Domande e risposte. Come è ormai consuetudine quando il Papa incontra i vescovi italiani riuniti in assemblea. È successo anche ieri pomeriggio nell’Aula del Sinodo in Vaticano. E tra le risposte più significative di Francesco c’è quella relativa all’accorpamento delle diocesi in persona episcopi. Non una strada tracciata definitivamente. Anzi, dopo queste prime sperimentazioni è bene fermarsi a riflettere. Lo riporta Avvenire, a seguito dell’incontro in apertura dell’Assemblea generale della Cei.
A proposito di diocesi, diverse domande hanno riguardato la questione degli accorpamenti. Come riferisce monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, al quotidiano Avvenire: «le recenti visite ad limina hanno fornito al Papa informazioni che, come ci ha detto egli stesso nel rispondere alle domande, non gli erano ben presenti in precedenza. Le difficoltà emerse, dunque, inducono ad affrontare la questione con un surplus di riflessione, per cui non è detto che questa debba essere la via da perseguire anche in futuro».
Certamente invece bisognerà prestare attenzione ai Seminari. Laddove i seminaristi sono troppo pochi si potrebbe pensare a strutture di livello regionale o per lo meno interdiocesano. Una soluzione che il Papa ha sempre raccomandato e che tornato a caldeggiare ieri pomeriggio. Più in generale la cura delle vocazioni e l’accompagnamento dei sacerdoti, «che hanno bisogno di incoraggiamento», sono due dei temi maggiormente toccati nel corso dello scambio con i vescovi. Monsignor Toso ha riferito che il Papa ha molto sottolineato questi due aspetti. Ma il calo delle vocazioni e del numero dei preti non deve essere vissuto in maniera catastrofica. Il vescovo di Faenza-Modigliana a tal proposito ricorda: «Ci ha invitato ad affrontare questo momento di difficoltà con entusiasmo, perché il Signore cammina con noi e ci permette di guardare i problemi con uno spirito nuovo».