Colorata, intensa e ricca di testimonianze significative per incidere e lasciare un’impronta sul presente e sul futuro. Domenica 26 gennaio scorso a Faenza si è svolta la tradizionale Marcia per la pace diocesana. Dopo una mattinata piovosa, in un bel pomeriggio di sole i bambini e i ragazzi della diocesi si sono ritrovati presso il seminario diocesano dove, grazie alla collaborazione tra Azione Cattolica dei Ragazzi diocesana, Pastorale Missionaria diocesana e Comunità Cristiana Evangelica di Faenza è stato organizzato un momento a loro dedicato.
Dopo l’accoglienza e la divisione in squadre sono state svolte diverse attività, ciascuna delle quali li ha aiutati a riflettere sul tema della pace e sul tema giubileo, essere pellegrini di speranza. Hanno ascoltato le testimonianze di Giandomenico Sacchini e fra Mirko Montefiori, hanno cantato canti di gioia e speranza e si sono sfidati in giochi e in una staffetta dove al termine del percorso ogni ragazzo ha impresso una piccola impronta su un’orma più grande come proprio segno di pace. Al termine delle attività è poi partita la marcia che ha portato il corteo in cattedrale dove, insieme al corteo degli adulti, si è svolta la preghiera finale guidata dal vescovo, monsignor Mario Toso.
Durante la preghiera i ragazzi, come gesto, hanno portato in Cattedrale le orme realizzate durante la staffetta. Queste impronte rappresentano l’impegno di pace che bambini e ragazzi desiderano intraprendere assieme e averle portate ai piedi dell’altare indica il voler intraprendere il cammino di speranza sostenuti e accompagnati dal Signore.
Per quanto riguarda il corteo degli adulti, coordinato dalla Pastorale sociale e del lavoro, questo è partito dalla chiesa di Sant’Antonino in Borgo, uno dei luoghi simbolo legati all’alluvione che ha colpito il nostro territorio. L’iniziativa ha evidenziato ancora di più l’importanza di promuovere un messaggio di speranza e di pace, che deve farsi concreto e camminare con noi nella vita di tutti i giorni.
Le parole del vescovo Mario: “La speranza va annunciata e costruita”
Di seguito riportiamo alcuni passaggi del Commento al Messaggio per la 58esima Giornata mondiale della pace redatto dal vescovo, monsignor Mario Toso e distribuito domenica scorsa al termine della celebrazione in Cattedrale. Il Commento è disponibile rivolgendosi agli uffici della Curia (viale Stradone 30).
Nella nostra esistenza terrena, contrassegnata da ingiustizie, conflitti, diseguaglianze, prevaricazioni sui più deboli, sfruttamenti delle risorse umane e naturali dei Paesi più poveri, trattamenti disumani delle persone migranti, non possiamo limitarci, per conseguenza, ad aspettare. Dobbiamo annunciare, organizzare, costruire la speranza! Come pellegrini della speranza, che è Cristo Gesù, proprio per essere segni efficaci e luminosi di speranza, dobbiamo tracciare e concretizzare cammini di speranza per tutti. Tocca a tutti organizzare la speranza e tradurla nella quotidianità, nei rapporti umani, nei legami con il pianeta, nell’impegno sociale e politico. (…)
Celebrare il Giubileo, connesso con il mistero della redenzione di Cristo, significa sentirsi chiamati a rompere le catene dell’ingiustizia. Ma, prima ancora, significa riconoscere l’errore di negare di avere un unico Padre, Dio, che destina i beni della terra a tutti. Ignorare di avere un unico Padre porta a negare la fraternità tra gli uomini, la destinazione universale dei beni, la solidarietà. Porta alla mancanza sia di gratitudine nei confronti di Dio sia di responsabilità nei confronti dei propri fratelli. È spalancata la porta dello sfruttamento dei propri fratelli, della crisi del debito estero dei Paesi più poveri sulle cui spalle pesa talvolta il peso del debito ecologico dei Paesi più sviluppati. È chiedendo perdono a Dio, mediante conversione, che poniamo le condizioni per riconoscere la fraternità tra i popoli, per rimuovere le ingiustizie e le diseguaglianze. Papa Benedetto insegnava che «convertirsi significa cambiare direzione nel cammino della vita: non, però, con un piccolo aggiustamento, ma con una vera e propria inversione di marcia. Conversione è andare controcorrente, dove la “corrente” è lo stile di vita superficiale, incoerente e illusorio, che spesso ci trascina, ci domina e ci rende schiavi del male o comunque prigionieri della mediocrità morale. Con la conversione ci si affida al Vangelo vivente e personale, che è Cristo».
Nuova edizione di “Chiesa e democrazia” di Mario Toso
A breve sarà disponibile in libreria la seconda edizione del volume “Chiesa e democrazia”. Pubblichiamo qui la Premessa di questa nuova edizione che si è resa necessaria perché, nel frattempo, si è svolta la cinquantesima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, dedicata al tema Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro1 ed è stato celebrato un anniversario assai importante per la storia italiana ed europea, i settant’anni dalla scomparsa di Alcide De Gasperi (19 agosto 2024), senza dimenticare la celebrazione dei sessant’anni dalla scomparsa di Palmiro Togliatti (21 agosto 2024). Eventi accompagnati, soprattutto i primi due, da interventi e riflessioni sulle criticità della democrazia contemporanea, sull’assenza di una classe dirigente anche lontanamente paragonabile a quella degli anni dello statista trentino, sul ruolo dei cattolici in politica, su quello esercitato in passato e su quello da esercitare nel presente. Proprio per questo, sollecitati da tali interventi e riflessioni, e anche dal fatto che il volume è andato esaurito in pochi mesi, si è pensato di riprenderlo in mano e di riproporlo con qualche ritocco, con integrazioni e alcuni aggiornamenti bibliografici, ponendo in appendice i discorsi del Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza episcopale italiana, del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e di papa Francesco. E, con l’occasione, di aggiungere, in premessa, alcune considerazioni su quanto avvenuto in questi mesi, la cui attinenza con i temi trattati nel volume è evidente, per cui può essere utile al lettore avvicinarsi o riavvicinarsi al testo alla luce della più recente discussione. Da cui emerge nettamente, fra l’altro, la grande importanza della partecipazione, elemento centrale sia nella tradizione del cattolicesimo democratico, sia nel volume, sia nel più recente dibattito.2 Al riguardo, è opportuno prendere avvio dall’intervento del Presidente Sergio Mattarella in occasione dell’apertura della Settimana Sociale. A ragione, Sergio Gatti lo ha definito «una vera e propria lectio».3 Infatti, in questa sede, Mattarella ha riecheggiato alcuni autori classici del pensiero democratico (Alexis de Tocqueville, Jacques Maritain, Norberto Bobbio…) per sviluppare una riflessione significativa sulla natura della democrazia. Qual è la sua natura, si chiede Mattarella? Si esaurisce, forse, in un metodo per arrivare a prendere decisioni? Dal suo punto di vista, giustamente, «la democrazia non si esaurisce nelle sue norme di funzionamento, ferma restando l’imprescindibilità della definizione e del rispetto delle regole del gioco», bensì è «la pratica della democrazia che la rende viva, concreta, trasparente, capace di coinvolgere». Pertanto, non ci si deve accontentare di una democrazia «a bassa intensità», ma occorre adoperarsi affinché ogni cittadino sia in grado di prendere parte pienamente alla vita della Repubblica. Risulta, quindi, centrale, il tema della partecipazione, e non soltanto di quella elettorale, naturalmente di assoluta importanza, in quanto «i diritti si inverano attraverso l’esercizio democratico», e, se questo si attenua, si riduce la portata della «loro effettiva vigenza». Quindi, si comprende agevolmente che, nella prospettiva qui richiamata, «al cuore della democrazia ci sono le persone, le relazioni e le comunità a cui esse danno vita, le espressioni civili, sociali, economiche che sono frutto della loro libertà, delle loro aspirazioni, della loro umanità: questo è il cardine della nostra Costituzione».4 Queste condivisibili parole di Mattarella, sottolineando l’importanza di una democrazia partecipata, di una democrazia «ad alta intensità», incrociano perfettamente quelle di De Gasperi, laddove lo statista trentino, nel 1946, in un discorso tenuto a Roma, alla Basilica di Massenzio, rispondendo alla domanda se preferire monarchia o democrazia, osserva che tale domanda è posta in modo semplicistico, perché, a suo parere, «la domanda vera è questa: volete instaurare la Repubblica, cioè, vi sentite capaci di assumere su voi, popolo italiano, tutta la responsabilità, tutto il maggior sacrificio, tutta la maggiore partecipazione che esige un regime, il quale fa dipendere tutto, anche il Capo dello Stato, dalla vostra personale decisione, espressa con la scheda elettorale?», e una risposta positiva comporta «un impegno definitivo per voi e i vostri figli di essere più preoccupati della cosa pubblica di quello che non siete stati finora». Al riguardo, come rileva Ernesto Maria Ruffini, che ha riportato le parole di De Gasperi, tali considerazioni valgono anche oggi, perché se, in democrazia, si è formalmente cittadini e non sudditi, ciò non significa che non ci si possa comportare da sudditi, rinchiudendosi in se stessi, nel proprio particulare, sottraendosi così alle responsabilità richieste dalla vita democratica, quali la partecipazione alle decisioni pubbliche e il correlativo impegno per il perseguimento del bene comune.5Questo ragionamento ci conduce direttamente a un altro tema cruciale, quello dell’impegno politico dei cattolici. Al riguardo, bella è la definizione del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Zuppi, dei cattolici come «artigiani della democrazia».6 In tale direzione, sono da accogliere le considerazioni di Mi chele Nicoletti, secondo il quale bisogna riconquistare «la dimensione architettonica della politica, che è quella di chi agisce sulla base di un progetto, studia dove porre le fondamenta e quali spazi costruire e proteggere perché la vita umana possa fiorire», ed è «uno sforzo che anche tra i cattolici si è perso per strada». Giustamente, Nicoletti rileva che «non facciamo che celebrare le idee “ricostruttive” o il “Codice di Camaldoli”, ma nessuno si prende la briga di scriverne uno per l’oggi».7 Ecco, questo è il compito che i cattolici dovrebbero porsi, oggi: ripensare la loro presenza alla luce dei nuovi scenari e delle nuove esigenze. Certo, non si possono ignorare le maggiori difficoltà rispetto al passato. Derivanti non soltanto dalle inedite sfide che abbiamo davanti, ma anche da una palese crisi dei partiti, delle classi dirigenti e delle culture politiche, tutte criticità presenti come mai prima, a partire dal secondo dopoguerra, tali da rendere più ardua l’azione pubblica. Pertanto, occorre fare rete, collegarsi, senza limitarsi a muovere su una mera dimensione organizzativa o di semplice testimonianza, per quanto importante si possa ritenere, bensì producendo idee, confronti, elaborazioni in direzione di una nuova progettualità. Senza queste condizioni, infatti, sarebbe illusorio pensare a una nuova incidenza sul terreno della storia, e sarebbe, al contrario, probabile, se non certo, condannarsi a una marginalità senza ritorno. Il tutto in una linea di continuità con il Magistero Sociale della Chiesa, ed è con questo auspicio che si ripresenta questo volume a non molta distanza dalla sua prima edizione.
Mario Toso
Informazioni e prenotazioni: info@edizionidellegrazie.it
1 Si può trovare una buona sintesi della cerimonia di apertura nell’articolo di ALVISE SPERANDIO, La democrazia all’insegna della “Fratelli tutti”, in «L’Osservatore Romano», 4 luglio 2024. 2 Su tale importanza nel più recente dibattito, si veda F. PELOSO, Democrazia è partecipare. Le parole di Francesco in sintonia con Mattarella, in «Domani», 7 luglio 2024, p. 6. 3 S. GATTI, Lezioni di democrazia per costruire un futuro partecipato, in «Il Sole 24 Ore», 5 luglio 2024; cf S. MATTARELLA, Sulla democrazia, Edizioni E/O, Roma 2024. 4 Il testo integrale del discorso di Mattarella a Trieste si trova anche in «Avvenire», 3 luglio 2024. 5 Cf E.M. RUFFINI, Il fascismo presto cadrà, prepariamoci al domani, in «Avvenire», 18 agosto 2024. 6 Cf M.M. ZUPPI, Non c’è democrazia senza un “noi”, https://www.settimanesociali.it/news/card-zuppi-non-cedemocrazia- senza-un-noi/ consultato il 30 agosto 2024. 7 M. NICOLETTI, La politica riscopra il senso dell’ascolto: parte di qui l’alternativa al leaderismo, intervista a cura di M. Ferrando in «Avvenire», 25 agosto 2024, p. 9; per conoscere come si sono mossi i cattolici torna utile la lettura di E. PREZIOSI, Da Camaldoli a Trieste. Cattolici e democrazia per continuare il cammino, Prefazione di M.M. Zuppi, Vita e Pensiero, Milano 2024.
Sabato 16 novembre alle 18.30 al teatro dei Cappuccini di Faenza, avremo l’opportunità di riflettere nella lezione inaugurale della scuola diocesana teologia con un testimone bolognese della Piccola Famiglia dell’Annunziata di Monte Sole, fra Ignazio De Francesco, che ha vissuto l’ultimo anno nella comunità di Ain Arik in Cisgiordania e presenta il suo libro “Vivere senza la chiave”. Dialoghi fra carcere e città(Ed. Zikkaron) frutto di vent’anni di frequentazione e di ascolto nel carcere della Dozza, arricchita dagli studi di islamistica in Giordania e al Pisai, un esempio fecondo di incontro creativo attraverso il teatro di testi biblici, coranici e della tradizione rabbinica con puntuali rimandi all’attualità dei temi dell’etica, della giustizia, del diritto.
Scrive il Papa: «Per offrire ai detenuti un segno concreto di vicinanza, io stesso desidero aprire una Porta Santa in un carcere, perché sia per loro un simbolo che invita a guardare all’avvenire con speranza e con rinnovato impegno di vita». Il 26 dicembre papa Francesco sarà Rebibbia e anche a noi, dopo la presentazione del libro di fra Ignazio, sarà data la possibilità di immergerci in altri scenari attraverso lo spettacolo Joseph & Brosadattato da Alessandro Berti in una cella per immergerci nella vicenda biblica e coranica di Giuseppe e dei fratelli, un appello sempre attuale alla riconciliazione e alla fraternità e alle condizioni che le rendono talvolta (im)possibili. Lo spettacolo è alle 20.45 al teatro dei Cappuccini.
La presenza di alcuni amici del centro di cultura islamica di Faenza e di altri della Comunità di Sasso Monte Gianni arricchirà l’ascolto e la condivisione delle proposte.
Un’occasione per conoscere meglio la realtà che ci circonda e che troppo spesso ignoriamo. Giovedì 10 ottobre alle 20.30 nel refettorio del Seminario di Faenza (via Degli Insorti, 56) si terrà la presentazione del Rapporto Caritas “Povertà e risorse” riferito all’anno 2023. Durante l’incontro, introdotto dal vescovo monsignor Mario Toso, saranno presentati i dati Caritas a cura di operatori e volontari del Centro di ascolto diocesano. Il titolo del rapporto di quest’anno è “Sperare e agire con il creato. Carità generatrice di pace”. “Abbiamo scelto questo titolo – sottolinea il direttore della Caritas diocesana, don Emanuele Casadio – ispirati dalle parole di papa Francesco, perché ogni giorno di più ci rendiamo conto che tutto è interconnesso: ‘con’ il Creato, non ‘per’ o altre preposizioni che suppongo un rapporto non paritario. Come Caritas diocesana ci stiamo interrogando sul futuro. Sempre più ci si presentano calamità naturali a cui serve dare risposte diverse dal passato, puntando molto sulla prevenzione, come indicato anche dal nostro vescovo monsignor Mario Toso”.
Contesto complessivo
Il Rapporto legge in una duplice prospettiva la povertà sul nostro territorio, globale e locale. Da un lato ci sonopersone straniere in fuga da conflitti e contesti di povertà estrema, dall’altro ci sono situazioni di fragilità locale per una crescente precarietà lavorativa, economica e relazionale. Non ultimo, su tutto questo influiscono le difficoltà portate negli ultimi anni dai cambiamenti climatici e dall’emergenza alluvione, che ha colpito il territorio diocesano dalla collina alla pianura.
Tenendo conto di questo contesto, nel 2023, le Caritas, diocesana e parrocchiali, ha incontrato 1.826 persone, con un incremento dal 2022 del 17%.
Due persone su tre (64%) che si sono trovate in difficoltà hanno bussato alla porta di una delle 24 Caritas parrocchiali distribuite nel territorio diocesano. Le Caritas parrocchiali, negli ultimi anni, sono state strumenti e luoghi privilegiati per intercettare le situazioni di fragilità. Rappresentano spazi d’incontro in cui la persona può sentirsi ascoltata e amata. Luogo in cui le persone tessono relazioni che continuano anche al di fuori di questi spazi, nei negozi, nelle scuole, nei vari locali di aggregazione territoriale. Al contrario, al Centro di Ascolto diocesano si rivolgono anche molte persone di passaggio o che sono appena arrivate a Faenza e chiedono alcuni aiuti per potersi orientare e attivare sul territorio.
Al Centro di ascolto diocesano si sono rivolte 663 persone (+14%)
Le persone che nel 2023 si sono rivolte al Centro di Ascolto (CdA) diocesano sono state 663. Il numero di ospiti Caritas rispetto al 2022 è cresciuto del 14%. Il 41% sono persone che si sono trovate in una situazione di difficoltà tale da portarle a chiedere sostegno in Caritas per la prima volta.
D’altra parte, però, è molto forte la presenza di persone che si rivolgono alla Caritas da cinque o più anni (34%): si tratta di povertà croniche e intermittenti.
È molto diverso il profilo della persona di cittadinanza italiana (24%) o straniera (76%), a partire dai dati anagrafici. Tra le persone ‘non italiane’ il 69% ha meno di 45 anni, tra le persone italiane che si sono rivolte in Caritas solo il 21%. Come dichiara Caritas Italiana, tra gli italiani lo stato di povertà sembra correlato a forme di fragilità familiare; si conferma in tal senso l’esistenza di ‘eventi svolta’ che possono segnare i corsi di vita e le storie individuali contribuendo allo scivolamento verso una condizione di vulnerabilità.
Bisogni: L’analisi dei bisogni relativi alle persone che si sono rivolte al centro di ascolto diocesano nel 2023 dimostra, come è successo anche negli anni passati, una prevalenza di difficoltà di ordine materiale. In particolare il 25% dei bisogni riguarda i ‘problemi economici’: le persone vivono in uno stato di fragilità economica, legato principalmente a situazioni di ‘reddito insufficiente o di ‘totale assenza di entrate’. Un 19% riguarda i problemi occupazionali: questo bisogno è fortemente collegato al primo. Il terzo nodo critico riguarda il problema abitativo (19%), problema crescente negli ultimi anni e ad ampio spettro: riguarda sia chi ha una casa ma non adatta alle proprie esigenze (troppo piccola, sovraffollata, senza contratto, ecc.) sia chi una casa non ce l’ha, dormendo con soluzioni di fortuna.
Accoglienze: Il numero di accoglienze fatte nel 2023 è pari a 5.684: ovvero per 5.684 volte i letti del servizio notturno sono stati occupati, per una media di 16 persone accolte a notte. Sono ottanta le persone che sono state ospitate in un alloggio Caritas nel 2023. Il dormitorio è aperto tutte le sere, 365 giorni l’anno. A questo si affianca il servizio di prossimità notturna, attivo dalla fine del 2022, consiste nell’andare incontro a persone in estrema emarginazione. Gli incontri sono settimanali, si svolgono di sera, con una media di 3 persone incontrate a sera. Accanto a questi servizi è presente nei locali della parrocchia di San Domenico il Centro diurno “La Tenda”, uno spazio di accoglienza pomeridiano, aperto nei mesi invernali.
Mensa e distribuzione viveri, quasi 2.700 le borse viveri distribuite
La mensa è aperta tutti i giorni dell’anno, a pranzo e a cena (tranne la domenica a pranzo). Le persone possono scegliere di prendere il pasto take-away o di mangiare nel locale adibito. La doppia opzione è stata necessaria per il numero elevato di persone che si sono rivolte alla mensa. Quest’anno sono stati distribuiti quasi 11mila pasti (10.924), per una media di circa 16 persone a ogni apertura. Un incremento rispetto all’anno precedente di +38%. Quasi 2.700 (2.692) le borse viveri distribuite, raddoppiate dal 2019 quando erano 1.383.
Volontari: Nel 2023 sono stati circa 140 volontari che hanno aiutato a svolgere tutte le attività del Centro di Ascolto, da chi serve il pasto caldo in mensa a chi guida il mezzo per portar via il cartone all’isola ecologica o a chi accoglie la persona che bussa alla porta. A questo numero si aggiungono 11 giovani volontari scout che hanno scelto di fare l’anno di servizio presso le attività della mensa, la preparazione e distribuzione dei pacchi viveri e il servizio docce presso il Centro di Ascolto. Sono passati circa 13 ragazzi sospesi dalla scuola, i 5 lavoratori di pubblica utilità che per diversi motivi hanno dovuto svolgere delle ore socialmente utili e i giovani che hanno scelto di svolgere il progetto Lavori in Unione.
I dati delle 24 Caritas parrocchiali, sentinelle al tempo dell’alluvione
Nel 2023 le persone incontrate dalle Caritas parrocchiali sono state più di mille (1.163). In questi numeri incide l’evento catastrofico dell’alluvione, infatti si nota che le parrocchie dei quartieri più colpiti hanno incontrato un numero maggiore di persone rispetto al 2022. Negli ultimi sette anni c’è stato un incremento del 37% delle persone incontrate. Qui le donne sono il 72%. Nelle Caritas parrocchiali, il 36% sono italiani, cioè più di un terzo del totale.
Emergenza alluvione: riaperto il Centro operativo Caritas a San Domenico
Giovedì 19 settembre, a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito nuovamente il territorio, ha riaperto il Centro operativo della Caritas di Faenza-Modigliana, in via Manzoni 11/b a Faenza, nella parrocchia di San Domenico. “Questo terza alluvione è per tanti un momento tragico – commenta don Emanuele -, come Caritas ci siamo, desideriamo stare accanto alle persone che sono in difficoltà cercando di essere concreti nell’aiutare. Inoltre, penso che sia un bel segno di speranza vedere tanti volontari anche giovani che vengono a sporcarsi le mani per aiutare, velocemente, a pulire le case e renderle accessibili alle famiglie”.
In collaborazione con Caritas Ambrosiana infatti sono stati fatti arrivare al Centro tutti i macchinari necessari per pulire le abitazioni: idropulitrici, generatori di corrente (6 kw), bidoni aspiraliquidi, pompe ad immersione, motopompe, deumidificatori industriali e domestici, ventilatori, insieme a materiale utile come stivali, tira acqua, pale, guanti e tute da lavoro. Tutte le attrezzature vengono prestate gratuitamente a cittadini o volontari che ne fanno richiesta. Una bella testimonianza di solidarietà è stata anche quella fatta avere dalla Diocesi di Ravenna-Cervia, che ha donato 35mila euro alla Caritas di Faenza-Modigliana e quella della diocesi di Imola che ha donato 5 mila euro sempre alla Caritas di Faenza-Modigliana.
Sul territorio della Diocesi la Caritas, insieme ad Agesci, Papa Giovanni XXIII, OMG e Legambiente, svolge la funzione di punto logistico, sia per organizzare i volontari che vogliono mettersi a disposizione, sia come magazzino nel quale far confluire le donazioni di prodotti e materiali. I cittadini che avessero bisogno di prodotti per le pulizie, alimenti e vestiario possono fare riferimento alle Caritas parrocchiali:
– S. ANTONINO: Corso Europa, 73 Faenza (per Borgo, Marzeno e Sarna) – riferimento: msg whatsapp 3930298493
– CAPPUCCINI: Via Canal Grande, 57, Faenza (per Orto Bertoni) – riferimento: msg whatsapp 3462349840
– MODIGLIANA: Piazza Cesare Battisti, 1 Modigliana – riferimento: msg whatsapp 3494364761
– COTIGNOLA: Via Rossini 48, Cotignola – riferimento: msg whatsapp 391 718 2568
– VILLANOVA DI BAGNACAVALLO: via Glorie, 21 Villanova (per Villanova, Boncellino e Traversara) – riferimento: msg whatsapp 3397237490
Al 7 ottobre la Caritas è intervenuta con squadre di volontari in circa 63 civici per interventi di sgombero, pulizia, ripristino delle abitazioni o dei cortili su Faenza, Cotignola, Traversara, Marzeno, Sarna. In questi giorni si stanno svolgendo i primi interventi con il Bobcat. Sono stati dati a prestito 65 deumidificatori industriali su Faenza, Cotignola, Traversara, Marzeno, Sarna.
I prossimi appuntamenti
Il 23 ottobre alle 16 ci sarà l’inaugurazione del centro diurno “La Tenda” a San Domenico per la stagione invernale.
Sabato 9 novembre dalle 9.00 alle 13.00 al palazzo Podestà di Faenza la Caritas diocesana proporrà il convegno pubblico “Gli ambulatori solidali. Contrasto alle disuguaglianze in salute”.
Solidarietà tra diocesi. Fratelli nell’alluvione. La Caritas di Ravenna-Cervia a sostegno di quella di Faenza-Modigliana, duramente colpita dall’alluvione della scorsa settimana.
L’arcivescovo, monsignor Lorenzo Ghizzoni ha firmato una lettera, come presidente della Caritas, indirizzata al vescovo monsignor Mario Toso, per esprimere la vicinanza della diocesi con un segno concreto: una donazione di 35mila euro per le necessità della popolazione colpita dall’alluvione.
«Con dolore e dispiacere abbiamo visto come ancora una volta la nostra terra è stata colpita dalla forza della natura – scrive monsignor Ghizzoni a monsignor Toso –. In tutta la diocesi abbiamo pregato per voi con le parole che lei stesso ha voluto darci come fonte di speranza. La nostra vicinanza, oltre che geografica, non vuole essere solo attraverso la preghiera, pur importante in questo momento. Come Diocesi e come Caritas ci siamo mossi per intervenire e prestare soccorso nelle zone colpite: anche i nostri giovani si sono organizzati per dare una mano. Oggi vogliamo presentare un ulteriore segno della nostra vicinanza operativa». Appunto con la donazione di 35mila euro. Un «piccolo gesto», conclude l’arcivescovo, un aiuto concreto per la gente duramente provata.
Una partita a calciobalilla a simboleggiare l’unione e la collaborazione tra Diocesi e Amministrazione per il bene della comunità, specie nel contesto della ripartenza post-alluvione ancora in corso. A scendere in campo il vescovo della Diocesi di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso, e il sindaco Massimo Isola che si sono sfidati ieri, 16 settembre, tra goal e parate con i classici “omini” del calciobalilla in una partita che si è giocata all’interno di un contesto speciale. L’occasione è stata data dall’inaugurazione e dalla benedizione dei nuovi spazi che ospiteranno la Ludoteca comunale della città, che ha trovato casa nei locali del Vescovado (in piazza XI Febbraio, 10) messi a disposizione dalla Diocesi. Il servizio Ludoteca infatti è stato spostato dalla sua sede originale per i lavori Pnrr che stanno interessando il complesso di Palazzo delle Esposizioni di Faenza. Per questo motivo, grazie a un accordo tra il Comune e la Diocesi di Faenza-Modigliana, è stato possibile riaprire ai piccoli fruitori, dopo alcuni interventi di adeguamento alla struttura, le attività nei locali del vescovado, alluvionati a maggio, recuperati e ora allestiti con numerosi giochi e servizi per i più piccoli.
La Ludoteca comunale rappresenta un luogo d’aggregazione e di crescita molto importante per i bambini dai 6 ai 14 anni. Qui ora hanno uno spazio nel quale ritrovarsi per giocare assieme in un contesto educativo adeguato. «Esprimo la mia personale soddisfazione – ha detto S.E. Mons. Mario Toso – per la ripresa delle attività della Ludoteca comunale nei locali che hanno ospitato fino a poco tempo fa gli uffici della Curia diocesana. Infatti, sono lieto di potere avere come “vicini di casa” i bambini e i ragazzi adolescenti della nostra città che avranno la possibilità di giocare e di crescere insieme con l’accompagnamento delle famiglie e degli operatori».
Al termine del taglio del nastro e della benedizione da parte di monsignor Toso, il vescovo e il sindaco sono poi scesi in campo attorno al calciobalilla, testando, ritornando bambini, i giochi presenti in Ludoteca. E la partita più bella è sempre questa, al di là del numero dei goal fatti: collaborare insieme per il bene comune.
Lunedì 2 settembre si è giocata la partita inaugurale dell’edizione 2024 del torneo del Calciotto. In campo alla parrocchia del Paradiso si sono fronteggiate le squadre “All Star” e “Preti”. La partita, molto combattuta, è terminata con il risultato di 2 reti a 1 a favore dei Preti: in goal don Luca Girotti (Mvp della partita, poi uscito infortunato e sostituito da don Matteo Babini) e don Massimo Geminiani, per gli All star rete di Giacomo Sangiorgi.
Il torneo del Calciotto, nato sulla spinta del Sinodo dei giovani della Diocesi di Faenza-Modigliana, proseguirà fino al 6 ottobre, quando si terranno le finali. In corso le fasi eliminatorie, con 14 squadre iscritte. Nel torneo maschile cercherà di confermarsi campione la squadra dei Cappuccini. Per quanto riguarda il torneo femminile, quest’anno quattro le squadre iscritte.
«Caos e il suo contrario. Materia animata: morfogenesi Morigi, il cinquantenario» è una mostra promossa dal Museo Diocesano che celebra la creatività di Mirta Morigi e della sua vivace bottega, tutta al femminile. La mostra, che verrà inaugurata ufficialmente il 30 agosto prossimo presso gli spazi espositivi di Santa Maria dell’Angelo, resterà aperta al pubblico fino al 10 novembre. Con le radici ben salde nella sapiente e secolare tradizione faentina, ma con gli occhi e il cuore aperti al mondo per coglierne l’essenza migliore grazie a un sincero e cordiale processo di scambio, la Bottega Morigi è un luogo in cui il sapere delle mani e del cuore si intrecciano ogni giorno per dare vita a creazioni sempre originali. Basta varcarne la soglia per cogliere l’essenza di questo lavoro incessante, rigoroso, ma soprattutto per assaporare un tempo diverso, come quello, ad esempio, che chiede la terra per asciugarsi o il forno per raffreddarsi. Il fare ceramica esige e insieme educa a una qualità del tempo diversa da quella che al di fuori del laboratorio si può percepire. Seguendo questa logica, porre l’attenzione sugli anni trascorsi – cinquanta nel 2023 – può rivestire un senso relativo per chi fa ceramica. Se cinquant’anni segnano un traguardo, va innanzitutto riferito alla qualità del tempo trascorso e al desiderio di trasfigurare la terra – ci si può immaginare una materia più semplice? – in qualcosa di infinitamente prezioso. Se poi cinquant’anni chiedono di essere ricordati è perché quella scintilla iniziale, quell’entusiasmo delle origini, mai si sono spenti.
È la vivacità della produzione che lo dimostra. Posta nel centro di Faenza, la Bottega d’Arte Ceramica Morigi, si trova all’ombra della seicentesca chiesa di Santa Maria dell’Angelo, uno spazio che, dopo alcuni anni di chiusura, nel 2018 è stato riaperto come cantiere per l’arte contemporanea del Museo Diocesano di Faenza. Questa vicinanza geografica, ma soprattutto progettuale, ha reso naturale l’incontro con Mirta, Gaia, Edda, Erika e Serena per immaginare un’esposizione che rendesse omaggio a quella passione per la ceramica che, nel corso dei decenni, mai è venuta meno. Santa Maria dell’Angelo, che in questi anni ha accolto nei suoi antichi spazi esperienze di numerosi artisti contemporanei, entra ora in dialogo, grazie a un allestimento immersivo, con i vasi/sculture della Bottega Morigi, opere dove il confine tra alto artigianato e arte è quanto mai labile.
Il 2 settembre, con una partita inaugurale All Stars vs. Preti, prenderà il via la nuova edizione del Calciotto, il torneo promosso da varie realtà diocesane e nato a partire dal Sinodo dei giovani, in modo particolare raccogliendo l’invito, nato durante il Sinodo, di proporre attività e progetti per una Chiesa in uscita. Confermati i campi da gioco alla parrocchia del Paradiso e a San Giuseppe, le finali si disputeranno il 6 ottobre. E tra, le novità di quest’anno, il Fantacalciotto.
Al torneo maschile si sono iscritte dieci squadre: Cappuccini, Scout Modigliana, San Marco, Sant’Agostino, Leoni San Marco, Scout Faenza 4, Errano, Paradiso, Castel Raniero, Reda. Al femminile parteciperanno quattro squadre: Paradiso, Pieve Cesato, ACpicchia, San Marco. Il Calciotto viene proposto dall’area Giovani e Vocazioni, Azione Cattolica, Anspi, Csi e Agesci.
Quale settimana sociale dei cattolici per noi? È questo il titolo di una serie di incontri promossi nelle prossime settimane dalla Pastorale sociale della Diocesi di Faenza-Modigliana. Tra i temi: la proposta di legge Cisl su lavoro e partecipazione e la buona pratica delle comunità energetiche. Il 31 maggio scorso, infatti, è stata costituita la comunità energetica rinnovabile “Ecologia integrale società cooperativa”. Una cooperativa di condivisione dell’energia elettrica rinnovabile, a scopo spiccatamente sociale. La Commissione costituita dal vescovo monsignor Mario Toso ha fatto la scelta di rendere agile la nascita della cooperativa coinvolgendo i primi tredici enti (tra cui diverse parrocchie), i cui rappresentanti legali si sono impegnati nell’approfondire e vagliare il lavoro svolto dalla Commissione e affidare la guida al primo Consiglio di Amministrazione. Quest’ultimo ha intrapreso i lavori proseguendo quelli della Commissione e in queste settimane sta riunendosi per le prime scelte significative. Il Consiglio ha pensato di coinvolgere fin da subito e in modo particolare tutti gli enti e le famiglie che hanno manifestato l’interesse per la comunità energetica, organizzando due appuntamenti.
Quale Settimana sociale dei cattolici per noi?
Il primo incontro, a Brisighella, si terrà lunedì 1° luglio al cinema Giardino (via Fossa 16) alle 20.30. Il secondo incontro sarà martedì 9 luglio a Bagnacavallo, sempre alle 20.30, nei locali della pieve di San Pietro in Silvis. Saranno due serate i cui contenuti si ripeteranno, in luoghi agevolmente raggiungibili da tutto il territorio diocesano. Insieme ai volontari del settore di Pastorale sociale si approfondirà il tema della Settimana sociale dei cattolici (Trieste, 3-7 luglio), e si spiegherà come entrare nella comunità energetica, modo concreto di partecipazione a un progetto sociale. Saranno condivise anche le tempistiche e gli impegni che il Consiglio di Amministrazione sta ipotizzando.
Sono invitati soprattutto i parroci, i membri dei consigli degli affari economici parrocchiali, i legali rappresentanti delle scuole paritarie cattoliche con i loro consigli degli affari economici, i presidenti dei circoli e i loro collaboratori, coloro che hanno compilato la manifestazione di interesse. Per estendere la partecipazione a tutti i soggetti (alle famiglie e aziende), il Consiglio vuole prendersi ancora qualche mese di tempo, soprattutto per la stesura del Regolamento e per avviare la gestione della cooperativa. Ciò non toglie che tutti possano partecipare a questi due incontri ed esprimere il loro interessamento.
Per info: pastoralesociale@diocesifaenza.it; com.energetiche@diocesifaenza.it