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Si celebra la 47ª Giornata per la vita e la 33ª Giornata del malato. Domenica 2 febbraio torna Una primula per la vita.

Tornano gli appuntamenti con la 47ª Giornata per la Vita e la 33ª Giornata Mondiale del Malato. Un’occasione per riflettere sul dono della vita e sulla vicinanza ai malati attraverso momenti di preghiera, incontri e gesti di solidarietà. Il programma si articola in diverse iniziative che coinvolgeranno parrocchie e comunità locali.

Domenica 2 febbraio l’iniziativa “Una primula per la vita”

La 47ª Giornata Nazionale per la Vita sarà celebrata domenica 2 febbraio con l’iniziativa “Una primula per la vita”, promossa dal Movimento per la Vita. In diverse parrocchie verranno distribuite le primule, simbolo della bellezza e della fragilità della vita, per sensibilizzare la comunità sull’importanza della difesa della vita e raccogliere fondi a sostegno di progetti pro-life. In piazza sabato 1 febbraio truccabimbi e domenica 2 dalle 15 musica con Le Panche di legno

Martedì 16 febbraio: Giornata Mondiale del Malato

Domenica 16 febbraio alle 20.30 presso il Seminario vescovile in via degli Insorti, incontro sul tema Vita: speranza che non delude. Incontro con Milena Grimolizzi, ginecologa presso il Morgagni di Forlì e i coniugi Maicol Lucchi e Francesca Ghetti, medico palliativista. Modera l’incontro Claudia Monti, consulente familiare presso il consultorio Ucipem Faenza.


Ri-creazione. Vita da studente. Incontri aperti in Seminario dal 3 al 7 febbraio

aula studio

Dal 3 al 7 febbraio, con inizio alle 17, nella rinnovata aula San Pier Damiani (presso le aule studio della Biblioteca Cicognani del Seminario di Faenza e di fianco alla nuova sede de il Piccolo) si terranno gli incontri “Ri-Creazione. Vita da studente”. Venti minuti di spunti di riflessione e di condivisione sulla vita universitaria con il rettore del Seminario, don Michele Morandi.
La partecipazione è gratuita, non occorre iscriversi.


Coldiretti, Confartigianato e Fondazione Symbola consegnano al vescovo Mario la statuetta del presepe: un’artigiana del settore caseario

presepe 2024

Èstato consegnato al vescovo, monsignor Mario Toso, il nuovo personaggio del presepe 2024 nell’ambito dell’iniziativa promossa ogni dicembre a livello nazionale da Fondazione Symbola, Confartigianato e Coldiretti. Obiettivo di quella che è ormai una tradizione a tutti gli effetti è aggiungere alla rappresentazione della Natività figure che ci parlino del presente ma anche del futuro. In particolare, quest’anno, la statuina rappresenta un’artigiana del settore caseario, simbolo della qualità del cibo made in Italy e dei saperi che lo valorizzano.

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La statuina, realizzata dal maestro artigiano leccese Claudio Riso, una figura di eccellenza nel campo della produzione artistica in cartapesta, incarna la ricerca della materia prima, la cura delle produzioni, la certificazione e la tracciabilità dei prodotti, quindi la sicurezza alimentare e il riconoscimento di un valore aggiunto che l’artigianalità esprime.

Presenti alla consegna e allo scambio di auguri con il vescovo il direttore di Coldiretti Ravenna Assuero Zampini insieme al Segretario di Zona del comprensorio faentino Pier Costante Montanari e per Confartigianato Ravenna il presidente della Romagna Faentina Umberto Campalmonti e il segretario Alberto Mazzoni.

Il Presepe è una delle tradizioni che trasmette speranza e serenità anche nei momenti difficili che stiamo attraversando, è la “buona Novella” che diventa presente e significa rinascita, mettersi in cammino, stare vicini alle persone e al territorio, includere, è la famiglia. Nel 2020 la statuina rappresentava un’infermiera, nel 2021 un imprenditore digitale, nel 2022 una florovivaista, nel 2023, attraverso un maestro imprenditore e il suo apprendista, la trasmissione del saper fare attraverso le generazioni.


Santo Natale: il calendario delle celebrazioni in Cattedrale

La Basilica Cattedrale di Faenza si prepara a celebrare il Natale 2024 con un ricco calendario di appuntamenti liturgici per accompagnare i fedeli in ogni momento di questo periodo di grande significato spirituale.

La Novena di Natale, dal 17 al 24 dicembre, sarà scandita dalla celebrazione della Santa Messa quotidiana alle ore 8, arricchita dalla recita della Novena.

Domenica 22 dicembre, IV Domenica di Avvento, sarà caratterizzata da diverse celebrazioni eucaristiche, alle ore 8, 10.30, 12 e 18, e da un’ampia disponibilità per le confessioni, sia al mattino che al pomeriggio.

Il 24 dicembre, Vigilia di Natale, sarà una giornata di grande attesa e raccoglimento. Dopo le confessioni, che proseguiranno per tutta la giornata, i fedeli potranno partecipare alla Veglia di Natale, alle ore 23.30, seguita dalla Messa della Notte presieduta da S.E. Mons. Mario Toso alle ore 24.

La Solennità del Natale del Signore, il 25 dicembre, sarà celebrata con la Santa Messa delle ore 10.30 presieduta da Mons. Mario Toso e quella delle ore 18, presieduta da Mons. Michele Morandi, preceduta dai Vespri solenni delle 17.30.

Il 26 dicembre, la Chiesa ricorda Santo Stefano Martire con le messe del mattino e del pomeriggio. Domenica 29 dicembre, la Festa della Santa Famiglia sarà un momento speciale, segnato dall’apertura dell’Anno Giubilare in Diocesi durante la Messa delle ore 18 presieduta da Mons. Mario Toso.

Tra i momenti più significativi vi sarà il Te Deum di Ringraziamento il 31 dicembre e la celebrazione della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, il 1° gennaio, Giornata Mondiale della Pace. Le messe saranno accompagnate dall’Adorazione eucaristica e dai Vespri.

Infine, il calendario proseguirà fino al 6 gennaio con la Solennità dell’Epifania e si concluderà il 12 gennaio con la Festa del Battesimo del Signore.

Le celebrazioni rappresentano un invito rivolto a tutta la comunità a vivere intensamente il mistero del Natale, riscoprendo il significato profondo della venuta di Cristo.

 


Nota della Diocesi sull’amministrazione dei Sacramenti

Il 24 ottobre scorso il Vescovo Mario Toso ha provveduto a fare notificare al Sacerdote Antonio Samorì un Precetto singolare, ossia un atto amministrativo, con il quale ha disposto che il predetto Sacerdote si attenga all’osservanza della legge canonica. Infatti don Antonio è stato Parroco ma oggi non ricopre più un ufficio ecclesiastico determinato, trovandosi in previdenza integrativa, ossia il corrispettivo del pensionamento nell’ordinamento civile.

Di conseguenza la celebrazione della S. Messa e l’amministrazione dei Sacramenti dipendono dalla richiesta delle Autorità Superiori e, in particolar modo, dai Parroci.

Il giudizio circa l’opportunità della loro amministrazione e l’annotazione dei Sacramenti sono riservati ai Parroci. A questo proposito è bene ricordare che nessun sacerdote può amministrare il Battesimo, tanto meno la Confermazione che è riservata al Vescovo o a un suo Delegato, eccetto il caso di pericolo di morte, fuori dell’ambito delle Parrocchie o senza l’esplicito mandato del Parroco del luogo. Il mancato rispetto di queste norme pregiudica la validità dei Sacramenti, anche di quella civile con riferimento ai matrimoni.

Nella sua posizione giuridica Don Antonio non può certificare o annotare nulla in qualche registro parrocchiale, come per esempio quelli delle parrocchie dove aveva svolto un ministero, né, appunto non essendo più parroco, può assistere ai Matrimoni senza un’esplicita delega del parroco competente e sempre nelle circostanze stabilite dalle normative.

Il Vescovo, chiamandolo all’osservanza della legge, gli ricorda in questo modo che il Sacerdote è un servitore che esercita il Sacramento dell’Ordine solo se e in quanto richiesto all’interno della Comunione gerarchica, ambito in cui il dono del Signore ricevuto va speso secondo le indicazioni concrete del Vescovo e della Chiesa stessa. L’inosservanza di questa norma costitutiva può dar luogo a provvedimenti molto più gravi.

Si annota, a margine, che anche i fedeli per ricevere i Sacramenti del Signore di cui si è detto sopra, devono rivolgersi ai pastori designati, ossia ai Parroci propri, anche se i fedeli sono legati da conoscenza o amicizia verso un altro presbitero.

Saranno i Parroci a valutare se chiamare a collaborare al compito loro assegnato un diverso presbitero, mentre parimenti è obbligo dei fedeli rispettare la struttura delle Diocesi, che si articolano nello snodo tra Vescovo e Parrocchie del territorio.

Il Vescovo ha nominato il dott. Stefano Lega nuovo economo diocesano. Succede a Maurizio Ghini

stefano lega diacono

Il Vescovo, S.E. Mons. Mario Toso, dopo avere sentito il Consiglio diocesano per gli affari economici e il Collegio dei Consultori, ha nominato il Diacono Dott. Stefano Lega Economo diocesano per il prossimo quinquennio a partire dal 24 novembre 2024.

A norma del diritto all’Economo diocesano spettano tutti i diritti e i doveri in materia di amministrazione dei beni della Diocesi e i compiti di vigilanza sulle Persone giuridiche soggette all’Ordinario diocesano.

Il Vescovo ha formulato al Dott. Maurizio Ghini il più sentito ringraziamento, sia personale che a nome della Chiesa di Faenza-Modigliana, per il competente e generoso servizio prestato per molti anni.


La Diocesi di Imola entra nella “Comunità energetica rinnovabile Ecologia integrale” della Diocesi di Faenza

La Diocesi di Imola entra nella “Comunità energetica rinnovabile Ecologia Integrale”, costituita dalla Diocesi di Faenza-Modigliana e da altri enti ecclesiastici. Questo primo passo rappresenta per tutta la Diocesi di Imola «un segno tangibile di un percorso di discernimento, approfondimenti e incontri fatti all’interno dell’Ufficio Pastorale Lavoro e Ambiente, nato con l’obiettivo di attuare le indicazioni della Settimana Sociale dei Cattolici di Taranto del 2021 che metteva l’ambiente e l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco al centro – sottolinea il vescovo di Imola, monsignor Giovanni Mosciatti -. Infatti “ecologia integrale” è un concetto chiave dell’enciclica: tutto è connesso, la cura del creato infatti ha implicazioni positive non solo sull’ambiente, ma è legata a questioni di giustizia sociale ed economica».

Nel 2020, in una piazza San Pietro deserta a causa del Covid, risuonavano le parole di Papa Francesco: «Nessuno si salva da solo». In una società sempre più individualistica, piena di conflitti e divisioni, «crediamo fortemente che rimettersi insieme, condividere un percorso, fare comunità, sia urgente e necessario per la salute precaria della nostra società – aggiunge monsignor Mosciatti -. Nello specifico la Comunità energetica va oltre, è un processo popolare, il cittadino diventa “prosumer”, cioè produttore e consumatore di energia. Questo modello favorisce una partecipazione attiva alla vita comunitaria, rafforza i legami sociali e promuove la giustizia energetica. Così è possibile costruire un futuro sostenibile e solidale, dove l’energia non è solo una risorsa, ma un bene comune condiviso».

La comunità energetica, nata a Faenza, ma abbracciata negli intenti da Imola, è il risultato di un impegno condiviso tra parrocchie, famiglie, imprenditori e varie realtà del territorio. L’energia che verrà prodotta con i pannelli fotovoltaici sui tetti di parrocchie e strutture ecclesiali, con il coinvolgimento di privati, aziende e comunità, non solo soddisferà il fabbisogno energetico, ma contribuirà anche a ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili e a combattere la povertà energetica. Con la Diocesi di Faenza è stata trovata una grande condivisione di valori e di intenti, per questo motivo è stato facile fare comunità e mettersi insieme per lavorare per il bene comune.

L’equipe è al lavoro per delineare le regole operative della CER, insieme ai tecnici si stanno individuando i siti di produzione e studiando la suddivisione del territorio e della rete elettrica in cabine primarie. In fase di elaborazione anche un piano industriale e di rientro degli investimenti, consapevoli che ​per concretizzare quanto detto occorre elaborare un progetto sostenibile anche sul piano economico.

«Adesso è tempo che tutte le parrocchie, le scuole, le associazioni e le famiglie della nostra diocesi partecipino attivamente a questo progetto – conclude il vescovo di Imola -. Siamo chiamati a vivere questa trasformazione non solo come un cambiamento tecnico, ma come un percorso di crescita spirituale e comunitaria. Ogni contributo, grande o piccolo, sarà prezioso per costruire insieme un futuro più giusto e sostenibile. La nostra comunità energetica è un segno tangibile della nostra fede in azione. È un modo concreto di rispondere all’appello di Papa Francesco per una conversione ecologica, promuovendo la sostenibilità e la giustizia sociale. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto e invito ciascuno di voi a continuare a pregare e a lavorare per il bene comune».

Le celebrazioni diocesane per la Solennità dei Santi e dei fedeli defunti

Dalla Messa di Ognissanti alla commemorazione al cimitero, il vescovo monsignor Mario Toso invita la comunità a tre giorni di raccoglimento e preghiera per i defunti.

Celebrazione di Tutti i Santi

La Solennità di Tutti i Santi, che cade venerdì 1° novembre, sarà un momento liturgico di grande raccoglimento per la comunità diocesana. Alle 10.30, nella Cattedrale di Faenza, il vescovo monsignor Mario Toso presiederà la Messa episcopale dedicata alla venerazione di tutti i santi, richiamando i fedeli a riflettere sulla chiamata universale alla santità.

Commemorazione dei fedeli defunti

Sabato 2 novembre, Giornata della Commemorazione dei defunti, la diocesi si ritroverà per un momento di preghiera in memoria di tutti i cari scomparsi. La celebrazione si terrà alle 10.30 presso il piazzale del cimitero di Faenza, dove il vescovo Mario Toso presiederà la Messa episcopale e, al termine, guiderà la benedizione delle tombe. Questo momento solenne rappresenta un’occasione per affidare a Dio tutti coloro che ci hanno preceduto e rinnovare la speranza cristiana nella resurrezione.

Suffragio per i vescovi defunti

Domenica 3 novembre, infine, alle 18 nella Cattedrale di Faenza, si terrà una Messa in suffragio dei vescovi defunti della diocesi di Faenza-Modigliana. Anche in questa occasione, sarà il vescovo monsignor Mario Toso a presiedere la celebrazione eucaristica, per un momento di preghiera comunitaria volto a ricordare il prezioso servizio pastorale dei predecessori.

Queste celebrazioni invitano tutta la comunità diocesana a vivere con intensità e raccoglimento i primi giorni di novembre, rafforzando il legame con i santi e la memoria dei defunti, in un percorso di fede e speranza condiviso.

A Faenza il 9 novembre il convegno regionale di Pastorale Vocazionale

 

 

Il Convegno Regionale di Pastorale Giovanile Vocazionale “MI HA MANDATO A TE IL SIGNORE….” Accompagnati accompagniamo si svolgerà sabato 9 novembre presso il Seminario di Faenza. In allegato condividiamo il volantino in cui trovate il programma e le note organizzative per iscriversi entro il 4 novembre a questo link.

Vi invitiamo a diffondere l’invito attraverso i canali di comunicazione delle Diocesi, delle associazioni e dei movimenti per favorire un’ampia partecipazione tra sacerdoti, consacrati/e, equipe di pastorale giovanile-vocazionale, educatori, capi scout, gli insegnanti di IRC e tutti coloro che fossero interessati a partecipare. Desideriamo vivere una bella occasione di incontro in cui sentirci sempre più Chiesa guidata dallo Spirito per accompagnare i giovani che ci vengono affidati dal Signore come tesoro prezioso della nostra amata terra emiliano-romagnola.

 

 


Nuovi canonici

Nella celebrazione della solennità dell’Anniversario della dedicazione della Cattedrale, il Vescovo Mario ha nominato quattro nuovi canonici nel capitolo della Cattedrale: Mons. Mariano Faccani Pignatelli, don Paolo Bagnoli, don Francesco Cavina, don Marco Donati.

“Ben lungi dall’essere un titolo semplicemente onorifico, questa nomina esprime innanzitutto un servizio. I canonici, infatti, sono chiamati, compatibilmente al mandato pastorale affidato a ciascuno, ad animare, in forma collegiale, il culto della Basilica cattedrale e, in particolare, il sacramento della penitenza. La Cattedrale è un segno visibile dell’unità della Chiesa locale che il vescovo presiede nel nome del Signore e in comunione con la Chiesa. I presbiteri, primi collaboratori del ministero episcopale, costituiti in un presbiterio, sono chiamati a con-presiedere in comunione con il vescovo, accogliendo le sue indicazioni pastorali e ad essere presenti con lui, quando presiede l’eucarestia in particolare nelle celebrazioni principali: “… tutti devono dare la più grande importanza alla vita liturgica della diocesi che si svolge intorno al vescovo, principalmente nella chiesa cattedrale, convinti che c’è una speciale manifestazione della Chiesa nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il vescovo circondato dai suoi sacerdoti e ministri” (Sacrosantum concilium 41). La collegialità espressa dal Capitolo dei canonici non aggiunge nulla alla comunione già presente in virtù della comune ordinazione e missione, ma può offrire uno stimolo e un esempio al  presbiterio affinché si sia sempre più consapevoli di costituire “con il vescovo un solo presbiterio, sebbene destinato a uffici diversi”(Presbiterorum ordinis 28) e ad essere consapevoli che il soggetto di azione pastorale è la Chiesa locale, anche se articolato in singole comunità locali dove i presbiteri “rendono in un certo modo presente il vescovo” (Presbiterorum ordinis 28). In questo senso le parrocchie della Città hanno una chiamata particolare ad essere unite strettamente al Vescovo e al “segno” della Cattedrale che esprime, come già detto l’unità della Chiesa locale. Mente vi ringrazio per il ministero che già esercitate, vi chiedo di assumere con fede anche questo servizio a vantaggio dell’unità della Chiesa locale, invitandovi a preparare, coinvolgendo anche altri presbiteri se necessario, un servizio sistematico di disponibilità per il sacramento della Riconciliazione, in particolare in vista del prossimo anno giubilare”. – Dalla lettera del Vescovo Mario ai Canonici.