Author: samuelemarchi

In classe mai più “Fuori posto”. A Faenza inaugura la mostra dei giovani del Msac che si interroga sulla scuola del 2032

Il Movimento Studenti di Azione Cattolica della diocesi di Faenza-Modigliana è lieto presentare la mostra Fuori posto¸ frutto del lavoro di ricerca “2032, la scuola è cambiata”, che ha coinvolto circa 300 studenti e studentesse delle scuole superiori di II grado di Faenza in una ricerca su desideri concreti per la scuola di domani. L’esposizione sarà allestita presso la chiesa di Santa Maria dell’Angelo, in via Santa Maria dell’Angelo a Faenza da sabato 16 marzo a domenica 26 maggio.

La mostra

La mostra è stata realizzata dai membri dell’Equipe diocesana del Msac con la collaborazione di Giovanni Gardini, vicedirettore del Museo Diocesano e dell’artista Fabrizio Dusi, per raccontare ciò che è stato il fulcro del progetto: la ricerca del benessere a scuola. La mostra inaugurerà sabato 16 marzo alle ore 18 presso la chiesa di Santa Maria dell’Angelo e sarà principalmente rivolta alle classi delle scuole secondarie di secondo grado per visite guidate su prenotazione contattando il Museo Diocesano al numero 333 7834993. Sarà aperta anche al pubblico il sabato dalle 17 alle 19 nelle giornate che verranno indicate sui canali social del Museo Diocesano e del Movimento Studenti dell’Azione Cattolica.

Il progetto: 2032, la scuola è cambiata

Il progetto 2032 la scuola è cambiata ha avuto una lunga gestazione poiché i primi semi del lavoro risalgono alla fine del 2019. Al tempo nacque nei membri dell’equipe del movimento – tutti studenti di scuola superiore – il desiderio di mettersi in ascolto degli studenti e del loro vissuto.

La pandemia ha bloccato il progetto per lungo tempo ma nella primavera del 2022 è stato riavviato da un’equipe che nel frattempo si è in gran parte rinnovata. Il modo di mettersi in ascolto si è concretizzato in un questionario che potesse raggiungere gli studenti attraverso i professori di religione (IRC). Si è anche definito nell’allestimento di una mostra il modo di restituire al mondo della scuola (e non solo) quanto emerso dai questionari.

Nell’anno scolastico 2022-2023 il questionario è arrivato sui banchi degli studenti. Esso veniva lanciato da un breve video che serviva ad ambientare il questionario. Ogni studente, infatti, nel rispondere ai diversi incipit era chiamato a immaginare di essere uno studente del futuro che riesce a mettersi in contatto con un giovane di oggi descrivendogli la sua esperienza scolastica nel 2032.

La mostra vuole esporre quanto emerso dalla mente e dal cuore degli studenti attraverso un linguaggio che tocchi – attraverso un’esperienza sensoriale – sia i sentimenti sia il ragionamento.

I tre ambienti della mostra compongono un percorso attraverso cui porsi in ascolto e mettersi in gioco per raccogliere quanto più possibile da questa esperienza e lasciare qualcosa di sé che arricchirà altri.

Il questionario è stato somministrato in due diversi istituti ovvero ITIP L. Bucci e Liceo Torricelli-Ballardini. Sono state interpellati 311 studenti di 21 diverse classi (9 seconde, 1 terza, 6 quarte, 5 quinte)

Cos’è il MSAC

Il MSAC è composto da studenti e si rivolge a studenti. Questo movimento è quella parte dell’Azione cattolica – riconosciuto anche dal MIUR – che raccoglie studenti dalla prima alla quinta superiore animati dal desiderio di vivere la scuola con spirito propositivo sui passi di don Milani e del suo motto “I care”.

Info e Contatti

Per altre informazioni visitare il sito del Museo Diocesano https://www.museodiocesanofaenza.it/ oppure il sito dell’Azione Cattolica diocesana www.acifaenza.it o i canali social del Msac di Faenza-Modigliana e del Museo. Oppure scrivere a giovaniac.faenzamodigliana@gmail.com . Gli e le insegnanti che vorranno prenotare visite guidate per le loro classi possono contattare il Museo Diocesano al numero 333 7834993.

Don Mattia Gallegati: “Importante interrogarsi e lasciarsi provocare dai pensieri dei giovani”

“Una delle grandi novità che propone questa mostra – spiega il vice direttore del Museo Diocesano, Giovanni Gardini – è il suo essere stata interamente ideata e realizzata da giovani. Come adulti li abbiamo accompagnati in questo percorso, stando però sempre un passo indietro, per responsabilizzarli al massimo e far emergere in maniera autentica il loro pensiero”.

“L’esposizione nasce da un volersi mettere in ascolto del mondo della scuola – aggiunge don Mattia Gallegati, assistente del Msac -. E’ stato un cammino lungo, specie per ragazzi di questa età, e al di là del risultato artistico è il cammino stesso che hanno compiuto ad avere valore.”. Da questa ricerca, dal taglio qualitativo, “emerge una grande fame di relazioni da parte degli studenti – precisa don Mattia -, sia tra di loro sia con i professori. Si cerca un diverso rapporto con il voto, con il giudizio. Un’altra parola chiave emersa è quella della libertà, che dobbiamo saper declinare in tanti aspetti e che non deve essere un semplice ‘faccio solo quello che voglio’. Da parte di noi adulti, ci deve sempre essere un lasciarsi provocare da quello che i nostri giovani ci dicono”.

“Come istituzione che vuole avere a cuore il mondo della scuola – conclude l’assessora all’Istruzione Martina Laghi – questa iniziativa è davvero significativa nel dare voce al pensiero di ragazzi e ragazze. Per le scuole del nostro territorio, visitare questa mostra rappresenta certamente un’opportunità da cogliere”.

Gli e le insegnanti che vorranno prenotare visite guidate per le loro classi possono contattare il Museo diocesano al numero 333 7834993.


Il 17 marzo alla Casa del Clero l’incontro “Scienza e fede nella Sindone”

L’associazione Amici della Casa del Clero della Diocesi invita sacerdoti, diaconi, religiosi, ministri, soci e laici a un pomeriggio di fraternità e preghiera con un cammino di formazione permanente, volto a nutrire lo spirito e la mente dei partecipanti. Il tema dell’incontro sarà Scienza e fede nella Sindone, con il dottor Gaetano Blasi, illustre membro dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme, come relatore. L’appuntamento è fissato domenica 17 marzo, alle 15, nella sala incontri della “Casa del Clero” in via Bondiolo 42, a Faenza.

Al termine dell’intervento del dottor Blasi, ci sarà un momento dedicato alla condivisione e alla preghiera del Vespro, permettendo cosi ai partecipanti di riflettere insieme e di arricchire la propria vita spirituale.


Pasqua. Calendario della Settimana Santa in Cattedrale

Le principali celebrazioni della Settimana Santa nella Cattedrale di Faenza.

 

Domenica 24 marzo, Domenica delle Palme e della Passione del Signore, messa ore 10.30, presieduta dal Vescovo Mario.

 

Mercoledì 27 marzo, Via Crucis cittadina alle 20.30 con partenza dalla chiesa di San Francesco e conclusione in Cattedrale.

 

Giovedì 28 marzo, Messa Crismale alle 9.30, presieduta dal Vescovo Mario, con la benedizione degli oli santi.

 

Le celebrazioni del Triduo pasquale nella Cattedrale di Faenza presiedute dal Vescovo Mario.

 

Giovedì 28 marzo, Cena del Signore, ore 18.00.

 

Venerdì 29 marzo, Ufficio delle Letture e Lodi, ore 8.30.

Celebrazione della Passione del Signore, ore 18.00.

 

Sabato 30 marzo, Ufficio delle Letture e Lodi, ore 8.30.

 

Nella notte fra sabato e domenica, Veglia pasquale, ore 21.30.

Domenica 31 marzo, Risurrezione del Signore, messa alle 10.30 presieduta dal Vescovo Mario.

Secondi Vespri e Messa ore 17.30 presieduti da Mons. Michele Morandi, Vicario generale.

 

Sarà possibile confessarsi in Cattedrale negli orari indicati nella locandina:


Consegna del segno della croce ai giovanissimi il 23 marzo alla parrocchia di Fossolo

La parrocchia di Fossolo è lieta di annunciare un evento speciale pensato per tutti i giovani della Diocesi di Faenza-Modigliana, in particolare quelli che frequentano la prima e la seconda superiore. Il 23 marzo avrà luogo la Festa Giovanissimi, un momenti di incontro, riflessione e crescita spirituale. La serata inizierà alle 17:30 e si avrà l’occasione di ascoltare il racconto e la testimonianza sulla vita di Padre Daniele Badiali.

A seguire ci sarà un momento di preghiera guidato dal vescovo Mario Toso con la consegna del segno della croce, un rito significativo che rappresenta l’appartenenza alla comunità cristiana e il passo avanti nel proprio percorso di fede. La festa continuerà poi con una cena conviviale, al cui è richiesto un contributo di 5 euro.

Per informazioni e iscrizioni, potete contattare Brio al 338 995 3247 o Giacomo al 331 329 4899. Le iscrizioni sono aperte fino a domenica 17 marzo e si prega di specificare il numero di persone che parteciperanno alla cena e coloro che desiderano ricevere la consegna del segno della croce.


Circa 350 bambini alla Festa missionaria della Diocesi. Il sostegno a progetti in Kenya e Nuova Guinea

Domenica 25 febbraio si è svolta in Seminario a Faenza la Festa Missionaria dei bambini e ragazzi dalla prima elementare alla prima media. La festa è stata molto partecipata dalle parrocchie della Diocesi (sono stati coinvolti circa 350 bambini) che hanno assaporato un clima di incontro e allegria. La festa missionaria ha come scopo principale quello di sensibilizzare le menti dei più piccoli e giovani al tema della missionarietà.

Quest’anno il tema scelto era Cuori ardenti e piedi in cammino, tema che i bambini hanno sperimentato in squadre, svolgendo giochi, attività e ascoltando le testimonianze di giovani della Diocesi che sono stati in missione in Camerun e in Perù. Il coinvolgimento delle parrocchie va oltre alla giornata vissuta insieme: sono stati infatti raccolti i salvadanai, precedentemente consegnati, con all’interno risparmi e offerte dei bambini e delle loro famiglie, che serviranno per finanziare i progetti di missioni in Kenya, dove verrà costruita una scuola, e in Nuova Guinea per un progetto educativo. È emozionante ogni volta vedere la partecipazione e l’interesse dei bambini che ascoltano esperienze di missione e apprendere da loro l’arte di sapersi stupire.


Come essere una Chiesa sinodale in missione? Il 4 marzo a Faenza incontro in Seminario

Il Cammino Sinodale sta proseguendo. Dopo i primi due anni di ascolto (fase narrativa), in questo anno della fase sapienziale, in Diocesi ci viene chiesto di operare un vero e proprio discernimento comunitario per indicare passi possibili rispetto alle questioni emerse nei due anni precedenti (fase narrativa del Sinodo). Per aiutare i gruppi sinodali (parrocchiali e non) in questa fase, è stato preparato un documento Temi per il discernimento che è stato presentato a moderatori e segretari a novembre scorso, al termine del percorso di preparazione di tre incontri. Il documento (reperibile anche sul sito diocesano, nell’apposita sezione), vuole aiutare il lavoro dei gruppi di questo anno: una volta individuato un tema sul quale si vuole fare discernimento, si dovranno elaborare proposte.

I 4 temi emersi dalla Diocesi di Faenza-Modigliana

I temi sono quelli emersi dall’ascolto della nostra Diocesi dai primi due anni e sono quattro:

I Missione e prossimità,
II Linguaggio e liturgia,
III Formazioni vita,
IV Corresponsabilità e ministeri
.

Questo anno, riuniti nei gruppi, illuminati dalla Parola e dalla preghiera, si sta tuttora lavorando per mettere a fuoco proposte concrete, da inviare entro il 15 marzo all’équipe sinodale diocesana (sinodo@diocesifaenza.it): abbiamo ancora un mese scarso per raccogliere proposte e confidiamo che tanti gruppi stiano cogliendo tuttora questa preziosa opportunità!

Una serata aperta a tutti

Per dare ulteriore occasione di discernimento, proponiamo una serata di incontro, per aiutarci nella riflessione e attraverso il discernimento elaborare insieme proposte rispetto ai diversi temi: lunedì 4 marzo alle 20.30 in Seminario a Faenza (via degli Insorti 56, Sala “don Bosco”). La serata è aperta a tutti: moderatori, segretari, persone interessate e specie a chi non avrà occasione di portare il proprio contributo di questa fase all’interno di altri gruppi.

È necessaria l’iscrizione a questo link in cui andrà indicato anche il tema prescelto, in modo da fornire materiale su cui prepararsi e poter organizzare i diversi gruppi di discernimento della serata. Siamo grati del percorso fatto insieme fino a qui e ringraziamo quanti stanno impegnandosi sul cammino della Chiesa. Come essere Chiesa sinodale in missione? È il tempo del discernimento: aspettiamo le vostre proposte!

 


Dichiarazione Ceer sul fine vita: “Esprimiamo con chiarezza la nostra preoccupazione. La soluzione non è l’eutanasia”

La Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna si è riunita in Assemblea il 29 febbraio a Roma, dove si trova per la Visita ad Limina, e durante i lavori presieduti da Mons. Giacomo Morandi, Presidente Ceer e Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, ha predisposto una dichiarazione circa il fine vita, di cui si trasmette il testo.

 

Nascere, vivere, morire: tre verbi che disegnano la traiettoria dell’esistenza. La persona li attraversa, forte della sua dignità che l’accompagna per tutta la vita: quando nasce, cresce, come quando invecchia e si ammala. Sperimenta forza e vulnerabilità, intimità e vita sociale, libertà e condizionamenti.

Gli sviluppi della medicina e del benessere consentono oggi cure nuove e un significativo prolungamento dell’esistenza. Si profila così la necessità di modalità di accompagnamento e di assistenza permanente verso le persone anziane e ammalate, anche quando non c’è più la possibilità di guarigione, continuando e incrementando l’ampio orizzonte delle “cure”, cioè di forme di prossimità relazionale e mediche.

Alla base di questa esigenza ci sono il valore della vita umana, condizione per usufruire di ogni altro valore, che costruisce la storia e si apre al mistero che la abita, e la dignità della persona, in intrinseca relazione con gli altri e con il mondo che la circonda. Il valore della vita umana si impone da sé in ogni sua fase, specialmente nella fragilità della vecchiaia e della malattia. Proprio lì la società è chiamata ad esprimersi al meglio, nel curare, nel sostenere le famiglie e chi è prossimo ai malati, nell’operare scelte di politiche sanitarie che salvaguardino le persone fragili e indifese, e attuando quanto già è normato circa le cure palliative. Impegno, questo, che qualifica come giusta e democratica la società.

Procurare la morte, in forma diretta o tramite il suicidio medicalmente assistito, contrasta radicalmente con il valore della persona, con le finalità dello Stato e con la stessa professione medica.

La proposta della Regione Emilia-Romagna di legittimare con un decreto amministrativo il suicidio medicalmente assistito, con una tempistica precisa per la sua realizzazione, presumendo di attuare la sentenza della Corte Costituzionale 242/2019, sconcerta quanti riconoscono l’assoluto valore della persona umana e della comunità civile volta a promuoverla e tutelarla.

Anche noi, Vescovi dell’Emilia-Romagna, pellegrini a Roma alle tombe degli Apostoli, vogliamo offrire un nostro contributo, sulla base della condivisa dignità della persona e del valore della vita umana, rivolgendoci non solo ai credenti ma a tutte le donne e gli uomini.

Esprimiamo con chiarezza la nostra preoccupazione e il nostro netto rifiuto verso questa scelta di eutanasia, ben consapevoli delle dolorose condizioni delle persone ammalate e sofferenti e di quanti sono loro legati da sincero affetto. Ma la soluzione non è l’eutanasia, quanto la premurosa vicinanza, la continuazione delle cure ordinarie e proporzionate, la palliazione, e ogni altra cosa che non procuri abbandono, senso di inutilità o di peso a quanti soffrono.

Tale prossimità e le ragioni che la generano hanno radici nell’umanità condivisa, nel valore unico della vita, nella dignità della persona, e trovano sorgente, luce e forza ulteriore in Gesù di Nazareth che, proprio sulla Croce, nella fase terminale della esistenza, ci ha redenti e ci ha donato sua madre, scambiando con Lei, con il discepolo amato e con chi condivideva la pena, parole e un testamento di vita unico, irrinunciabile, non dissimili a quelle confidenze che tanti cari ci hanno lasciato sul letto di morte.

Il suo dolore, crudelmente inferto, accoglie ed assume ogni sofferenza umana, innestandola nel mistero di Pasqua, mistero di Morte e di Risurrezione.

 

Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna

 

Visita ad limina: il Vescovo Mario in udienza da papa Francesco. Il dialogo sul ruolo importante del laicato

Quando come vescovi dell’Emilia-Romagna siamo arrivati per incontrare papa Francesco era già al lavoro. Mentre attendevamo di entrare da lui uscivano alcuni gruppi che lo avevano salutato. Ci ha accolti con un breve saluto personale. Seduti attorno a lui ci ha spiegato brevemente come dovevamo procedere nei nostri interventi dopo le parole di inizio.

Papa Francesco è parso paterno, famigliare, lucido e preciso in ciò che intendeva proporre a noi vescovi provenienti da una grande Regione in cui si è chiamati a proseguire con una grande passione evangelizzatrice. Mi ha colpito in particolare il suo riferimento al ruolo importante del laicato nella Chiesa e nel mondo. I laici, talvolta, non si sentono identificati con la loro missione evangelizzatrice (cf Evangelii gaudium, n. 79). Finiscono per soffocare la gioia della missione in una specie di ossessione per essere come tutti gli altri, perdendo incisività nel loro compito di evangelizzatori nei vari ambiti della vita. Questo depotenzia il loro ruolo sia nella costruzione della Chiesa sia nel dialogo sociale ove è indispensabile che tutti gli interlocutori mantengano la loro identità mentre rispettano il punto di vista dell’altro, per non scadere in monologhi che non trovano nessun punto di incontro (cf Fratelli tutti n. 203) nella ricerca comune della verità.

Il sottoscritto ha avuto la possibilità di offrire al pontefice l’ultimo volume Chiesa e democrazia (Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa, Roma 2024) scritto in vista della prossima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia (Trieste 3-7 luglio), avente come titolo Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro.

                                                           + Mario Toso

Visita ad limina. Tutti i vescovi dell’Emilia-Romagna in udienza da papa Francesco

Il 29 febbraio in Vaticano i Vescovi della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna (Ceer) sono stati ricevuti da Papa Francesco in Udienza privata nella Biblioteca del Palazzo Apostolico in occasione della Visita ad Limina Apostolorum, in corso dal 26 febbraio al 2 marzo.

Erano presenti i Vescovi delle Diocesi dell’Emilia-Romagna – tra cui il nostro Vescovo, Mons. Mario Toso, insieme al Presidente Ceer, Mons. Giacomo Morandi, Vescovo di Reggio Emilia, e al Presidente Cei, Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna. L’incontro è stato un dialogo di oltre due ore e l’Udienza, già programmata per lunedì 26, era stata rinviata ad oggi per la persistenza di lievi sintomi influenzali del Papa. In questa settimana di Visita ad Limina si stanno pure svolgendo le visite dei Vescovi nei vari Dicasteri Vaticani, le celebrazioni liturgiche in alcune Basiliche e la visita alle tombe degli Apostoli.

I Vescovi Ceer, inoltre, hanno partecipato all’Udienza Generale di Papa Francesco mercoledì 28 nell’Aula Paolo VI, dove erano presenti anche i pellegrini provenienti dalle Diocesi della regione e migliaia di fedeli giunti da tutta Italia e dal mondo. Nel pomeriggio di mercoledì 28 i Vescovi della regione hanno concelebrato la Messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano alla presenza dei pellegrini delle Diocesi
dell’Emilia-Romagna.

 

Per servizi, testi, immagini e foto consultare i siti delle Diocesi dell’Emilia-Romagna e i siti https://photo.vaticanmedia.va/it/ e https://www.vatican.va


Chiesa e democrazia: il nuovo libro del vescovo mons. Mario Toso

Un nuovo volume di S. Ecc. Mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, per avvicinarsi e arrivare preparati alla prossima Settimana sociale dei cattolici in Italia. Si tratta di Chiesa e democrazia, edito dalla Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa, Roma 2024, pp. 272.

La democrazia non è mai una conquista definitiva

La democrazia cresce con l’uso della partecipazione. Impoverisce se diventa un insieme di processi formali, burocratici, procedure senza anima. In essa non ci può essere una sistematica frustrazione del sogno e della profezia. La democrazia non può ridursi ad un insieme di processi incapaci di ascoltare tante realtà associative. La democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo, una formalità, perde rappresentatività. Lascia fuori il popolo, i poveri, nella costruzione del bene comune, nella lotta quotidiana per la dignità, nell’approvazione delle leggi.

In una prospettiva di una democrazia sostanziale, partecipativa, deliberativa, inclusiva, ci si chiede nel DOCUMENTO PREPARATORIO DELLA 50ASETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI IN ITALIA. Al cuore della democrazia#PartecipareTraStoriaeFuturo, Trieste (3-7 luglio 2024), quale coinvolgimento, oltre alla gente comune, è dato agli immigrati? Questi sono, oltre che accolti, promossi ed integrati?

Nonostante tante frustrazioni, delusioni rispetto ad una democrazia con luci ma con non poche ombre, nella società italiana si legge il desiderio di una ripartenza, verso una nuova cittadinanza fondata sul contributo di tutti. Rispetto a ciò sollecita la stessa enciclica di papa Francesco Fratelli tutti. Il Documento preparatorio della prossima Settimana sociale definisce una tale enciclica un abecedario, ove i cristiani possono trovare le prime lettere dell’alfabeto politico, in un contesto socioculturale in cui siamo tutti un po’ «analfabeti funzionali» (cf p. 24).

Ma se si ha a cuore la partecipazione come dinamica della rivitalizzazione della democrazia bisognerà generare reali occasioni in cui prendere la parola, proporre, ascoltarsi, condividere, immaginare con riferimento alle grandi questioni: il potere, l’educazione, la dimensione pratica della carità, la responsabilità della cura dei luoghi e dell’ambiente, l’immaginazione politica.

Al termine dell’elenco si pone nel Documento preparatorio una finestra, a p. 28, con alcune domande. Tra queste la prima mi pare di particolare rilevanza per la partecipazione nella democrazia e per la nostra riflessione. È bene evidenziarla, per non perdersi in un discorso vago. Ecco la prima domanda: «Ci siamo ritirati nel sociale, nell’impegno civile e di volontariato abbandonando la presenza in politica. Come recuperare questo spazio di presenza e di impegno?».

Si tratta di una domanda per nulla banale che, però, espressa com’è, lascia in ombra il problema della partecipazione politica attraverso i partiti. La partecipazione attraverso i partiti sembra essere divenuta, in non pochi ambiti, quasi un tema tabù, per la sua delicatezza, per le questioni che implica. E, tuttavia, è un tema che non può essere evaso, allorché, come appare nel Documento preparatorio, ci si ripropone di andare al cuore della democrazia mediante la partecipazione. Questa si articola in diversi modi e su più piani.

Può essere di aiuto, per farsi una visione più completa della questione della partecipazione in democrazia un rapido excursus sulla stessa Dottrina o Insegnamento sociale della Chiesa come si può reperire nel recente volume M. TOSO, Chiesa e democrazia, Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa, Roma 2024, pp. 272.