sabato 25 marzo, noi equipe dell’Oratorio Cittadino della Diocesi di Faenza-Modigliana, con il prezioso aiuto di tante persone, abbiamo organizzato un torneo di calcetto, che si è svolto nel campetto della scuola media Europa. Il nostro intento era quello di passare un pomeriggio in compagnia di coloro che, per un motivo o per un altro, si sentono tagliati fuori quando si parla di Chiesa, vedendola come una realtà incapace di ascoltarli, capirli e tenerli vicini.

Grazie al volantino realizzato da alcuni ragazzi tra quelli con cui abbiamo condiviso già diverse esperienze e il passaparola, digitale e non, di tutti gli altri, diverse squadre si sono iscritte e per ognuna vi erano numerosi amici e amiche al seguito con i quali abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere e passare un pomeriggio alternativo, sia per noi che per loro. Ad accompagnare l’evento, oltre al calcio, vi erano musica e una ricca merenda resa possibile grazie all’aiuto di amici e parenti che hanno contribuito preparando qualcosa da condividere. All’iniziativa ha preso parte anche il nostro vescovo Mario, il quale ha salutato personalmente i partecipanti e passato un po’ di tempo con loro.

Crediamo fermamente che questo tipo di iniziative portino con loro la forza necessaria alla Chiesa di arrivare anche ai cosiddetti “lontani”, permettendoci di scoprire che anche loro hanno qualcosa di bello da regalare a noi, ricordandoci che, indipendentemente da chi siamo e dalla storia che abbiamo, tutti possiamo essere un dono prezioso gli uni per gli altri, e che quel filo invisibile che ci unisce tutti, per quanto a volte possa sembrare sfibrato e malridotto, è in realtà indistruttibile.


Messa crismale. Polizia consegna ampolla d’olio al vescovo Mario

Lunedì mattina il vescovo monsignor Mario Toso ha ricevuto la dottoressa Michela Bochicchio, direttore della Divisione anticrimine della Questura di Ravenna, e il dottor Antonio Demurtas, dirigente del Commissariato di Pubblica sicurezza di Faenza.
I dirigenti della Polizia di Stato hanno consegnato al vescovo un’ampolla con l’olio per la Messa crismale.
L’olio è stato prodotto dagli ulivi piantati nel “Giardino della Memoria di Capaci”.
Infatti, nel luogo in cui il 23 maggio 1992 vi fu il terribile attentato, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti di scorta della Polizia oggi, sorge il Giardino curato dall’associazione “Quarto Savona 15” (sigla radio dell’auto di scorta), animata da Tina Montinaro, vedova del capo scorta. In quel terreno sono state piantumate diverse piante di ulivo, ciascuna dedicata a un rappresentante delle istituzioni caduto per mano mafiosa, ricavandone una certa quantità di olio.
L’anno scorso, su iniziativa della Questura di Palermo, insieme all’associazione “Quarto Savona 15”, in occasione del trentennale della strage di Capaci, quell’olio è stato donato alla Chiesa siciliana ed è stato, poi, consacrato nella Messa crismale per essere utilizzato come olio santo nel corso dell’anno liturgico.
Quest’anno nell’iniziativa è stata coinvolta la Conferenza Episcopale Italiana per estendere la consegna dell’olio a tutte le Diocesi italiane.
È per questo che lunedì i dirigenti della Polizia hanno consegnato al vescovo l’ampolla di olio che verrà consacrato durante la messa crismale assieme all’olio per gli ammalati e i catecumeni. Il vescovo ha ringraziato per il gesto perché «è espressione di alto senso civico in memoria di quanti hanno perso la vita nell’adempimento del dovere e al servizio della collettività e rappresenta un segnale di attenzione verso la Chiesa e la comunità ecclesiale».

Marco Mazzotti


Pasqua: le celebrazioni in Cattedrale per la Settimana Santa

Di seguito il programma delle celebrazioni per la Settimana Santa alla Basilica Cattedrale di Faenza. La Via Crucis cittadina partirà dalle 20.30 del Mercoledì Santo, 5 aprile, dalla chiesa di Santa Maria dell’Angelo, dove è allestita la mostra Anastasi. Oltre la notte. In occasione di giovedì 6 aprile (Giovedì Santo) dalle 8.30 alle 12 e dalle 16 alle 19 ci sarà l’ascolto delle confessioni. Alle 9.30 sarà celebrata la Santa Messa Crismale presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso. Alle 18 la S. Messa nella cena del Signore presieduta sempre dal vescovo monsignor Mario Toso. Infine l’Adorazione presso l’altare della Reposizione dalle 19.30 alle 20.30. In seguito venerdì 7 (Venerdì Santo) alle 8.30 l’Ufficio delle letture e Lodi. Dalle 8.30 alle 12 e dalle 16 alle 19 ci sarà l’ascolto delle confessioni e alle 18 sarà celebrata la Passione del Signore presieduta dal vescovo Mario. Si procede con sabato 8 (Sabato Santo) alle 8.30 con l’Ufficio delle letture e Lodi. Dalle 8.30 alle 13 e dalle 15 alle 22.30 ci sarà l’ascolto delle confessioni infine alle 21.30 si celebrerà la Solenne veglia pasquale presieduta dal vescovo Mario. In occasione della Domenica di Pasqua nella Resurrezione del Signore del 9 aprile celebrazioni alle 7.30-9-12. Dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19 ci sarà l’ascolto delle confessioni, alle 10.30 si celebrerà la Santa Messa Solenne presieduta dal vescovo Mario Toso. Alle 17.30 celebrazione solenne dei Secondi vespri presieduti dal vicario generale, monsignor Michele Morandi, a cui seguirà la messa alle 18 presieduta dallo stesso vicario. Per le celebrazioni del Lunedì dell’Angelo, del 10 aprile, messe alle 8 alle 18.

Dopo l’assemblea diocesana, il punto sui 4 Cantieri del Cammino sinodale

cammino sinodale gruppo

Ci si rimette in viaggio. Insieme. A seguito dell’assemblea diocesana convocata dal vescovo monsignor Mario Toso dedicata al Cammino sinodale del 12 marzo scorso in Cattedrale a Faenza con il cardinale Matteo Zuppi, l’équipe sinodale coglie l’occasione per fare il punto sui quattro cantieri su cui stanno lavorando i gruppi sinodali in questo secondo anno di ascolto.

I cantieri dell’Annuncio e delle Relazioni: “Non riduciamo la Chiesa a un gruppo Whatsapp”

«Ritessere le relazioni è un tema bellissimo. Le nostre comunità devono essere comunità. Noi dobbiamo chiederci, le nostre comunità sono comunità? Qualche volta ci ignoriamo. ]Spero che le nostre comunità non diventino un gruppo WhatsApp, ma una famiglia». Con queste parole il cardinale Zuppi ha affrontato la tematica dell’annuncio e delle relazioni che sono due cantieri fondamentali del cammino sinodale. Come stiamo annunciando il Risorto? Come possiamo ritessere le relazioni fra le nostre comunità e all’interno di esse? «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35). Possiamo dire che questo è il grande tema emerso con forza dal primo anno di ascolto: una comunità che vive relazioni vere, gioiose, accoglienti, profonde è una comunità che annuncia e manifesta il Risorto e il suo amore per ogni uomo.

La relazione fra i discepoli, e fra i discepoli e ogni uomo, non è qualcosa di aggiunto al nostro essere cristiani, ma è la forma più vera, autentica e concreta della fede in Gesù. Il rischio che le nostre iniziative o il nostro stare insieme sia un freddo gruppo whatsapp deve spaventarci: le comunità appiattite nel “funzionalismo” oppure nell’organizzare eventi, ma non aperte alla condivisione delle fatiche e delle gioie, non attente alla ricerca dei lontani, sono realtà non feconde, destinate magari a coinvolgere tante persone, ma non portando a nessuna di esse la forza vitale del Vangelo. Il Vangelo, l’annuncio dell’amore di Dio per ogni uomo che è la morte e risurrezione di Gesù Cristo, non può che essere il cuore di ogni relazione dentro e fuori la Chiesa.

A partire da queste intuizioni con il quale il cardinale ha rilanciato l’impegno dei gruppi sinodali, nell’oggi siamo chiamati a confrontarci con la questione dei linguaggi, dei giovani, della ferialità (la quotidianità), con la frammentazione delle nostre realtà e con la catechesi. Queste non sono tematiche scelte a caso, ma sono le questioni emerse con più intensità e frequenza rispetto all’annuncio e alla relazione: sono parole che esprimono un desiderio di concretezza e di scelte coraggiose che è necessario progettare insieme. I cantieri non hanno scadenza: non si tratta di completare un compitino, di progettare un’iniziativa in più, da aggiungere alle altre. Il cammino intrapreso di ascolto, di discernimento e di progettazione deve essere radicato nell’ordinarietà del nostro essere Chiesa. La sinodalità non è qualcosa che si aggiunge, ma uno stile con il quale dobbiamo riscoprire il nostro essere comunità, il nostro essere discepoli del Risorto.

Il cantiere della Liturgia: andare in profondità, oltre i giudizi superficiali

La liturgia è sentita come il culmine e la fonte della vita della comunità. È anche la manifestazione concreta del radunarsi insieme delle persone. Eppure, attorno a essa ci sono tensioni: una liturgia distante dalla vita, che non parla più alle persone, con riti rigidi. E allo stesso tempo, il Papa sta scrivendo molto sul tema, indicando quale deve essere l’orientamento della Chiesa. Ne sono un esempio la lettera Desiderio desideravi e il motu proprio Traditiones custodes. Se volessimo riassumere tutti questi spunti in poche parole: la riforma del Concilio è lontana dall’essere compiuta.

Ancora oggi abbiamo bisogno di riprendere in mano il Concilio (la costituzione Sacrosantum Concilium sulla liturgia) e andare in profondità, non accontentarci di giudizi superficiali. Riprendere in mano, approfondire, sviluppare azioni concrete. Il Papa ci dà alcune coordinate: al rito non possiamo rinunciare (DD 44). Se non possiamo rinunciarvi, dobbiamo entrarci dentro, più in profondità. Con questa e altre provocazioni, il cantiere della liturgia nei prossimi mesi proporrà alcuni incontri nel quale essere formati dalla liturgia mediante la stessa celebrazione. Un esempio è la proposta della Pastorale vocazionale e dell’équipe del Cammino sinodale che organizzerà per le domeniche di Pasqua la celebrazione dei Vespri in Seminario con una piccola rilettura e riflessione sul senso della Liturgia delle Ore.

Il cantiere dei Ministeri: la corresponsabilità

Come il nostro essere battezzati si esprime in un servizio che è ministero, istituito o di fatto? Davanti al desiderio di avere guide e orientamenti chiari, come vivere l’autorità nella comunità? Come vivere la corresponsabilità con i preti? Come sviluppare una formazione che aiuti a crescere come membra vive della comunità? Il cantiere dei ministeri finora è il cantiere diocesano con meno adesioni da parte di gruppi sinodali. Può essere invece l’occasione per riflettere su alcune domande chiave per il futuro della nostra Chiesa, come quella legata alla ’corresponsabilità’, emersa anche dall’incontro con il cardinale Zuppi.


Il 1° aprile alla parrocchia di San Giuseppe la Festa dei giovanissimi e consegna del segno della Croce

Il primo di aprile tornerà la “Festa giovanissimi e consegna del Segno della croce” nella parrocchia di San Giuseppe in via Dal pozzo 4, a Faenza. Il ritrovo sarà alle 17.30 a cui seguirà l’incontro-testimonianza con la comunità Villaggio senza barriere.

A seguire si vivrà un momento di preghiera presieduto dal vescovo Mario Toso, poi la festa proseguirà con la cena conviviale. Per quest’ultima sarà necessario portare 5 euro di contributo.

Le iscrizioni si concluderanno domenica 26 marzo. In aggiunta sarà necessario specificare il numero di coloro che mangeranno e di coloro che vorranno ricevere la consegna del segno della croce.

Per maggiore informazione chiamare Michela 335 544 4902 e Chiara 391 422 6535.


Rinnovamento nello spirito: celebrazione con il vescovo Mario

Domenica 12 marzo, nella chiesa parrocchiale di San Barnaba, i tre gruppi del Rinnovamento nello Spirito Santo della Diocesi di Faenza-Modigliana (Effatà, Cenacolo e Divino Amore) hanno festeggiato la Giornata del Ringraziamento, in ricordo dell’approvazione dello statuto da parte del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, avvenuta il 14 marzo 2002. La Santa Messa è stata presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso. Come ogni anno, durante la celebrazione, sono state raccolte offerte a favore del Rinnovamento nello Spirito.


Oltre 700 persone in Cattedrale per l’assemblea diocesana con il cardinale Matteo Maria Zuppi

La Chiesa come comunità accogliente e capace di scendere “in strada” sull’esempio di Gesù. L’essere Fratelli tutti nella carità, andando oltre l’assistenzialismo verso chi è nel momento del bisogno. Il cristiano come “artigiano di Pace”. Sono questi alcuni degli spunti emersi dall’assemblea diocesana di Faenza-Modigliana in dialogo con il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. L’assemblea è stata convocata dal vescovo, monsignor Mario Toso, per approfondire il secondo anno di Cammino sinodale in Diocesi, che entra ora nel vivo. Oltre 700 persone di ogni età – non sono mancati anche tanti giovani – hanno riempito la Cattedrale. Prima la liturgia della Parola, poi il dialogo con il cardinale, moderato dal vicario generale don Michele Morandi, a cui sono state poste le domande sul Sinodo arrivate nelle scorse settimane alla segreteria.

La Chiesa si rimette in viaggio e scende in strada, nei luoghi della sofferenza

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Prima del suo intervento, il cardinale Zuppi ha ricordato con affetto il cardinale Silvestrini e i cardinali Laghi e Monduzzi e monsignor Liverzani, tutti provenienti dalla nostra Diocesi. Si è poi entrati nel vivo del dialogo. «Il Cammino sinodale è vivere come Chiesa una responsabilità comune – ha detto il porporato -. Molti gruppi sinodali sono stati occasioni di coinvolgimento e confronto fraterno. È una grande sfida che ci ha lanciato papa Francesco, riprendendo papa Benedetto. La Chiesa deve rimettersi in viaggio. Cammino sinodale significa accordarci e comporre, oggi, la melodia che il Signore ci ha affidato. Tutti assieme». Un cammino che, invita Zuppi, deve seguire l’esempio dei dieci anni di pontificato di papa Francesco. «Il suo primo viaggio come Pontefice fu a Lampedusa.  E ancora oggi il Papa continua a portarci nei luoghi della sofferenza, le periferie. Per capire chi siamo dobbiamo andare là».

Zuppi: “La nostra Chiesa non deve ridursi a un gruppo WhatsApp”

Una domanda posta recita: A volte il nostro servizio ai poveri e agli ammalati viene inteso come un’assistenza. Come possiamo riscoprire che la vicinanza agli ultimi, agli anziani, ai poveri, ai malati, è annuncio e incontro con il Signore Risorto? «Si parte dall’essere fratelli tutti – ha detto il cardinale -. Saremmo forse assistenziali verso un nostro fratello o una nostra sorella? Direi proprio di no. Non ci limiteremmo all’assistenza. Faremmo di tutto perché possa avere un lavoro, essere felice, sentirsi amate e sentire che Dio lo ama. Questo è l’Annuncio che dobbiamo dare». Il cardinale Zuppi ha affrontato anche la tematica dell’annuncio e delle relazioni che sono due cantieri fondamentali del cammino sinodale. «Ritessere le relazioni è un tema bellissimo. Le nostre comunità devono essere comunità. Noi dobbiamo chiederci, le nostre comunità sono comunità? Qualche volta ci ignoriamo. Spero che le nostre comunità non diventino un gruppo WhatsApp, ma una famiglia».

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Tanti gli altri spunti lanciati: «La liturgia che non ha bisogno di orpelli, ma deve essere autentica e vissuta»; «il linguaggio deve sintonizzarsi all’uomo di oggi senza snaturarsi» e la nostra Chiesa non deve «avere un videocitofono per selezionare all’ingresso chi bussa alla porta». Spunti arrivati al cuore delle persone e che saranno materia di riflessioni da affrontare. Insieme.

Il video


Museo Diocesano: sabato 11 marzo inaugura la mostra “Anastasis. Oltre la notte”

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Un’opera d’arte unica nel suo genere in Italia che torna a disposizione della comunità. Si è conclusa la delicata opera di riallestimento della grande scenografia di Romolo Liverani, pittore faentino del XIX secolo. Il crowdfunding Sacrum Facere per rendere nuovamente visibile la scenografia di Liverani ha avuto un grande successo: hanno partecipato faentini e non. Con la quota raccolta è stato avviato un progetto di restauro, a cura di Michele Pagani e seguito dalla Soprintendenza, che ha visto il consolidamento della scenografia.

La grande opera di Romolo Liverani è stata restaurata grazie a un crowdfunding

Parallelamente al restauro si è lavorato a una mostra che rendesse vivo e presente il cuore della scenografia del Liverani, ovvero il Cristo morente sulla croce. Sono stati invitati vari artisti contemporanei che sapessero rileggere questo tema universale. Dietro alla figura di Cristo, infatti, si cela una umanità crocifissa, dimenticata, che chiede redenzione, speranza.

L’inaugurazione dell’allestimento sarà sabato 11 marzo alle 18. In occasione dell’allestimento della scenografia, il Museo Diocesano di Faenza propone la collettiva Anastasis. Oltre la notte. Il tema della mostra è il Cristo sofferente sulla croce e, inscindibile dalla sua figura, la riflessione su una umanità abbandonata, che chiede vicinanza, salvezza. Non a caso, nell’aula centrale della chiesa, sono tre compianti che dialogano con la scenografia del venerdì santo.

In mostra nello spazio espositivo della chiesa di Santa Maria dell’Angelo le opere di Francesco Bosi, Davide Maria Coltro, Ilario Fioravanti, Lucia Bubilda Nanni, Daniela Novello, Georges Rouault, Nicola Samorì, Antonio Violetta oltre a due straordinarie opere: un Compianto del XVI secolo e un frammento di Crocifisso del XV secolo.

Una riflessione sul dramma che vive l’umanità e sulla speranza

“Si tratta della mostra più complessa che abbiamo realizzato negli ultimi anni – commenta il vice direttore del Museo Diocesano, Giovanni Gardini -. Dalle suggestioni che ci dà la straordinaria tela di Liverani, abbiamo voluto coinvolgere diversi artisti e toccare temi estremamente attuali. Quello che ci proponiamo di fare come Museo Diocesano è anzitutto il dialogo con l’uomo contemporaneo, che non può restare indifferente di fronte al dramma che vive l’umanità”.

“Questa mostra – aggiunge il direttore del Museo Diocesano, monsignor Mariano Faccani Pignatelli – si inserisce pienamente all’interno di un contesto di arte sacra e di preghiera. Sarà al centro di diverse iniziative pastorali, come la Via Crucis cittadina, e non solo. Siamo partiti dal riallestimento della grande scenografia di Romolo Liverani per andare però ‘oltre’, attualizzando la sofferenza di Cristo nel nostro presente”.

“Grazie all’opera del Museo Diocesano – aggiunge il sindaco Massimo Isola – questo spazio espositivo nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo continua a essere lo spazio di una comunità viva, attraverso cui veicolare temi importanti come quello della compassione, il farsi carico della sofferenza che vive una parte della nostra umanità”.

Cammino quaresimale

La tela sarà al centro di diverse iniziative diocesane. Sarà organizzata una veglia dei giovani e inoltre la Via crucis cittadina partirà dalla chiesa di Santa Maria dell’Angelo. Saranno proposti momenti di riflessione, anche attraverso momenti di spettacolo: ci sarà la lettura di Anastasis, un testo poetico di Nevio Spadoni e uno spettacolo di Ravenna Teatro incentrato sulla figura della Maddalena.

Info e orari

Anàstasis sarà visitabile fino al 2 luglio da mercoledì a domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.

Info: www.museodiocesanofaenza.it – 333 783 4993


Pastorale sociale: dalle comunità energetiche all’economia circolare, 4 piste di lavoro presentate ad Alfonsine

Comunità energetiche, economia circolare, ripopolamento dell’Appennino: questi alcuni dei temi che la Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Faenza-Modigliana ha iniziato ad affrontare al rientro dalla Settimana sociale dei cattolici a Taranto dell’ottobre 2021 su preciso mandato rivolto alle diocesi e alle parrocchie. Se ne è parlato in un incontro pubblico, organizzato dalla parrocchia di Alfonsine, domenica 26 febbraio al quale hanno partecipato il vescovo monsignor Mario Toso e l’incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro Flavio Venturi.

Ha introdotto il tema dell’incontro lo stesso vescovo richiamando le radici della fede cristiana, che sottendono a tutte queste iniziative. Occorre tenere ben presente che tutto comincia dall’incarnazione di Gesù Cristo e che la Chiesa, come popolo di molti soggetti in comunione, è stata costituita da Cristo per annunciare una «salvezza integrale». La Chiesa ha la missione di accogliere, celebrare e testimoniare una tale salvezza. Gli ambiti dell’evangelizzazione sociale sono l’uomo, la famiglia, il lavoro umano, la vita economica, la comunità politica, i mezzi di comunicazione sociale, l’ecologia integrale, le relazioni internazionale e sovranazionali, la comunità politica e la promozione della pace. Il discernimento sociale – conclude il vescovo – sollecita la riflessione comunitaria e personale di tutti i soggetti ecclesiali attraverso varie tappe connesse fra loro: celebrare, vedere, giudicare, agire, in un ciclo incessante.
Flavio Venturi, incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, è intervenuto prendendo lo spunto dalle conclusioni di monsignor Santoro, presidente del Comitato scientifico ed organizzatore della Settimana sociale di Taranto, il quale ha indicato quattro piste di lavoro: la costituzione di comunità energetiche, la finanza responsabile, il consumo responsabile e la proposta di alleanza contenuta nel “manifesto dei giovani”. La nostra Diocesi si è attivata fin dal rientro da Taranto su tutte le quattro piste di lavoro, innanzitutto costituendo con decreto vescovile una commissione per lo studio di fattibilità di una Comunità energetica rinnovabile (Cer) che produrrà il proprio risultato nel giro di qualche mese. L’obiettivo è di costituire una prima Cer dimensionata sul vicariato di Faenza, per poi estendere il progetto agli altri vicariati. Sul tema del consumo responsabile si stanno studiando ipotesi di sviluppo di progetti inerenti all’economia circolare, finalizzati soprattutto alla tutela dell’ambiente. Infine, il manifesto dei giovani: si è puntato soprattutto sull’alleanza intergenerazionale che collabora attivamente sulle tre piste di lavoro appena delineate, ma con la quale si intende riprendere la scuola di formazione all’impegno sociale e politico. Seguiranno altri momenti di condivisione del lavoro che si sta facendo sui temi della 49^ settimana sociale. L’incontro si è concluso con un momento conviviale offerto dalla parrocchia di Alfonsine.