Author: samuelemarchi

Pace in Medio Oriente: il 17 ottobre giornata di digiuno, astinenza e preghiera in Diocesi

Carissimi,

le Chiese che sono in Italia, in un momento di grande dolore e forte preoccupazione per l’escalation di violenza in Medio Oriente, hanno aderito all’appello del Cardinale Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, per incontrarsi “nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione”.

Pertanto, anche nella nostra Diocesi, chiediamo che tutti vivano il giorno di martedì 17 ottobre nel digiuno, nell’astinenza e nella preghiera. Non verrà proposto un unico evento diocesano perché ogni comunità cristiana (parrocchie, associazioni e movimenti) possa organizzare, ed è fortemente invitata a farlo, un momento di preghiera aperto alla popolazione del territorio. Consigliamo la proposta di un’Adorazione eucaristica in un orario serale, per favorire la più ampia partecipazione, con lo schema proposto dalla CEI.

Perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace (1 Cor 14, 33).

Con il mio fraterno saluto,

don Michele Morandi, vicario generale

 

Faenza, dal 22 ottobre la Settimana comunitaria uomini in Seminario. Come iscriversi

Una proposta per chi si vuole mettere in gioco in una settimana differente dalle altre portando comunque avanti i propri impegni di studio e di lavoro. Dal 22 al 28 ottobre in Seminario a Faenza (via degli Insorti 56) la Pastorale Vocazionale propone una settimana comunitaria uomini dal titolo Sbagliando si impara? 
Saranno giorni in cui non mancheranno il confronto, la riflessione e stimoli per la vita di fede, ma anche gioco gioco e nuove esperienze. Tutto ciò in Seminario, condividendo alcuni momenti della Comunità propedeutica che vi abitano e stanno facendo un percorso da cui lasciarsi provocare.

Info e iscrizioni: don Mattia 328 2481149; Mattia Brienza 228 9953247; Lorenzo Bellini 338 6012890.


Verso le elezioni europee: il 12 ottobre nuovo incontro della Scuola di formazione all’impegno sociale e politico

Giovedì 12 ottobre dalle 18 alle 20, nella sala S. Pier Damiani del Seminario, in Viale Stradone 10, si svolgerà il terzo incontro di approfondimento organizzato dalla Scuola di formazione all’impegno sociale e politico della Pastorale sociale della Diocesi. Lo scopo dell’iniziativa è la formazione e la creazione di un pensiero condiviso su temi importanti quali la partecipazione alla democrazia della nostra città e del nostro paese, lo spazio dei giovani nella politica di oggi, le future elezioni europee e amministrative e l’argomento di questo terzo appuntamento sarà Elezioni: come si decidono i rappresentanti?

Il relatore Andrea Piazza aiuterà i partecipanti ad entrare nel mondo delle istituzioni europee, degli organismi che i cittadini sono chiamati ad eleggere, aiutandoli ad orientarsi nella differente configurazione delle coalizioni candidate alle prossime elezioni di giugno 2024.
Andrea Piazza è dipendente dell’Unione della Romagna Faentina presso il Servizio affari istituzionali; ha studiato scienza dell’amministrazione e studi amministrativi all’Università di Bologna e valutazioni delle politiche pubbliche all’Università di Padova.

Info e iscrizioni: pastoralesociale@diocesifaenza.it; contributo iscrizione 20 euro.


Il 20 ottobre la Veglia Missionaria itinerante “Cuori ardenti, occhi aperti, piedi in cammino”

Il prossimo venerdì 20 ottobre è in programma la Veglia Missionaria diocesana itinerante.

“Cuori ardenti, occhi aperti, piedi in cammino” il titolo che è stato dato a questo momento di preghiera comunitaria. Il ritrovo sarà alle 20.30 nel cortile del Seminario Vescovile, ingresso da via degli Insorti, 56. Seguirà un cammino a tappe con arrivo nella chiesa di Sant’Agostino. Qui presiederà la veglia, organizzata dalla diocesi e dal Centro Missionario diocesano, il vescovo della diocesi di Faenza-Modigliana monsignor Mario Toso. Preghiera e offerte per le giovani chiese.

In caso di maltempo la veglia si svolgerà all’interno del Seminario.


Presentato il Rapporto “Povertà e Risorse” 2022 della Caritas diocesana

Allargare lo sguardo, allargare i sentieri della carità: è questo il titolo del Rapporto Povertà e Risorse 2022 redatto dalla Caritas diocesana. Il dossier approfondisce con dati, numeri e storie la situazione della povertà sul nostro territorio, con l’obiettivo di rendere la comunità più consapevole delle strategie da mettere in atto. Il rapporto è stato presentato lunedì scorso alla presenza del vescovo monsignor Mario Toso, del direttore della Caritas diocesana don Emanuele Casadio e dell’assessore al Welfare Davide Agresti.
In tutto nel 2022 sono state 1.560 le persone incontrate nel Centro di ascolto diocesano di via d’Azzo Ubaldini e nelle 23 Caritas parrocchiali distribuite in tutta la Diocesi. Si tratta di un aumento del 6% rispetto al dato del 2021. Il 64% sono donne e circa due persone su tre si sono rivolte a una Caritas parrocchiale. La nazione più rappresentata resta quella italiana, con il 27%. Di seguito riportiamo l’intervento del vescovo Mario alla presentazione della serata.

Qui è possibile scaricare il report completo.

L’intervento del vescovo Mario: “Quando tutta una famiglia è ferita ci si aiuta con più determinazione”

vescovo caritas

 

Anzitutto, un vivo ringraziamento a tutti coloro che, in occasione delle due alluvioni e del terremoto, ci hanno aiutati in molti modi. Sarebbe davvero difficile fare un elenco completo delle persone, dei gruppi della società civile, delle istituzioni, delle Diocesi e delle loro Caritas – vedo qui presenti i rappresentanti della benemerita Caritas ambrosiana, oggi venuti per visitarci -, delle Regioni di provenienza, per cui preferisco ringraziare col cuore ognuno di voi qui presente – Associazione Papa Giovanni XXIII, OMG, AGESCI, Farsi prossimo – ma anche coloro che ora non sono con noi e ci hanno supportato. La carità, al pari delle alluvioni, ovviamente in un senso diverso, ci ha letteralmente sommersi nell’affetto, con donazioni che abbiamo distribuito con gioia a piene mani.

Il piccolo dono che la nostra Diocesi è riuscita talvolta a fare a questa o a quella realtà è stato poi ricambiato con un dono più grande come sta avvenendo da parte della Caritas antoniana. Vedo padre Ottavio che è andato in TV per illustrare la situazione faentina e per chiedere aiuto non tanto per la parrocchia di san Francesco bensì per la Caritas diocesana. Vedo anche don Tiziano Zoli, altro volto che buca lo schermo e che si è prodigato in interviste a favore di Solarolo e dintorni.

Collaborazione significativa c’è stata anche tra amministrazioni comunali e le diverse strutture parrocchiali. Ciò è emerso nell’incontro che si è tenuto a Fusignano il 1° settembre scorso con le scuole paritarie della nostra provincia di Ravenna. In quell’occasione diversi assessori hanno lodato una tale collaborazione tra scuole statali e scuole paritarie – alcune scuole comunali hanno chiesto e ottenuto di essere ospitati negli ambienti delle scuole parrocchiali -, considerandola un salto di qualità da parte di istituzioni che sono a servizio del medesimo territorio.

In maniera un po’ temeraria mi sono permesso, allora, di proporre un altro salto di qualità, raggiungibile con l’abolizione delle tasse ICI, IMU, TARI, dal momento che, se la scuola paritaria riceve delle sovvenzioni da parte dei comuni, con le tasse suddette le sovvenzioni sono praticamente annullate. Con una mano si dà con l’altra si toglie.

Senz’altro indovinato ed espressivo è il titolo del RapportoAllargare lo sguardo, allargare i sentieri della carità. Eventi veri e propri della quotidianità, equivalenti a essere volti di fraternità e a percorrere cammini luminosi di dono e di comunione profonda, non superficiale.

La vasta tragedia delle due alluvioni subite è stata esperienza tragica e bella insieme, di migliaia di volti che si sono incontrati, guardati negli occhi, provenendo dal Nord e dal Sud, dall’Italia e da fuori Italia. Basti pensare all’Ordine Teutonico che dalla Germania ci ha fatto giungere un camion di alimenti. È stato un convenire simultaneo e spontaneo di persone di fede diversa, ma tutte samaritane, pronte cioè a collaborare nel nome della fraternità. Gli incontri sono stati vissuti comunitariamente, coralmente, con l’intento di alleviare la sofferenza delle persone, delle famiglie, dei nonni soli, dei quartieri, dei commercianti, delle edicole, delle istituzioni e delle comunità per anziani. I gesti di prossimità sono stati anche fotografati, come sono stati ritratti quei gruppi di volontari che si ritrovavano verso sera sulle scalinate e nella piazza del duomo per mangiare qualcosa e fare festa insieme. Perché sono stati fotografati? Perché non se ne perda il ricordo: un ricordo che solo a riviverlo è capace di rigenerare in tutti lo slancio generoso verso l’altro, verso – diciamolo pure -, Colui che ha impresso in ogni persona la sua amata immagine, da riconoscere e da onorare con tenerezza.

Purtroppo, il Rapporto non ha fatto a tempo a registrare la paura del terremoto, altro flagello che, assieme ad uragani e a incendi, ha colpito e tormentato la nostra bella Diocesi, le chiese e le famiglie di Marradi, Tredozio, Popolano, Sant’ Adriano, San Martino in Gattara, Modigliana, Lutirano.

Le ferite sono state così profonde che hanno sfinito le nostre comunità più devastate. Penso, ad esempio, a Sant’Agata sul Santerno, una cittadina ancora prostrata, ridotta allo stremo, tanto che per la parte che concerne il nostro Rapporto vi si trovano scarsi cenni relativi alla Caritas parrocchiale, la cui sede è stata pressoché annientata. Eppure, vi posso assicurare che la Diocesi sta concentrando le sue forze per aiutare quella comunità cristiana mediante una solidarietà concreta.

Desiderando concludere il mio intervento, per non rubare il tempo ad altri, mi limito a sottolineare che dopo i giorni drammatici di maggio, dopo i morti, dopo aver ripulito le strade e le case dal fango, la parola d’ordine più sognata da amministratori, famiglie e imprese, ma anche dalla nostra Diocesi e dalla Caritas è quella di fare in fretta, cioè, velocizzare il più possibile interventi di ripristino e indennizzi. L’accelerazione dell’iter delle pratiche non la si vuole solo per fare le cose alla bella e meglio ma perché l’inverno è alle porte. Rallentare le procedure è frenare il po’ di bene che, con i pochi mezzi a disposizione, si potrebbe fare per rispondere alle emergenze più urgenti. Talora sono a disposizione alcune risorse, grazie alla bontà delle persone e di alcune istituzioni sensibili, ma non si può procedere alla riqualificazione di ambienti che potrebbero ospitare gli sfollati perché non giungono i permessi prescritti dalle competenti Autorità.

In questo contesto occorre incrementare la collaborazione fra istituzioni per potere aiutare con una ragionevole solerzia coloro che sono rimasti privi di casa e di lavoro.

Quando tutta una famiglia è ferita ci si aiuta con più determinazione, ci si comprende e ci si apre ad un amore più concreto e caldo. Questa condizione, per quanto dolorosa, può dissodare i terreni induriti a causa della superficialità che deriva spesso dal benessere e dal fatto che casa nostra non sia mai stata colpita.

Ora tutta la “nostra casa” e “tutta la nostra famiglia” è stata colpita, e questo non ci deve lasciare indifferenti anzi, ci deve unire e ci deve muovere con una rinnovata solidarietà, animati dalla speranza.

Ancora un grazie a tutti voi.

 

Mario Toso, vescovo


Calciotto: una grande festa di sport. Vincono Cappuccini (torneo maschile) e Pieve Cesato (torneo femminile)

calciotto vincitori 2023

Si è conclusa la terza edizione del Torneo di Calciotto la scorsa domenica 1 ottobre, con una serata di calcio e di festa al Paradiso. Per la categoria maschile trionfano per il secondo anno consecutivo i Cappuccini che vincono la finale 6-3 contro Errano. Doppietta di Nicola Visani che porta ai Cappuccini anche il premio di miglior giocatore del torneo. Terzo posto a tavolino alla squadra dei Preti che al posto della finale per terzo e quarto posto ha giocato un’amichevole contro Sant’Agostino 1 che si è resa disponibile a giocare dopo la defezione di Villa San Martino, la quarta finalista. Per questo gesto di sportività il premio Fair Play è andato proprio ai ragazzi di Sant’Agostino. A Errano va il premio per il miglior difensore del torneo, vinto da Riccardo Donati. Miglior portiere Juxhens Lika (Oratorio Cittadino).Tra le ragazze invece il primo posto è di Pieve Cesato che batte 1-0 il Paradiso. Premio Fair Play alla terza componente del torneo, AcPicchia. Miglior giocatrice Chiara Calderoni (Pieve Cesato), in difesa premiata Beatrice Bentini (Paradiso), in porta Virginia Lodi (AcPicchia).

La squadra femminile di Pieve Cesato

Una serata di sport e di festa

Oltre duecento persone hanno partecipato alla serata delle finali, ma il pubblico è sempre stato numeroso anche durante le partite che sisono giocate al Paradiso e a San Giuseppe, soprattutto quelle del torneo femminile.«Questo ci fa molto piacere – dice Giosuè Calderoni, dello staff organizzativo – perchè lo scopo principale del Calciotto è proprio quello di rendere protagoniste le parrocchie». Non solo sport, ma anche testimonianza. Anche quest’anno infatti in occasione della finale c’è stato un momento di dialogo e di incontro con due sportivi locali, la pallavolista Valentina Vecchi e il runner Christian Reali che hanno poi premiato, insieme all’assessore allo Sport Martina Laghi, i vincitori di questa edizione.v«Molto fiduciosi che l’anno prossimo possano crescere ancora i numeri delle squadre iscritte al torneo. Per i ragazzi abbiamo visto una crescita da 8 a 9 squadre e anche nel torneo femminile siamo passati da due a tre squadre – continua Giosuè – In futuro vorremmo anche ampliare lo staff per migliorare ancora l’organizzazione dell’evento»


Don Mattia Gallegati nominato responsabile della Comunità Propedeutica di Romagna

Don Mattia Gallegati

In data 2 ottobre 2023, gli arcivescovi e vescovi di Bologna, Ravenna-Cervia, Ferrara-Comacchio, Imola, Faenza-Modigliana, Forlì-Bertinoro, Cesena – Sarsina, Rimini, San Marino-Montefeltro, hanno nominato don Mattia Gallegati, della Diocesi di Faenza-Modigliana, responsabile della Comunità Propedeutica Residenziale Interdiocesana di Romagna. Lo affiancheranno nel suo servizio, don Luca Ghirotti della Diocesi di Faenza-Modigliana, come vice responsabile, e don Ottorino Rizzi, della diocesi di Imola, come padre spirituale.

Propedeutica
Uno scatto dell’anno scorso della Comunità Propedeutica di Romagna.

Studi e riflessioni dal 37° convegno di Ravennatensia a Faenza. L’analisi dei movimenti religiosi femminili tra XIV e XVI sec.

Una due giorni per approfondire il tema dei Movimenti religiosi femminili pretridentini nel territorio di Ravennatensia (sec. XIV – XVI). È stato questo il titolo del 37esimo convegno di Ravennatensia che si sta svolgendo in Seminario a Faenza dal 29 al 30 settembre. L’associazione, sorta nel 1966, tiene ogni due anni un convegno di studi nelle diverse città che un tempo costituivano l’antica Provincia ecclesiastica ravennate. L’evento ha il patrocinio della Diocesi di Faenza-Modigliana e del Seminario vescovile di Faenza. Tra i prestigiosi relatori chiamati a partecipare figurano la professoressa Gabriella Zarri e il presidente di Ravennatensia, monsignor Maurizio Tagliaferri.

Il vescovo mons. Mario Toso: “Esperienze religiose che hanno contribuito all’Umanesimo trascendente”

Ad aprire il convengo, i saluti del vescovo della Diocesi, monsignor Mario Toso. “Il tema che avete scelto è di grande interesse e attualità – ha sottolineato monsignor Toso -. Possiamo dire che negli ultimi quaranta/cinquant’anni si è affermata una disciplina specifica: gli Women’s Studies, che hanno di fatto portato alla luce e valorizzato l’apporto delle donne nei diversi aspetti della cultura, dell’arte, del lavoro e della politica. Proprio gli studi storici – sosteneva la stessa Gabriella Zarri qualche anno fa – hanno dimostrato che la religione è stata per molti secoli il luogo privilegiato in cui le donne hanno potuto realizzare sé stesse e mostrare le proprie capacità culturali, organizzative, sociali, dando un contributo originale al pensiero teologico e spirituale delle chiese cristiane e alla convivenza umana e sociale. In tal modo, hanno contribuito, con la loro vita protesa alla trasfigurazione dell’umano e al dono di sé stesse, a strutturare quell’Umanesimo trascendente di cui il creato e il mondo odierno hanno un estremo bisogno”. “La conoscenza della storia e delle sue grandi linee – conclude il vescovo Toso – non si può attingere se non per mezzo di indagini accurate e appassionate, alla ricerca delle trasfigurazioni, ben situate nel tempo e nello spazio, provocate dall’incarnazione del Verbo. Ciò risulta ancor più reale quando si tratta di storia religiosa e di vita ecclesiale”.

Mons. Tagliaferri: “Una storia delle donne, portata nell’ambito della storia religiosa”

Come specificato da monsignor Maurizio Tagliaferri questo convegno: “presenterà alcuni studi che costituiscono un campione significativo delle esperienze religiose femminili germogliate nella nostra regione nei secoli XIV e XVI fino al Concilio di Trento escluso. In pratica una storia delle donne, portata nell’ambito della storia religiosa, con ricerche condotte sulle donne sante o presunte tali, con indagini sul monachesimo e altre forme di vita religiosa”. Ed è a partire da queste linee guida che si sono dipanati gli interventi del convengo.

La prolusione della professoressa Zarri

Il titolo del convegno, ha ricordato, Zarri, “evoca il testo fondativo di Herbert Grundmann nella religiosità dei secoli XII e XIII, religiosità che esprime un’aspirazione alla vita evangelica, perseguita nella povertà e nella penitenza, con la propensione a riunirsi in gruppo per realizzare una condivisione del lavoro e dei beni. E’ in questo humus culturale e spirituale che si sviluppa quel movimento penitenziale a larga partecipazione femminile che, collegandosi ai nuovi ordini mendicanti, darà vita ai terzi ordini secolari e regolari. Il movimento penitenziale è in questi secoli la forma espressiva più consona per rispendere a quel desiderio di servire Dio”. “Gli studi attuali sui movimenti religiosi femminili – prosegue la prolusione della Zarri -, oltre a proporsi di far emergere la ricchezza di istituzioni, tradizionali o nuove, sorte nelle diverse regioni italiane o europee, hanno riproposto la necessità di analizzare questi movimenti in modo comparativo e di riapprofondire in particolare il rapporto Nord-Sud Europa. “Nella nostra area regionale e nell’area padana – specifica la professoressa – il movimento religioso femminile assume caratteri peculiari. Prevale il persistere di una spiritualità laicale che si manifesta nell’opzione di una vita di preghiera, lavoro e servizio a fratelli. Molte sono le donne che si accostano a un ordine mendicante professando privatamente i voti e assumendo l’abito di terziarie. Alcune di queste vivono in case proprie o di benefattori, singolarmente o in piccoli gruppi e compiono i loro esercizi di pietà nelle chiese vicine. Altre costituiscono comunità più estese fondando conventi aperti e adottando successivamente una regola. Altre ancora mantengono il loro status di maritata o vedova, trasformando le loro case in chiese domestiche”.

Sant’Umiltà da Faenza: punto di partenza per la riflessione

Santa Umiltà porta i mattoni per costruire il monastero
Al centro degli studi non poteva che esserci anche un approfondimento su Rosanese Negusanti, meglio nota come Umiltà da Faenza. Nata nel 1226 e morta nel 1310, la sua vita è stata analizzata nel convengo dal prof. Enrico Fusaroli C