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Rito per la riconciliazione dei singoli penitenti

RITO PER LA RICONCILIAZIONE
DEI SINGOLI PENITENTI

 

Nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen.

 

Il sacerdote invita il penitente alla fiducia in Dio, con queste parole o altre simili:

1a formula
Il Signore,
che illumina con la fede i nostri cuori,
ti dia una vera conoscenza dei tuoi peccati
e della sua misericordia.

Il penitente risponde:
Amen.

 

2a formula

Accòstati con fiducia a Dio Padre:
egli non vuole la morte del peccatore,
ma che si converta e viva.

R. Amen.

 

3a formula

Ti accolga con bontà il Signore Gesù,
che è venuto per chiamare e salvare i peccatori.
Confida in lui.

R. Amen.

 

4a formula

La grazia dello Spirito Santo illumini il tuo cuore,
perché tu possa confessare con fiducia
i tuoi peccati
e riconoscere la misericordia di Dio.

R. Amen.

 

5a formula

Il Signore sia nel tuo cuore,
perché tu possa pentirti
e confessare umilmente i tuoi peccati.

R. Amen.

 

6a formula

Se hai peccato, non perderti d’animo:
abbiamo un avvocato presso il Padre,
Gesù Cristo il giusto.
Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati
e non soltanto per i nostri,
ma anche per quelli di tutto il mondo.

R. Amen.

 

LETTURA DELLA PAROLA DI DIO

Il sacerdote, secondo l’opportunità, legge o dice a memoria qualche testo della sacra Scrittura, in cui si parla della misericordia di Dio e viene rivolto all’uomo l’invito a convertirsi.

Guardiamo con fede
a Gesù Cristo Signore,
crocifisso per i nostri peccati
e risorto per la nostra salvezza:

Is 53, 4-6

Egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza
si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.

Oppure:
Ez 11, 19-20

Ascoltiamo la parola del Signore:
Darò loro un cuore nuovo
e uno spirito nuovo metterò dentro di loro;
toglierò dal loro petto il cuore di pietra
e darò loro un cuore di carne,
perché seguano i miei decreti
e osservino le mie leggi
e li mettano in pratica;
saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio.

Oppure:
Mt 6, 14-15

Ascoltiamo la parola del Signore:

Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe,
il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi;
ma se voi non perdonerete agli uomini,
neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

Oppure:
Mc 1, 14-15

Dopo che Giovanni fu arrestato,
Gesù si recò nella Galilea
predicando il vangelo di Dio e diceva
«Il tempo è compiuto
e il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete al vangelo».

Oppure:
Lc 6, 31-38

Ascoltiamo la parola del Signore:

Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che meritò ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.

Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio.

Oppure:
Lc 15, 1-7

Si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo : Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione».

Oppure:
Gv 20, 19-23

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: « Pace a voi! ». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo : «Pace a voi ! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».

Oppure:
Rm 5, 8-9

Dio dimostra il suo amore verso di noi
perché, mentre eravamo ancora peccatori,
Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora,
giustificati per il suo sangue,
saremo salvati dall’ira per mezzo di lui.

Oppure:
Ef 5, 1-2

Fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi,
e camminate nella carità,
nel modo che anche Cristo vi ha amato
e ha dato se stesso per noi,
offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.

Oppure:
Col 1, 12-14

Ringraziamo con gioia il Padre
che ci ha messi in grado di partecipare
alla sorte dei santi nella luce.
È lui infatti che ci ha liberati
dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti
nel regno del suo Figlio diletto,
per opera del quale abbiamo la redenzione,
la remissione dei peccati.

Oppure:
Col 3, 8-10.12-17

Ora deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca. Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore.
Rivestitevi dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!
La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.

Oppure:
1 Gv 1, 6-7.9

Se diciamo che siamo in comunione con Dio e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa.

Si possono prendere anche le letture proposte per il rito della riconciliazione di più penitenti, nn. 67-167, oppure altre letture dalla sacra Scrittura a scelta del sacerdote e del penitente.

 

CONFESSIONE DEI PECCATI
E ACCETTAZIONE DELLA SODDISFAZIONE

Il penitente premette, se d’uso, una formula di confessione generale e poi confessa i suoi peccati. Il sacerdote aiuta, se necessario, il penitente a fare una confessione integra, gli rivolge consigli adatti e lo esorta alla contrizione dei suoi peccati, ricordandogli che per mezzo del sacramento della Penitenza il cristiano muore e risorge con Cristo, e viene così rinnovato nel mistero pasquale. Gli propone quindi un esercizio penitenziale, e il penitente l’accetta in soddisfazione dei suoi peccati e per l’emendamento della sua vita.
Il sacerdote procuri di adattarsi in tutto, sia nelle parole che nei consigli, alla condizione del penitente.

 

PREGHIERA DEL PENITENTE E ASSOLUZIONE

Il sacerdote invita il penitente a manifestare la sua contrizione; e il penitente lo fa recitando l’atto di dolore o qualche altra formula simile, per esempio:

 

1a formula

Mio Dio, mi pento e mi dolgo
con tutto il cuore dei miei peccati,
perché peccando ho meritato i tuoi castighi,
e molto più perché ho offeso te,
infinitamente buono
e degno di essere amato sopra ogni cosa.
Propongo col tuo santo aiuto
di non offenderti mai più
e di fuggire le occasioni prossime di peccato.
Signore, misericordia, perdonami.

 

2a formula

Ricordati, Signore, del tuo amore,
della tua fedeltà che è da sempre.
Non ricordare i miei peccati:
ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. Sal 24, 6-7

 

3a formula

Lavami, Signore, da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Sal 50, 4-5

 

4a formula

Padre, ho peccato contro di te,
non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.
Abbi pietà di me peccatore. Lc 15, 18; 18,13

 

5a formula

Padre santo, come il figliol prodigo
mi rivolgo alla tua misericordia:
«Ho peccato contro di te,
non son più degno d’esser chiamato tuo figlio».
Cristo Gesù, Salvatore del mondo,
che hai aperto al buon ladrone
le porte del paradiso,
ricordati di me nel tuo regno.
Spirito Santo, sorgente di pace e d’amore,
fa’ che purificato da ogni colpa
e riconciliato con il Padre
io cammini sempre come figlio della luce.

 

6a formula

Signore Gesù, che sanavi gli infermi
e aprivi gli occhi ai ciechi,
tu che assolvesti la donna peccatrice
e confermasti Pietro nel tuo amore,
perdona tutti i miei peccati,
e crea in me un cuore nuovo,
perché io possa vivere
in perfetta unione con i fratelli
e annunziare a tutti la salvezza.

 

7a formula

Signore Gesù,
che volesti esser chiamato
amico dei peccatori,
per il mistero della tua morte
e risurrezione
liberami dai miei peccati
e donami la tua pace,
perché io porti frutti di carità,
di giustizia e di verità.

 

8a formula

Signore Gesù Cristo,
Agnello di Dio,
che togli i peccati del mondo,
riconciliami col Padre
nella grazia dello Spirito Santo;
lavami nel tuo sangue da ogni peccato
e fa’ di me un uomo nuovo
per la lode della tua gloria.

 

9a formula

Pietà di me, o Signore,
secondo la tua misericordia;
non guardare ai miei peccati
e cancella tutte le mie colpe;
crea in me un cuore puro
e rinnova in me
uno spirito di fortezza e di santità.

Oppure:

Signore Gesù, Figlio di Dio,
abbi pietà di me peccatore.

 

Il sacerdote tenendo stese le mani (o almeno la mano destra) sul capo del penitente, dice:

DIO, PADRE DI MISERICORDIA,
CHE HA RICONCILIATO A SÉ IL MONDO
NELLA MORTE E RISURREZIONE DEL SUO FIGLIO,
E HA EFFUSO LO SPIRITO SANTO
PER LA REMISSIONE DEI PECCATI,
TI CONCEDA, MEDIANTE IL MINISTERO DELLA CHIESA,
IL PERDONO E LA PACE.

E IO TI ASSOLVO DAI TUOI PECCATI
NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO +
E DELLO SPIRITO SANTO.

Il penitente risponde:
Amen.

 

RENDIMENTO DI GRAZIE
E CONGEDO DEL PENITENTE

Dopo l’assoluzione il sacerdote prosegue:
Lodiamo il Signore perché è buono.

Il penitente conclude:
Eterna è la sua misericordia.

Quindi il sacerdote congeda il penitente riconciliato, dicendo:
Il Signore ha perdonato i tuoi peccati.
Va’ in pace.

 

In luogo del precedente rendimento di grazie e congedo il sacerdote può dire:

La passione di Gesù Cristo nostro Signore,
l’intercessione della beata Vergine Maria
e di tutti i santi,
il bene che farai e il male che dovrai sopportare
ti giovino per il perdono dei peccati,
l’aumento della grazia
e il premio della vita eterna.

Va’ in pace.

Oppure:
Il Signore che ti ha liberato dal peccato
ti doni l’eredità del suo regno.
A lui gloria nei secoli.
R. Amen.

Va’ in pace.

Oppure:
Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa
e perdonato il peccato.
Rallégrati nel Signore e va’ in pace.

Oppure:
Va’ in pace
e annunzia le grandi opere di Dio,
che ti ha salvato.

 

Padre che sei nei cieli,
la fede che ci hai donato nel
tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello,
e la fiamma di carità
effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo,
ridestino in noi, la beata speranza
per l’avvento del tuo Regno.

 

La tua grazia ci trasformi
in coltivatori operosi dei semi evangelici
che lievitino l’umanità e il cosmo,
nell’attesa fiduciosa
dei cieli nuovi e della terra nuova,
quando vinte le potenze del Male,
si manifesterà per sempre la tua gloria.

 

La grazia del Giubileo
ravvivi in noi Pellegrini di Speranza,
l’anelito verso i beni celesti
e riversi sul mondo intero
la gioia e la pace
del nostro Redentore.
A te Dio benedetto in eterno
sia lode e gloria nei secoli.
Amen

 

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Omelia per la solennità del l'Immacolata

Messaggio alla Diocesi del Vescovo Mario

 

Faenza, chiesa di san Francesco 8 dicembre 2024

 

Cari fratelli e sorelle!

nel cuore della nostra città e delle nostre comunità cristiane, Maria costituisce una presenza che conforta, eroica nel bene, nell’amore per Dio, nella speranza. Non si tratta di una presenza meramente astratta, eterea, decorativa. Non è una semplice statua, una preziosa icona. Sappiamo che con le sue scelte, con l’ascolto della parola di Dio e la sua totale disponibilità diventa per noi causa di nuova umanità e di pace. Donando a noi tutti il Figlio di Dio, ci rende fratelli e sorelle universali, tutti figli e figlie dello stesso Padre. La guerra che uccide persone e annienta i popoli della terra, i territori, distruggendo la famiglia umana e di Dio, ha trovato in Lei il suo antidoto più potente. Siamone coscienti, non rinneghiamo la fraternità, viviamola con tutte le nostre forze!

Anche, nella nostra Chiesa locale, oltre che nella nostra assemblea, ove è particolarmente venerata, Maria è presenza reale, Madre, fonte della rinascita della nostra comunità ecclesiale e civile. Lo è come Colei che, donando Cristo a ogni persona, pone le fondamenta spirituali e morali di nuove famiglie, costruite sulla roccia del suo Amore. Facendo sì che noi siamo uniti al Figlio suo, ci fa convergere nella comunione con Lui e con la sua missione. In tal modo, ci fa crescere nella corresponsabilità pastorale dell’evangelizzazione e dell’educazione alla fede. Favorisce la fecondità di cammini sinodali, che non ci isolano nella diaspora ma ci rendono più efficaci, lavorando tutti insieme, nella ricostruzione della cultura della vita, della verità, del dialogo fraterno.

Perché tutta del Signore, Maria diventa Madre del Verbo di Dio che si fa carne, ossia umanità abitata da Dio, umanità divinizzata. Maria Immacolata, presente in mezzo al suo popolo, come Colei che genera Gesù Cristo, Nuovo Adamo, dà origine ad una comunità protesa a vivere nel mondo e nelle attività umane come il lievito che fa fermentare la pasta, come il sale che dà sapore e fragranza. Per tali ragioni, la Madre di Dio è da noi amata. È contemplata, è pregata, è invocata. È causa della guarigione dal peccato, dalle idolatrie, dagli utilitarismi e dai particolarismi. Donandoci il Figlio di Dio, la sua capacità di amare, di servire, ci consente di far rinascere le nostre città, i nostri territori, devastati non solo da tragiche alluvioni, da terremoti, ma anche dalla regressione al livello di subcultura,[1] da sfruttamenti, da consorterie, da illegalità nascoste, da «ricchezze maledette» – così le ha stigmatizzate l’arcivescovo di Milano Mario Delpini nel suo discorso in sant’Ambrogio -, ossia procurate con l’usura, lo spaccio di droga, la vendita della pornografia, la creazione di dipendenza dal gioco d’azzardo.

Possiamo rinascere perché la Vergine Maria ci dona Cristo che ci insegna a dare il primato a Dio. Solo se si assegna a Dio il primo posto nella nostra vita si possono amare nel giusto modo i nostri genitori, le istituzioni, la politica, la cultura, il creato, le città. Diversamente, se persone, porzioni di società o affari illeciti prendono il posto di Dio, si finisce per non servire con amore il prossimo. Tutte queste realtà finiscono per essere subordinate e strumentalizzate a interessi e a visioni settoriali, che non coltivano il bene di tutti.

Maria che cosa ricorda a tutti con la sua presenza? Ricorda che “dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia” (Rm 5,20) – come scrive l’apostolo Paolo. Ella è la Madre Immacolata che ripete anche agli uomini del nostro tempo: non abbiate paura di Cristo. Egli ha vinto il male. L’ha vinto alla radice, liberandoci dal suo dominio spersonalizzante.

Quanto abbiamo bisogno di questa bella notizia! Ogni giorno, infatti, attraverso i giornali, la televisione, internet, i social in genere, il male, le guerre vengono raccontate, ripetute, amplificate, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci. Il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono. I giovani iperconnessi, si sentono soli, profondamente demotivati e disorientati rispetto al bene, al dono di sé, alla gioia. Per questo le persone, le nuove generazioni, le nostre comunità e le città hanno bisogno di Maria, che con la sua presenza ci parla di Dio, ci ricorda la vittoria della Grazia e del Bene sul male, sul peccato, sull’individualismo, e ci induce a sperare anche nelle situazioni umanamente più difficili, nonostante tutto.

Nelle città vivono – o sopravvivono – persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui social; persone che vengono sfruttate nel lavoro o che vivono ai margini, sole, finché la notizia attira l’attenzione su di loro. La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà, con ipocrisia. In ogni uomo, invece, c’è il desiderio di essere accolto come persona e considerato una realtà sacra. Ogni storia umana è una storia importante, unica, irripetibile, richiede il più grande rispetto.

La città, siamo tutti noi! Ciascuno contribuisce alla sua vita e al suo ambiente morale e sociale, in bene o in male. Nel cuore di ognuno di noi passa il confine tra il bene e il male e nessuno di noi deve sentirsi in diritto di giudicare gli altri, ma piuttosto ciascuno deve sentire il dovere di migliorare sé stesso, gli altri, coltivando sé stesso, distinguendo il bene dal male! I mass media tendono a farci sentire sempre “spettatori”, come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere. Invece siamo tutti “attori” e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri.

Spesso ci lamentiamo dell’inquinamento e dei disastri ecologici, che in certi luoghi sono più evidenti. Ci vuole l’impegno di tutti per rendere più vivibile il pianeta. E, tuttavia, c’è un altro inquinamento, un altro danno ecologico, meno percepibile ai sensi, ma altrettanto pericoloso, anzi più dannoso. È l’inquinamento dello spirito; è quella distruzione spirituale che rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci in faccia, a non riconoscere le cause ultime delle alluvioni che hanno dilaniato il nostro territorio.  La città è fatta di persone, di volti. Ma purtroppo ci limitiamo a vedere tutto in superficie. Le persone diventano dei corpi, e questi corpi perdono l’anima, diventano cose, oggetti senza volto, scambiabili e consumabili.

Maria Immacolata ci aiuti a riscoprire e a difendere le persone, la loro identità, la loro profondità. Guardiamo alla perfetta trasparenza della persona di Maria, Madre di Dio. È la purezza e la bontà in persona. La Madonna insegni ad aprirci all’azione di Dio, per guardare gli altri come li guarda Lui: a partire dal cuore. E a guardarli con misericordia, con amore, con tenerezza infinita, specialmente quelli più soli, disprezzati, sfruttati. “Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia”. Dove c’è povertà e miseria umana, tutti noi portiamo la ricchezza di una vita che si dona e serve con amore, forte e rigeneratore.

Cari fratelli e sorelle dei Comuni della nostra Diocesi, mentre siamo affaccendati nelle attività quotidiane, amiamo ed onoriamo sinceramente Maria. Ascoltiamo il suo appello silenzioso a lavorare con intensità, insieme. Non c’è tempo da perdere.

Grazie, Madre Santa, messaggio luminoso di speranza. Grazie della tua silenziosa, ma eloquente presenza nel cuore delle nostre famiglie e delle città. Vergine Immacolata, prega per noi!

 

+ Mario Toso

 

[1] Secondo il nuovo rapporto del Censis, nel 2024 l’italiano medio è ignorante, l’Italia è regredita al livello di “subcultura”.

LE INDULGENZE

 

Come sappiamo per esperienza personale, il peccato “lascia il segno”, porta con sé delle conseguenze: non solo esteriori, in quanto conseguenze del male commesso, ma anche interiori, in quanto «ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio». Dunque permangono, nella nostra umanità debole e attratta dal male, dei “residui del peccato”. Essi vengono rimossi dall’indulgenza, sempre per la grazia di Cristo, il quale, come scrisse San Paolo VI, è «la nostra “indulgenza”». La Penitenzieria Apostolica provvederà ad emanare le disposizioni per poter ottenere e rendere effettiva la pratica dell’Indulgenza Giubilare.
Tale esperienza piena di perdono non può che aprire il cuore e la mente a perdonare. Perdonare non cambia il passato, non può modificare ciò che è già avvenuto; e, tuttavia, il perdono può permettere di cambiare il futuro e di vivere in modo diverso, senza rancore, livore e vendetta. Il futuro rischiarato dal perdono consente di leggere il passato con occhi diversi, più sereni, seppure ancora solcati da lacrime.
FRANCESCO, Spes non confundit, 23. 

 

L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa. Essa è parziale o plenaria: libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati per sé stesso o per i defunti a modo di suffragio.

Il fedele battezzato è debitamente disposto quando non è scomunicato, ha l’intenzione almeno generale di ricevere l’indulgenza specifica ed è in stato di grazia almeno al termine delle opere prescritte.

Ogni indulgenza richiede determinate condizioni stabilite dalla Santa Sede.
Oltre alle azioni richieste nel tempo e nel modo stabilito, nei giorni che precedono o seguono, il fedele deve:
a. celebrare la confessione sacramentale;
b. ricevere la comunione eucaristica;
c. pregare secondo le intenzioni del Sommo Pontefice (Padre nostro e Ave Maria).

 

Alcune celebrazioni a cui è concessa l’indulgenza plenaria nell’anno giubilare 2025 :

Pellegrinaggio e celebrazione in un luogo santo a Roma (S. Pietro in Vaticano, S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore, S. Paolo fuori le Mura) o in Terra Santa (Basilica del Santo Sepolcro in Gerusalemme, della Natività in Betlemme, dell’Annunciazione in Nazareth), o in altro luogo santo stabilito dall’Ordinario;

Pia visita ad un luogo sacro in Roma (la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, la Basilica di San Lorenzo al Verano, la Basilica di San Sebastiano, visita detta “delle sette Chiese”, il Santuario del Divino Amore, la Chiesa di Santo Spirito in Sassia, la Chiesa di San Paolo alle Tre Fontane, le Catacombe cristiane; Iter Europaeum, Basilica di Santa Maria sopra Minerva, Santa Brigida a Campo de’ Fiori, Chiesa Santa Maria della Vittoria, Chiesa di Trinità dei Monti, Basilica di Santa Cecilia a Trastevere, Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio); in altri luoghi nel mondo (le due Basiliche Papali minori di Assisi, di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli; le Basiliche Pontificie della Madonna di Loreto, della Madonna di Pompei, di Sant’Antonio di Padova); in qualsiasi Basilica minore, chiesa cattedrale, chiesa concattedrale, santuario mariano stabilito dall’Ordinario;

Opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti;

Opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti;

Visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili… ), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro;

Riscoperta penitenziale del venerdì: astensione da futili distrazioni (reali e virtuali, indotte ad esempio dai media e dai social network) e da consumi superflui (per esempio digiunando o praticando l’astinenza); dono di una proporzionata somma in denaro ai poveri; opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita in ogni sua fase e della qualità stessa della vita, dell’infanzia abbandonata, della gioventù in difficoltà, degli anziani bisognosi o soli, dei migranti dai vari Paesi “che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per se stessi e per le loro famiglie”; attività di volontariato, che rivestano interesse per la comunità o ad altre simili forme di personale impegno.

 

Altre celebrazioni a cui è concessa ordinariamente l’indulgenza plenaria :
– messa episcopale del giorno di Natale con benedizione papale;
– messa episcopale del giorno di Pasqua con benedizione papale;
– pratiche di pietà svolte in onore della Divina Misericordia nella Seconda domenica di Pasqua;
– adorazione della Santa Croce al Venerdì Santo;
– visita di una chiesa francescana o parrocchiale durante il giorno 2 agosto con la recita del Credo;
– visita del cimitero nei giorni dal 1 al 8 novembre;
– pia lettura della Sacra Scrittura per almeno mezz’ora;
– pio esercizio della Via Crucis;
– adorazione eucaristica per almeno mezz’ora.

 

Cfr. Penitenzieria Apostolica, Norme sulla concessione dell’indulgenza durante il Giubileo ordinario dell’Anno 2025; Penitenzieria Apostolica, Manuale delle Indulgenze.

 


IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA

 

Il Sacramento della Penitenza ci assicura che Dio cancella i nostri peccati. Ritornano con la loro carica di consolazione le parole del Salmo: «Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. […] Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. […] Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; quanto dista l’oriente dall’occidente, così allontana da noi le nostre colpe» (Sal 103,3-4.8.10-12). La Riconciliazione sacramentale non è solo una bella opportunità spirituale, ma rappresenta un passo decisivo, essenziale e irrinunciabile per il cammino di fede di ciascuno. Lì permettiamo al Signore di distruggere i nostri peccati, di risanarci il cuore, di rialzarci e di abbracciarci, di farci conoscere il suo volto tenero e compassionevole. Non c’è infatti modo migliore per conoscere Dio che lasciarsi riconciliare da Lui (cfr. 2Cor 5,20), assaporando il suo perdono. Non rinunciamo dunque alla Confessione, ma riscopriamo la bellezza del sacramento della guarigione e della gioia, la bellezza del perdono dei peccati!
FRANCESCO, Spes non confundit, 23.

 

Il peccato è anzitutto offesa a Dio, rottura della comunione con lui. Nello stesso tempo esso attenta alla comunione con la Chiesa. Per questo motivo la conversione arreca ad un tempo il perdono di Dio e la riconciliazione con la Chiesa, ciò che il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione esprime e realizza liturgicamente.

Dio solo perdona i peccati. Poiché Gesù è il Figlio di Dio, egli dice di se stesso: « Il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati » (Mc 2,10) ed esercita questo potere divino: « Ti sono rimessi i tuoi peccati! » (Mc 2,5). Ancor di più: in virtù della sua autorità divina dona tale potere agli uomini affinché lo esercitino nel suo nome.

Cristo ha voluto che la sua Chiesa sia tutta intera, nella sua preghiera, nella sua vita e nelle sue attività, il segno e lo strumento del perdono e della riconciliazione che egli ci ha acquistato a prezzo del suo sangue. Ha tuttavia affidato l’esercizio del potere di assolvere i peccati al ministero apostolico. A questo è affidato il « ministero della riconciliazione » (2 Cor 5,18). L’Apostolo è inviato « nel nome di Cristo », ed è Dio stesso che, per mezzo di lui, esorta e supplica: « Lasciatevi riconciliare con Dio » (2 Cor 5,20).

Durante la sua vita pubblica, Gesù non ha soltanto perdonato i peccati; ha pure manifestato l’effetto di questo perdono: egli ha reintegrato i peccatori perdonati nella comunità del popolo di Dio, dalla quale il peccato li aveva allontanati o persino esclusi. Un segno chiaro di ciò è il fatto che Gesù ammette i peccatori alla sua tavola; più ancora, egli stesso siede alla loro mensa, gesto che esprime in modo sconvolgente il perdono di Dio e, nello stesso tempo, il ritorno in seno al popolo di Dio.

Rendendo gli Apostoli partecipi del suo proprio potere di perdonare i peccati, il Signore dà loro anche l’autorità di riconciliare i peccatori con la Chiesa. Tale dimensione ecclesiale del loro ministero trova la sua più chiara espressione nella solenne parola di Cristo a Simon Pietro: « A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli » (Mt 16,19). Questo « incarico di legare e di sciogliere, che è stato dato a Pietro, risulta essere stato pure concesso al collegio degli Apostoli, unito col suo capo (cf Mt 18,18; 28,16-20) ».

Le parole legare e sciogliere significano: colui che voi escluderete dalla vostra comunione sarà escluso dalla comunione con Dio; colui che voi accoglierete di nuovo nella vostra comunione, Dio lo accoglierà anche nella sua. La riconciliazione con la Chiesa è inseparabile dalla riconciliazione con Dio.

 

Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1440-1445


 

 

Nel prossimo anno la nostra Chiesa diocesana, in comunione con la Chiesa universale, vivrà l’anno giubilare “Pellegrini di speranza“. Il Dicastero per l’Evangelizzazione ha predisposto un articolato calendario per coinvolgere ogni comunità.

Per la nostra Diocesi la Cattedrale sarà la meta verso cui convergere. Essa sarà il luogo in cui tutti potremo accogliere l’invito al pellegrinaggio, alla conversione personale e comunitaria, per sperimentare la misericordia del Padre nel sacramento della Penitenza.

Di seguito sono riportati gli eventi giubilari, sia diocesani che vicariali.

 

 

Conferenza Stampa di presentazione del Giubileo e del vademecum diocesano

 

Giovedì 19 dicembre, ore 10.00
presso la Sala Battaglia del Seminario diocesano di Faenza
Viale Stradone 30

 

 


CONVOCAZIONI DIOCESANE

 

APERTURA DELL’ANNO SANTO IN DIOCESI
DOMENICA 29 DICEMBRE 2024

Tutta la Diocesi è convocata alle ore 17.30 presso la chiesa di S. Francesco in Faenza, per vivere il pellegrinaggio e la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Mario in Cattedrale.

Il Vescovo dispone la sospensione di tutte le S. Messe dalle ore 13.00 alle ore 24.00.

→ maggiori informazioni

 

PELLEGRINAGGIO DIOCESANO A ROMA
Lunedì 24, martedì 25, mercoledì 26 marzo 2024

Ogni realtà è può aderire liberamente secondo le proprie possibilità. Il giorno su cui concentrare l’attenzione è mercoledì 26 marzo, giorno in cui sarà possibile partecipare all’Udienza del Santo Padre Francesco, varcare la Porta Santa della Basilica di S. Pietro in Vaticano e celebrare l’Eucaristia nella Basilica Vaticana.

→ maggiori informazioni oppure scrivendo a pellegrinaggi@diocesifaenza.it

 

MESSA DI PENTECOSTE
DOMENICA 8 GIUGNO 2025

Tutta la Diocesi è convocata alle ore 18.00 in Cattedrale per una celebrazione giubilare a conclusione dell’anno pastorale, per celebrare l’effusione e il mandato missionario dello Spirito Santo alla Chiesa.

Il Vescovo dispone la sospensione di tutte le S. Messe dalle ore 13.00 alle ore 24.00.

 

CHIUSURA DELL’ANNO SANTO IN DIOCESI
DOMENICA 28 DICEMBRE 2025

 


PELLEGRINAGGI DEI VICARIATI

Pellegrinaggio, celebrazione penitenziale, celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Mario in Cattedrale

 

Domenica 9 marzo 2025 – I domenica di Quaresima
Pellegrinaggio in Cattedrale del Vicariato Faenza città

 

Domenica 16 marzo 2025 – II domenica di Quaresima
Pellegrinaggio in Cattedrale del Vicariato Forese Sud

 

Domenica 23 marzo 2025 – III domenica di Quaresima
Pellegrinaggio in Cattedrale del Vicariato Forese Ovest

 

Domenica 30 marzo 2025 – IV domenica di Quaresima
Pellegrinaggio in Cattedrale del Vicariato Forese Nord

 

Domenica 6 aprile 2025 – V domenica di Quaresima
Pellegrinaggio in Cattedrale del Vicariato Forese Est