Author: samuelemarchi

Caritas Faenza: il grande impegno nel fronteggiare l’alluvione continua. Progetti, aiuti concreti e sostegno a famiglie

Prima, durante e dopo l’alluvione la Caritas c’è, e continua ancora oggi a stare al fianco di chi ha bisogno. Un mettersi accanto fatto di progetti, aiuti concreti e un animare tutta la comunità a sostenere le persone più in difficoltà. In tutto la grande generosità del territorio ha portato a 830mila euro la cifra raccolta dalla Diocesi di Faenza-Modigliana, poi destinata alla Caritas, per aiutare le famiglie alluvionate e le parrocchie che sono state colpite dalle calamità degli ultimi mesi. A questi si sommano i 23mila euro raccolti grazie alla colletta obbligatoria indetta dal vescovo monsignor Mario Toso il 28 maggio 2023 in tutte le parrocchie della Diocesi. Questi soldi sono stati destinati in particolare alle parrocchie alluvionate per avere un aiuto nel ripristino dei locali.

Da La Bcc sono arrivati 300mila euro: aiuti alle famiglie e sistemazione di appartamenti nell’emergenza

Di questi 830mila euro, 300mila sono arrivati da La Bcc, banca Credito Cooperativo. Una prima offerta, da 180mila euro, è stata utilizzata per sistemare tre appartamenti situati in San Domenico per riuscire a rispondere alle necessità abitative che ci sono in questo momento di emergenza. Altri 120mila euro, arrivati in un secondo momento da La Bcc, sono stati destinati ad aiutare famiglie in difficoltà colpite dalle calamità di maggio (alluvione) di luglio (uragano) e di settembre (terremoto).

Le donazioni alla Diocesi hanno permesso di attivare il centro operativo San Domenico in questi mesi

Circa 180 mila euro della cifra arrivata dalla Diocesi sono già stati usati per sostenere innanzitutto le spese del centro operativo che Caritas ha aperto da maggio a San Domenico e che è ancora attivo: un hub fondamentale in questi mesi per riuscire a essere presenti sul territorio nell’intercettare le fragilità. Parte di questi fondi è servita inoltre per sostenere alcune parrocchie alluvionate; per aiutare a pagare le rette a famiglie che frequentano gli asili paritari di Solarolo, Pieve Cesato e Sant’Umiltà; per sostenere economicamente alcune strutture per anziani colpite dall’alluvione o dal terremoto. Il restante 400mila euro verrà utilizzato per dare un contributo, anche se piccolo, alle persone che sono state colpite dall’alluvione che grazie alle Caritas parrocchiali hanno fatto richiesta. A questo fondo si aggiunge un ulteriore aiuto ricevuto dalla Caritas Italiana di circa 700mila euro di questi una parte serve per l’accompagnamento alle persone che ne fanno richiesta per percorsi psicologici, ascolti circa 120mila euro; una parte (300mila euro) verrà utilizzata per aiutare sempre le famiglie che ne hanno fatte richiesta e l’ultima parte (circa 290mila euro) verrà utilizzata per sistemare alcuni appartamenti da mettere a disposizione a famiglie che ne necessitano alluvionate. Inoltre Caritas Italiana ha riservato l’importo di 500mila euro per l’iniziativa di microcredito sociale costruita a favore di tutte le Diocesi colpite dall’alluvione, che mira a favorire la concessione di prestiti di piccola entità a singoli, famiglie e piccole imprese.

I numeri dell’accoglienza

Durante l’emergenza, in Diocesi sono state accolte due comunità di minori non accompagnate della coop. Zerocento presso il Seminario vescovile da subito dopo l’alluvione fino a inizio agosto. Nella parrocchia della Beata Vergine del Paradiso gli scout hanno allestito un’accoglienza dove sono state ospitate fino a 50 persone contemporaneamente. Presso in convento delle suore della Sacra Famiglia di Modigliana sono state accolte 70 famiglie in collaborazione con il Comune. Presso la parrocchia di Russi sono state accolte circa 15 persone costrette ad allontanarsi dalla propria abitazione per precauzione per circa una settimana; poi sono stati accolti vari gruppi di volontari (Caritas Ambrosiana, Scuola di Vimercate, scuola di Burago, Caritas di Trento, Comunità di Cuneo, Verona) che sono venuti a dare una mano alla Caritas per aiutare sempre le famiglie colpite dall’alluvione.

In Borgo le attività nelle parrocchie di Santa Maria Maddalena e Sant’Antonino

La parrocchia di Santa Maria Maddalena fin dal 17 maggio ha accolto quattro famiglie alluvionate nei locali della canonica (sei adulti e sei bambini) dove sono ospitate per due settimane. Inoltre, sempre per due settimane, ha predisposto una mensa per gli alluvionati e i volontari che ogni giorno serviva il pranzo e la cena (anche da asporto) a centinaia di persone; si è arrivati a preparare fino a 900 pasti in un giorno. Inoltre sono state predisposte squadre di volontari che al bisogno si recavano dalle famiglie più in difficoltà per aiutare a spalare il fango e a svuotare gli immobili. La parrocchia nei primi giorni si è anche fatta carico della casa famiglia Oami di via Galli aiutando a ripulire i magazzini e il mercatino e garantendo agli ospiti tutto ciò di cui avevano bisogno. Infine sono stati destinati 112.500 euro a tutte le famiglie del territorio della parrocchia che hanno perduto l’abitazione per intero (61 famiglie), a due attività commerciali e a una scuola di musica. Tale cifra è il frutto di una raccolta fondi parrocchiale, che ha dato il buon esito di 76mila euro (contributi da privati, associazioni, parrocchie e Save The Children); i restanti 36mila sono stati dati dalle casse parrocchiali; è stato offerto il centro estivo a 26 ragazzi di famiglie alluvionate, senza dimenticare il servizio religioso della Messa festiva che ogni domenica è stata celebrata all’Hotel Cavallino (nel territorio della parrocchia) per le persone sfollate e li ospiti (per circa un mese). “Tutto ciò – ricorda il parroco don Francesco Cavina – è stato possibile grazie alla generosità di tanti volontari, giovani e meno giovani, che ancora una volta hanno realizzato il comandamento dell’Amore proposto da Gesù. Infine la parrocchia di Sant’Antonino zona colpita due volte dall’alluvione, ha accolto alcune persone in canonica e ha cercato da subito di mettersi a fianco degli alluvionati per dare una mano e cercare di aiutare concretamente con risorse.

Emanuele Casadio, direttore Caritas Faenza-Modigliana


La visita del Segretario di Stato, card. Parolin, per il 50° anniversario della morte del card. Amleto Cicognani

Vigilanza, sapienza e ferma speranza. Sono questi alcuni dei carismi che hanno guidato l’attività diplomatica del cardinale Amleto Cicognani nel suo lungo servizio per la Chiesa. In occasione del 50esimo della morte, la Diocesi di Faenza-Modigliana ha promosso nella giornata di 17 dicembre un convegno e una messa in suffragio del cardinale originario di Brisighella e che è stato, tra i numerosi incarichi ricevuti, segretario di stato per i papi Giovanni XXIII e Paolo VI. Una testimonianza di primo piano della Chiesa che la Diocesi e il vescovo monsignor Mario Toso hanno voluto fortemente ricordare. Per l’occasione, la giornata di commemorazione ha visto la visita, a Faenza, del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, che nella sua relazione ha ripercorso le tappe più significative della vita del cardinale Cicognani, prima di presiedere la messa in suffragio in Cattedrale.

Il convegno, alla sala San Carlo, è stato aperto dai saluti del vescovo Mario, e del vicario generale monsignor Michele Morandi. In particolare, monsignor Toso ha ribadito il forte legame che Amleto Cicognani, «illustre figlio di questa Diocesi» ha mantenuto con la sua terra d’origine.
Tra i relatori, oltre al vescovo e al cardinale Parolin, anche monsignor Maurizio Tagliaferri. Al convegno hanno presenziato anche l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, il vescovo di Forlì, monsignor Livio Corazza e il vescovo emerito di Faenza, monsignor Claudio Stagni e le autorità, tra cui il sindaco di Faenza Massimo Isola, la vice sindaco di Brisighella Marta Farolfi e il comandante dei Carabinieri Alessandro Averna Chinnici.

I legami con la terra d’origine

«Nonostante la lontananza dovuta agli impegni apostolici – ha detto il vescovo – ebbe sempre nel cuore il suo paese di origine, Brisighella, dove nacque e rinacque alla fede. Le radici della sua vocazione, della sua spiritualità, affondano nella rigogliosa tradizione ecclesiale faentina. Alle origini della sua vocazione e della sua formazione stanno i genitori e la famiglia, assieme allo zelante parroco monsignor Antonio Casanova, animatore di tante istituzioni di bene. Nel Seminario di Faenza incontrò due figure eccezionali che ne segnarono indelebilmente la vita, il rettore monsignor Francesco Lanzoni (1862-1929) e il direttore spirituale il servo di Dio monsignor Paolo Taroni (1827-1901)».
«Sentiva un grande affetto per la sua Chiesa d’origine – ha proseguito il vescovo -. Non potendo mostrarlo di persona, non permettendoglielo i suoi alti incarichi, lo esprimeva con aiuti a istituzioni e persone. Dopo la guerra le necessità, peraltro, non si facevano mancare. Assieme al fratello cardinale Gaetano Cicognani, anche lui diplomatico, rivolse dapprima la sua attenzione al paese natio. Dietro consiglio del vescovo Giuseppe Battaglia procurò, nel 1947, una sede spaziosa all’asilo parrocchiale, centro insieme di attività catechistiche, ricreatorie e di Azione Cattolica. Nonostante non desiderasse apparire, tratto questo caratteristico del cardinale, il luogo venne intitolato alla famiglia e si chiamò “Asilo Cicognani”».Nel 1948 il vescovo Battaglia pose la prima pietra del nuovo Seminario, simbolo della ricostruzione materiale e spirituale della Diocesi. Il cardinale volle partecipare donando le magnifiche Cappelle che sorgono nel complesso inaugurate nel 1953.

Al servizio della Chiesa

Riprendendo le parole di san Giovanni paolo II, il cardinale Parolin ha definito Cicognani «un grande servitore della Santa Sede», e ha ripercorso le tappe principali della sua vita, che si è svolta in un contesto mondiale complesso: dalla crisi del ’29 alle, iniziali, difficili relazioni con gli Stati Uniti arrivando poi fino alla guerra mondiale, il rinnovamento post-conciliare e la guerra fredda. Il cardinale Cicognani seppe muoversi con sapienza e autonomia, distante da certe posizioni della curia romana, ottenendo risultati importanti nel suo operato pastorale su temi come la pace, la libertà, il disarmo, l’autodeterminazione dei popoli. Mostrò in particolare grande attenzione sugli effetti che le proprie parole potevano avere sulle chiese locali: «certe prese di posizione a livello diplomatico – ha sottolineato Parolin -, in epoca della guerra fredda, avrebbero potuto danneggiare non solo i rapporti con gli Stati, ma soprattutto le chiese locali orientali e i più deboli. Anche nei rapporti tra arabi e israeliani fu sempre misurato. Un insegnamento che vale ancora oggi per il presente».

Monsignor Tagliaferri ha approfondito, in particolare, l’attività diplomatica di Cicognani come nunzio apostolico negli Stati Uniti, durata ben 25 anni, e sui cui ancora tanto c’è da esplorare grazie all’apertura degli archivi vaticani. Fondamentale fu il suo ruolo nel riavvicinare le relazioni tra il Vaticano e gli Stati Uniti. Tagliaferri ha sottolineato alcuni temi specifici tra i suoi dossier come «le crociate contro Hollywood» o il «problema legato al controllo delle nascite».


Natale. La messa del vescovo Mario all’hospice Villa Agnesina

Nei giorni scorsi il vescovo monsignor Mario Toso ha presieduto la tradizionale messa di Natale all’Hospice Villa Agnesina di Castel Raniero a Faenza. Presenti alla celebrazione anche il sindaco, Massimo Isola, la direttrice del distretto ospedaliero, Donatina Cilla, e il direttore della struttura Luciano Montanari, e altri operatori e ospiti dell’hospice.
Un’occasione per vivere assieme l’avvicinarsi del Natale stando a fianco di chi, in questo momento, ha più bisogno.


Lutto in Diocesi: è morto don Giuseppe Mingazzini

Nella notte del 19 dicembre è morto a Faenza don Giuseppe Mingazzini. Era nato il 21 maggio 1938 ed è stato ordinato sacerdote l’8 giugno 1963. Il 25 luglio scorso, alla parrocchia di Santa Maria Maddalena (di cui è stato per 26 anni parroco, succedendo a don Fiorini), aveva festeggiato i 60 anni di sacerdozio. Era ospite della Casa del Clero di Faenza. 

Il 23 dicembre le esequie presiedute dal vescovo

La salma di don Giuseppe sarà esposta alla camera mortuaria dell’ospedale di Faenza fino a venerdì alle 12. Sarà poi trasferita, a cassa chiusa, presso la chiesa di santa Maria Maddalena dove sarà celebrata la Messa esequiale presieduta dal Vescovo, sabato 23 dicembre alle 10.

don mingazzini festa

Nei suoi anni di servizio la parrocchia di Santa Maria Maddalena è cresciuta notevolmente soprattutto come numero di abitanti (è attualmente una delle più grandi della città di Faenza) e di conseguenza sono cresciute anche le iniziative a favore dei bambini, ragazzi, giovani e adulti di questa comunità. Tanti sono stati i lavori “esteriori” portati a termine sotto la guida di don Giuseppe; basti pensare al restauro della canonica, della costruzione di nuove stanze per il catechismo, dei locali del circolo e del campo sportivo. Il 17 novembre 2002 la chiesa parrocchiale è stata solennemente dedicata dal vescovo diocesano mons. Italo Castellani. Nel 2012 la parrocchia di Santa Maria Maddalena ha celebrato il cinquantesimo anniversario della sua fondazione partecipando anche ad un’udienza generale in piazza San Pietro con il papa Benedetto XVI al quale è stata regalata una copia dell’immagine della Madonna della Consolazione. A don Giuseppe è succeduto, nel 2017, don Francesco Cavina.


Vespri nel Tempo di Natale in Seminario: date e orari

Durante il Tempo di Natale in Seminario a Faenza continuano gli appuntamenti con i Vespri organizzati dalla Pastorale Vocazionale la domenica sera dalle 19 alle 20.

Date

Il 24 dicembre Primi Vespri, Natale del Signore. Il 31 dicembre Primi Vespri, Maria S.s. Madre di Dio e il 7 gennaio Vespri, Battesimo del Signore.

Per info: don Luca Ghirotti 3334122749, luca.ghiro@hotmail.it


Solennità del Santo Natale: le celebrazioni in Cattedrale a Faenza

Di seguito riportiamo le celebrazioni del Santo Natale alla Basilica Cattedrale di Faenza. Da lunedì 18 a giovedì 21 dicembre, ogni giorno dalle 8.30 alle 12 e dalle 16 alle 19 ascolto delle confessioni. Venerdì 22 dicembre, sante messe alle 8 e alle 18, mentre dalle 8.30 alle 12 e dalle 16 alle 19 ascolto delle confessioni. Sabato 23 dicembre, sante messe alle 8 e alle 18, mentre dalle 8.30 alle 13 e dalle 16 alle 19 ascolto delle confessioni.

Per domenica 24 dicembre, messe alle 8, alle 10.30 e alle 12, con ascolto delle confessioni dalle 8.30 alle 13, dalle 16 alle 19 e dalle 23 alle 24. Alle 23.30 avrà luogo la Veglia di Natale e lettura della Kalenda. La messa nella notte del Natale e del Signore sarà celebrata alle 24, presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso. Per lunedì 25 dicembre, Solennità del Natale del Signore, messe alle 8 e alle 12, con ascolto delle confessioni dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 19. Alle 10.30 la messa solenne presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso. Alle 17.30 i vespri solenni presieduti da monsignor Michele Morandi, che celebrerà la messa successiva alle 18.

Martedì 26 dicembre, festa di Santo Stefano martire, messe alle 8 e alle 18.


Cattolici e politica. Don Bruno Bignami e Vera Negri Zamagni il 14 dicembre relatori a Faenza

Si è ormai giunti agli ultimi due appuntamenti della scuola di formazione sociale e politica, organizzata dal settore di Pastorale sociale della Diocesi di Faenza-Modigliana. Un percorso iniziato a giugno scorso da un gruppo di 16 giovani e adulti. Il primo ospite è stato il professore ed ex-parlamentare Ernesto Preziosi, che da fine conoscitore della realtà ecclesiale e del tessuto culturale dei “nostri” ambienti, ha incoraggiato ad approfondire il numero 43 della Gaudium et Spes (Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Concilio Vaticano II). Ha poi auspicato uno studio e una divulgazione dell’Art. 49 della Costituzione riscoprendo il valore e il ruolo dei partiti nella nostra Repubblica così come sono stati pensati e così come possono servire alla democrazia italiana.

Alla luce della storia del Movimento Popolare e dei suoi sviluppi, secondo Preziosi, i cattolici in politica devono fare una scelta coraggiosa e di fede: la scelta di una semina profonda. La formazione di base dei cittadini è la priorità. La formazione alla vita cristiana. Le persone vanno aiutate a pensare. Va fatto rinascere e crescere un cristianesimo maturo, capace di ascoltare la realtà. Con la formazione di base e la creazione di luoghi di incontro e pensiero per le persone è possibile raggiungere un’unità culturale. Poi c’è necessità di formare un pensiero politico condiviso. I docenti dell’Università Cattolica sono circa 1.500, i “cervelli” ci sarebbero. È possibile elaborare insieme un pensiero politico sui temi importanti come, ad esempio, la violenza sulle donne: perché non analizziamo più approfonditamente le situazioni familiari di questo fenomeno? È evidente che esistono forti connessioni di questa piaga con le condizioni familiari, con le situazioni di instabilità, le narrazioni sulla famiglia e le concezioni più diffuse sull’amore tra coniugi proposte da spot pubblicitari, film e serie Tv. Il pensiero politico può agire sull’educazione delle giovani generazioni e fare la sua parte sulla maturazione della cultura.

Le prospettive europee: incontri con il prof. Giampaolo Venturi e Andrea Piazza

Il professore Giampaolo Venturi nella sua lezione ha aperto ai presenti l’orizzonte europeo, ancorandosi alla storia, evidenziando la grande intelligenza e furbizia dei padri fondatori dell’Europa. Alla luce del dialogo attuale sui valori fondativi dell’Unione Europea, ha presentato le più grandi sfide, che attendono di essere “disputate” nei livelli più profondi di confronto e dibattito. In quella stessa data abbiamo conosciuto giovani che a Faenza si impegnano per diffondere una conoscenza e un’amicizia verso l’istituzione e realtà europea. Andrea Piazza, responsabile Servizio Affari Istituzionali dell’Unione Romagna faentina, ha condiviso le sue conoscenze sulle istituzioni europee e, con grande competenza, ci ha offerto una panoramica sulle coalizioni delle future votazioni europee e i suoi possibili sviluppi.

Il prof. Gino Mazzoli e il coinvolgimento della cittadinanza nella scelta politica

Nell’incontro di novembre è intervenuto Gino Mazzoli, professore di psicologia, formatore e consulente. La sua esperienza nel campo dell’accompagnamento ed educazione è come un manuale da cui trarre conoscenze utilissime per chi si trova a pensare percorsi formativi e di coinvolgimento della cittadinanza. Mazzoli ha proposto una lettura molto profonda della realtà sociale, alla luce delle statistiche sulle patologie più diffuse in Europa. Ha proposto la via dell’incontro delle persone, specie in condizioni di conflittualità sociale; la creazione di occasioni di incontro e lavoro condiviso attorno ai beni della propria città o comunità. Le sue parole hanno aperto la pista alla testimonianza di due giovani impegnati nella città di Faenza e Tredozio: si è potuto ascoltare che i giovani possono dare un grandissimo contributo al bene comune se sono motivati e hanno coraggio di spendere tempo ed energie fisiche e spirituali!

L’incontro del 14 dicembre: i relatori dialogheranno con il vescovo monsignor Mario Toso

Ora, appunto, ci si trova davanti agli ultimi due incontri del percorso. Il Settore di Pastorale sociale ha pensato di aprire la partecipazione a tutti quelli che vorranno ascoltare don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, e Vera Negri Zamagni, professoressa dei Dipartimenti di Scienze Statistiche e Scienze Aziendali dell’università di Bologna. Insieme al vescovo monsignor Mario Toso i due relatori affronteranno il tema dei cattolici di fronte alla terza guerra mondiale a pezzi. C’è un grande bisogno di proporre una lettura il più possibile chiara sulle guerre recentemente scoppiate. Sarà una serata in cui si potrà lavorare ad una unità culturale di fronte alla guerra mondiale a pezzi che investe il nostro mondo, e perché no, lavorare nel porre le basi per un pensiero politico condiviso.

Siete tutti invitati, appuntamento a giovedì 14 dicembre, alle 18, nella sala San Pier Damiani del Seminario di Faenza (ingresso da Viale Stradone, 30).

Luca Ghirotti


Essere autentici educatori: riflessioni dall’equipe diocesana Tutela minori di Faenza. Il 19 novembre Giornata di preghiera

Ci sono temi che, nella vita personale, sociale ed ecclesiale, spesso si impongono per la loro serietà e gravità. Le reazioni possono essere di paura, di insabbiamento, di giustizialismo di vendetta.  Questi atteggiamenti non mirano ad affrontare profondamente e a lungo termine le questioni, anzi… La vera sfida è quella di fare di ogni evento un’occasione per crescere e formarci. L’impegno nella Chiesa per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, si muove su un duplice fronte: quello dell’affiancamento e cura di chi è stato ferito da qualche forma di abuso, ma soprattutto quello della prevenzione.

Affiancamento, prevenzione e formazione di tutta la comunità diocesana

Non esiste prevenzione più efficace che la formazione di quanti, in un ruolo più o meno costituito ufficialmente, si pongono in relazione con altri. Il nostro porci in relazione con gli altri, come discepoli di Gesù Cristo, ha un nome preciso si chiama “servizio”. Il servizio è il punto di partenza e di arrivo di ogni relazione autenticamente educativa e formativa. Essere servi, significa essere totalmente protesi all’altro, vederlo in senso profondo, cioè essere capaci di riconoscere la sua unicità e la sua verità. Essere servi, significa rinunciare a ogni forma di “potere” sull’altro, ed essere attivi affinché l’altro raggiunga la sua vocazione la sua libertà fino al punto da renderci “inutili” e capaci di accettare che l’altro con la sua vita ci dica: “tu non mi basti”.

Il servizio ha poi come seconda caratteristica quello di essere a nome di qualcuno. Il nostro servizio è ecclesiale: noi portiamo sempre non solo noi stessi, ma un “noi” che ci precede, e conduciamo a un “noi” che seguirà noi stessi. Se analizzassimo profondamente i disagi relazionali che giungono anche all’abuso, ci accorgeremmo, a uno sguardo piuttosto immediato, che al di la di patologie più gravi e complesse, esiste una immaturità umana e spirituale che porta, chi è posto in una qualche forma anche molto abbozzata di autorità, a non riuscire a vedere l’altro ma solo se stesso, e a percepirsi come punto di arrivo e di partenza e non mediazione di un “noi-Chiesa”, un “noi-famiglia” un “noi-società”.

Se esiste una autorità (augere=crescere) serve per far crescere l’altro, attraverso un magistero (magis-ter = tre volte grande) che è anche sempre un ministero (minus-ter = tre volte piccolo).

Su questi temi la nostra Chiesa di Faenza-Modigliana, propone un corso obbligatorio a tutti i catechisti ed educatori che potrete trovare a questo link.

Il 19 novembre la Giornata di preghiera per le vittime di abusi

Ci troveremo poi a pregare insieme domenica 19 novembre alle 19 in seminario a Faenza (ingresso da via Insorti 56) per chiedere al Signore il dono del Suo Spirito, perché si formino in noi gli stessi sentimenti che furono in Gesù Cristo, il quale pur essendo di natura divina, svuotò se stesso assumendo la condizione di Servo. (Cf Fil 2)

L’equipe diocesana tutela minori


Gmg diocesana: appuntamento il 25 novembre in Seminario a Faenza

Il prossimo sabato 25 novembre dalle 17.30 in Seminario a Faenza appuntamento con la Gmg diocesana.

Il programma

Si inizia alle 17.30 con i ritrovo e l’accoglienza dei gruppi della diocesi. Alle 18 l’incontro e l’attività con il Sermig di Torino, poi alle 19.30 la veglia e la Professione di fede presieduta dal vescovo Mario Toso. Infine alle 20.15 cena insieme e musica.

Info e iscrizioni

Per la partecipazione è richiesto un contributo di 5 euro l’iscrizione entro il 20 novembre. Per informazioni e iscrizioni: Annachiara 331 8897336 oppure Irene 334 1964005.


Giornata mondiale dei poveri: le iniziative della Caritas diocesana per il 19 novembre

Tra le iniziative promosse durante la Giornata mondiale dei poveri, la Caritas diocesana invita a partecipare domenica 19 novembre alla Santa Messa celebrata dal Vescovo Monsignor Mario Toso alle ore 19.00 nella chiesetta SS. Trinità in via D’Azzo Ubaldini. A seguire si terrà l’intitolazione della sala del Centro di Ascolto diocesano a Damiano Cavina, operatore Caritas deceduto nell’aprile dello scorso anno che ha dedicato la propria vita al servizio verso gli ultimi. L’intitolazione della sala vuole essere un modo per tenere viva la sua testimonianza.

Alle ore 20 si terrà la benedizione dei locali dell’accoglienza femminile, un servizio che offre quattro posti letto a donne che vivono situazioni di particolare criticità. Il servizio è attivo dal 2014: inizialmente la sede era presso la parrocchia di San Domenico, poi è stato trasferito in via Strocchi e infine, dal maggio 2021, ha sede nel plesso adiacente al Centro di ascolto di via d’Azzo Ubaldini. Sono una decina le volontarie che garantiscono ogni giorno l’apertura dell’accoglienza femminile promuovendo anche momenti di convivialità e aggregazione.