Con una grande festa la comunità di Brisighella ha accolto domenica 17 settembre don Marco Ferrini come nuovo parroco. «Brisighella ha profonde radici di fede e di cultura, manifestate nel tempo da persone qualificate sul piano ecclesiale e civile – ha ricordato il vescovo monsignor Mario Toso nella sua omelia -. Basti pensare alle grandi figure di parroci e di vicari, nonché di eminenti cardinali, che hanno servito la Chiesa ai massimi livelli. È importante che tali radici vengano riscoperte e fatte conoscere».
L’omelia del vescovo Mario Toso per l’ingresso di don Marco Ferrini
«È necessario, tuttavia – invita il vescovo -, che non ci si fermi alla commemorazione o a una sterile replica, ma che si offrano contenuti e azioni di coinvolgimento delle nuove generazioni con le quali costruire ambienti, modi e linguaggi attuali per meglio trasmettere la fede ed incarnarla nella vita. Citare solo il passato, rimpiangendolo, imprime forse nei giovani il disamore per le radici, li schiaccia. Occorre coinvolgerli in modo da renderli protagonisti di quel futuro che appartiene a tutti, ma specialmente a essi. I giovani vanno accompagnati, non lasciati a sé stessi, come succede spesso. Essi devono sperimentare la simpatia della comunità intera, dei genitori e degli adulti, che fanno giungere a loro la percezione netta e chiara di essere amati e considerati un tesoro prezioso per la Chiesa e per la società».
Monsignor Toso ha suggerito la strada per fare questo: «Reiventando ambienti di vita e mondi associativi che li accolgono, li responsabilizzano, facendoli vivere in amicizia, coinvolgendoli in attività e percorsi di bene che consentono di coniugare insieme fede e vita – indica il vescovo -. Così facevano un tempo i parroci e i giovani preti, i dirigenti delle molteplici associazioni ecclesiali di Brisighella. Le radici sono fonti, non sono prototipi da clonare. Forniscono linfa per nuove azioni creative e pedagogiche. Non bisogna dimenticare che talora sono necessari luoghi di incontro dove i giovani, provenienti da famiglie in difficoltà o divise, trovano educatori adulti o anche famiglie che offrono una “casa” di fratelli e di sorelle in cui stare insieme nella gioia e nel gioco, studiando, facendo le lezioni, pregando, cantando, rispettandosi e aiutandosi nell’uscire dalle loro solitudini e fragilità. Cose semplici, non artefatte, ma che mettono in grado di acquisire autostima e che consentono di fiorire in umanità e nella fede».
«Proprio per questo e perché i giovani hanno bisogno di educatori e testimoni che li accolgano nella loro condizione e li facciano incontrare con il Signore Gesù – precisa monsignor Toso – nel febbraio dello scorso anno ho conferito un mandato all’associazione di promozione sociale “Un raggio splenderà”, costituita su impulso di Roberto Zama e di Elisa Fabbri, per operare a favore dei giovani del territorio e non solo».
“Brisighella ha bisogno di unità: meno critiche, occorre lavorare tutti insieme”
Allargando lo sguardo su tutta la comunità, Brisighella ha, in particolare, bisogno di unità. «Sono oggi necessarie tutte le forze disponibili per far “ripartire” la città e il territorio – ha detto il vescovo -, che patisce da anni l’allontanamento dalla chiesa di gran parte della gente, la debolezza nella proposta educativa e culturale, l’impoverimento nella visione della vita, la pochezza di lavoro pastorale. Non si può solo guardare e criticare, rimanendo rinchiusi nelle proprie spelonche telematiche, dalle quali si pontifica e si insulta chi è in prima linea. Occorre lavorare tutti insieme, aiutandosi reciprocamente, investendo sulla comunità cristiana e sul territorio».
«Caro don Marco – ha concluso il presule -, non ti manca l’esperienza pastorale. Non ti sarà difficile, con l’aiuto dello Spirito santo, di accrescere nella comunità cristiana di questo territorio una comunione palpitante di amore missionario, congiunta a un forte impegno educativo, culturale e sociale».
Foto Leporesi