Author: samuelemarchi

Si celebra la 47ª Giornata per la vita e la 33ª Giornata del malato. Domenica 2 febbraio torna Una primula per la vita.

Tornano gli appuntamenti con la 47ª Giornata per la Vita e la 33ª Giornata Mondiale del Malato. Un’occasione per riflettere sul dono della vita e sulla vicinanza ai malati attraverso momenti di preghiera, incontri e gesti di solidarietà. Il programma si articola in diverse iniziative che coinvolgeranno parrocchie e comunità locali.

Domenica 2 febbraio l’iniziativa “Una primula per la vita”

La 47ª Giornata Nazionale per la Vita sarà celebrata domenica 2 febbraio con l’iniziativa “Una primula per la vita”, promossa dal Movimento per la Vita. In diverse parrocchie verranno distribuite le primule, simbolo della bellezza e della fragilità della vita, per sensibilizzare la comunità sull’importanza della difesa della vita e raccogliere fondi a sostegno di progetti pro-life. In piazza sabato 1 febbraio truccabimbi e domenica 2 dalle 15 musica con Le Panche di legno

Martedì 16 febbraio: Giornata Mondiale del Malato

Domenica 16 febbraio alle 20.30 presso il Seminario vescovile in via degli Insorti, incontro sul tema Vita: speranza che non delude. Incontro con Milena Grimolizzi, ginecologa presso il Morgagni di Forlì e i coniugi Maicol Lucchi e Francesca Ghetti, medico palliativista. Modera l’incontro Claudia Monti, consulente familiare presso il consultorio Ucipem Faenza.


Ecco le nostre impronte di pace: in tanti alla marcia diocesana di Faenza

Colorata, intensa e ricca di testimonianze significative per incidere e lasciare un’impronta sul presente e sul futuro. Domenica 26 gennaio scorso a Faenza si è svolta la tradizionale Marcia per la pace diocesana. Dopo una mattinata piovosa, in un bel pomeriggio di sole i bambini e i ragazzi della diocesi si sono ritrovati presso il seminario diocesano dove, grazie alla collaborazione tra Azione Cattolica dei Ragazzi diocesana, Pastorale Missionaria diocesana e Comunità Cristiana Evangelica di Faenza è stato organizzato un momento a loro dedicato.

Dopo l’accoglienza e la divisione in squadre sono state svolte diverse attività, ciascuna delle quali li ha aiutati a riflettere sul tema della pace e sul tema giubileo, essere pellegrini di speranza. Hanno ascoltato le testimonianze di Giandomenico Sacchini e fra Mirko Montefiori, hanno cantato canti di gioia e speranza e si sono sfidati in giochi e in una staffetta dove al termine del percorso ogni ragazzo ha impresso una piccola impronta su un’orma più grande come proprio segno di pace. Al termine delle attività è poi partita la marcia che ha portato il corteo in cattedrale dove, insieme al corteo degli adulti, si è svolta la preghiera finale guidata dal vescovo, monsignor Mario Toso.
Durante la preghiera i ragazzi, come gesto, hanno portato in Cattedrale le orme realizzate durante la staffetta. Queste impronte rappresentano l’impegno di pace che bambini e ragazzi desiderano intraprendere assieme e averle portate ai piedi dell’altare indica il voler intraprendere il cammino di speranza sostenuti e accompagnati dal Signore.

Per quanto riguarda il corteo degli adulti, coordinato dalla Pastorale sociale e del lavoro, questo è partito dalla chiesa di Sant’Antonino in Borgo, uno dei luoghi simbolo legati all’alluvione che ha colpito il nostro territorio. L’iniziativa ha evidenziato ancora di più l’importanza di promuovere un messaggio di speranza e di pace, che deve farsi concreto e camminare con noi nella vita di tutti i giorni.

Le parole del vescovo Mario: “La speranza va annunciata e costruita”

vescovo toso marcia pace

Di seguito riportiamo alcuni passaggi del Commento al Messaggio per la 58esima Giornata mondiale della pace redatto dal vescovo, monsignor Mario Toso e distribuito domenica scorsa al termine della celebrazione in Cattedrale. Il Commento è disponibile rivolgendosi agli uffici della Curia (viale Stradone 30).

Nella nostra esistenza terrena, contrassegnata da ingiustizie, conflitti, diseguaglianze, prevaricazioni sui più deboli, sfruttamenti delle risorse umane e naturali dei Paesi più poveri, trattamenti disumani delle persone migranti, non possiamo limitarci, per conseguenza, ad aspettare. Dobbiamo annunciare, organizzare, costruire la speranza! Come pellegrini della speranza, che è Cristo Gesù, proprio per essere segni efficaci e luminosi di speranza, dobbiamo tracciare e concretizzare cammini di speranza per tutti. Tocca a tutti organizzare la speranza e tradurla nella quotidianità, nei rapporti umani, nei legami con il pianeta, nell’impegno sociale e politico. (…)

Celebrare il Giubileo, connesso con il mistero della redenzione di Cristo, significa sentirsi chiamati a rompere le catene dell’ingiustizia. Ma, prima ancora, significa riconoscere l’errore di negare di avere un unico Padre, Dio, che destina i beni della terra a tutti. Ignorare di avere un unico Padre porta a negare la fraternità tra gli uomini, la destinazione universale dei beni, la solidarietà. Porta alla mancanza sia di gratitudine nei confronti di Dio sia di responsabilità nei confronti dei propri fratelli. È spalancata la porta dello sfruttamento dei propri fratelli, della crisi del debito estero dei Paesi più poveri sulle cui spalle pesa talvolta il peso del debito ecologico dei Paesi più sviluppati. È chiedendo perdono a Dio, mediante conversione, che poniamo le condizioni per riconoscere la fraternità tra i popoli, per rimuovere le ingiustizie e le diseguaglianze. Papa Benedetto insegnava che «convertirsi significa cambiare direzione nel cammino della vita: non, però, con un piccolo aggiustamento, ma con una vera e propria inversione di marcia. Conversione è andare controcorrente, dove la “corrente” è lo stile di vita superficiale, incoerente e illusorio, che spesso ci trascina, ci domina e ci rende schiavi del male o comunque prigionieri della mediocrità morale. Con la conversione ci si affida al Vangelo vivente e personale, che è Cristo».


Pellegrini di speranza: la marcia della pace a Faenza il 26 gennaio

Il 26 gennaio 2025 la comunità della Diocesi di Faenza-Modigliana si riunirà per vivere un momento di condivisione e riflessione nel segno della pace. L’iniziativa, intitolata “Pellegrini di Speranza – Lasciamo impronte di pace”, invita i fedeli a un pellegrinaggio a piedi che si concluderà con l’arrivo alla Cattedrale di Faenza.

L’evento inizierà alle 15.30 con il ritrovo nella Parrocchia di Sant’Antonino, in corso Europa 73 da cui partirà il cammino verso la Cattedrale. Un’attenzione particolare è rivolta ai più giovani: i bambini e i ragazzi, dalla prima elementare alla terza media, si ritroveranno alle ore 14.30 al Seminario in Via degli Insorti 56, Faenza, per un momento loro dedicato.

Il pellegrinaggio si concluderà alle 17.30 con un momento comune presso la Cattedrale, in Piazza della Libertà. Per chi parteciperà, è consigliato il parcheggio in Piazza delle Erbe, facilmente accessibile.

L’evento è organizzato dalla Pastorale Sociale della diocesi, con il contributo di diverse realtà ecclesiali e associative locali, tra cui Caritas Diocesana, Azione Cattolica Faenza-Modigliana, Acli, Agesci e Movimento Cristiano Lavoratori. L’iniziativa rappresenta un’opportunità per testimoniare la propria fede e promuovere un messaggio di speranza e di pace.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’organizzazione all’indirizzo email pastoralesociale@diocesifaenza.it.


Ri-creazione. Vita da studente. Incontri aperti in Seminario dal 3 al 7 febbraio

aula studio

Dal 3 al 7 febbraio, con inizio alle 17, nella rinnovata aula San Pier Damiani (presso le aule studio della Biblioteca Cicognani del Seminario di Faenza e di fianco alla nuova sede de il Piccolo) si terranno gli incontri “Ri-Creazione. Vita da studente”. Venti minuti di spunti di riflessione e di condivisione sulla vita universitaria con il rettore del Seminario, don Michele Morandi.
La partecipazione è gratuita, non occorre iscriversi.


In Cattedrale il rosario alla Beata Vergine delle Grazie nell’anno del Giubileo

beata vergine grazie

Nell’Anno del Giubileo della Speranza, l’Arciconfraternita della Beata Vergine delle Grazie promuove un momento quotidiano di raccoglimento spirituale con il Rosario dedicato alla Vergine Maria. A partire da martedì 7 gennaio 2025, i fedeli sono invitati a partecipare alla recita del Rosario ogni giorno, dal lunedì al venerdì, alle 17:20.

Un momento particolare sarà rappresentato dagli incontri mensili dell’Arciconfraternita, che si terranno ogni primo martedì del mese. Durante queste occasioni, i partecipanti potranno prendere parte al Rosario alle ore 17:20, seguito dalla Santa Messa celebrata alle 18 presso l’Altare della Madonna. Tra le date più significative, spicca quella di venerdì 4 aprile, giorno della Festa del Voto, un evento di profonda devozione e tradizione.

Il calendario proseguirà con gli appuntamenti mensili fino al mese di dicembre, culminando nella grande celebrazione della Festa della Patrona, Beata Vergine delle Grazie, che si svolgerà dal 4 all’11 maggio 2025. Questo importante celebrazione rappresenta un momento di unità per tutta la comunità, radunata nel nome della Madre Celeste per rinnovare il proprio cammino di fede.

L’iniziativa si propone come un’occasione preziosa per vivere un percorso di preghiera e comunione, incentrato sulla figura della Beata Vergine, guida e sostegno per i fedeli nell’Anno del Giubileo della Speranza.


Giornata del dialogo cristiano ebraico: il 18 gennaio incontro con Miriam Camerini e don Marcello

Sabato 18 gennaio alle 18,30 alla chiesa di San Francesco di Faenza si terrà l’incontro per la XXXVI Giornata del dialogo cristiano ebraico  con Miriam Camerini e don Marcello Fabrizio preceduto da un laboratorio per i giovani in seminario a cura degli stessi relatori nella giornata del 17 gennaio.

Come consuetudine questa giornata rappresenta per la città di Faenza il primo degli appuntamenti collegati al giorno della Memoria con la possibilità specialmente per le scuole di visitare la mostra documentaria su Amalia Fleischer presso il convento di Santa Chiara.

Qui si possono scaricare i materiali per la giornata che quest’anno è dedicata al Giubileo: https://unedi.chiesacattolica.it/2024/12/02/giornata-del-dialogo-tra-cattolici-ed-ebrei-il-sussidio/

Scrive la Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo nel sussidio: In questi ultimi tempi, segnati dal tragico atto terroristico del 7 ottobre 2023, dalla guerra successiva e dall’escalation del conflitto in Medio Oriente, i rapporti tra cattolici ed ebrei, in Italia, sono stati difficili con momenti di sospetto, incomprensioni e pregiudizi. Ma il dialogo non si è interrotto. In Europa sono tornati deprecabili atti di antisemitismo e incaute prese di posizione, a volte anche violente. Proprio per questo il dialogo va rafforzato. Continuiamo a crederci. Sicuramente il dialogo non è semplice anche a causa del passato, dell’“insegnamento del disprezzo” (J. Isaac) e della troppo scarsa partecipazione delle comunità cristiane. È necessario che il dialogo non sia più una questione di nicchia. Come Chiesa cattolica ci auguriamo che l’anno giubilare porti al rilancio e all’allargamento del dialogo.

Il Giubileo è sempre un tempo di ‘ripartenza’, un tempo per fermarsi e ripartire guardando con speranza al futuro. Per fare questo è necessario fare teshuvah, cioè ritornare ad attingere alla sorgente. Proprio come dice Nostra Aetate di cui celebriamo quest’anno il 60° anniversario: “Essendo perciò tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e ad ebrei, questo sacro Concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo” (n. 4). Ci auguriamo che l’anno Giubilare, alla luce dei tempi che stiamo vivendo, sia la rinnovata occasione per cristiani ed ebrei, di ritornare ai testi biblici letti insieme fraternamente secondo le proprie tradizioni.

Un’interessante intervista a Miriam si può leggere su Avvenire: https://www.avvenire.it/mondo/pagine/camerini

Qui si fa riferimento anche ad un’opera del faentino Giuseppe Sarti che è stata rappresentata a Gerusalemme nello scorso giugno e che la regista ha potuto preparare anche visitando i manoscritti presenti nella biblioteca Manfrediana.

 

don Mirko Santandrea

incaricato all’Ecumenismo e al Dialogo interreligioso

 


Padre Domenico Galluzzi, fondatore dell’Ara Crucis, si chiude la fase diocesana della causa di beatificazione. Il 12 gennaio la celebrazione in Seminario

galluzzi

Il prossimo 12 gennaio alle 15 nella chiesa del Seminario di Faenza si chiuderà ufficialmente la fase diocesana della causa di beatificazione di padre Domenico Galluzzi, domenicano, fondatore negli anni ‘50 del monastero Ara Crucis di via degli Insorti a Faenza e morto nel 1992, all’età di 86 anni. È stato formatore di novizi e di giovani frati, accompagnatore spirituale di vescovi, presbiteri, religiosi, consacrate, giovani, ragazze, laici, famiglie. Dagli incontri con lui si ripartiva comunque rinfrancati, seppur coi problemi rimasti irrisolti.

Delle attuali dieci monache del monastero dell’Ara Crucis, otto l’hanno conosciuto personalmente. “Mostrava Dio alle persone grazie alla cordialità, ma soprattutto alla pace che riusciva a trasmettere – raccontano -. Accogliente, saggio, capace di consolare, equilibrato, desideroso di far contenti gli altri: così lo ricordano. Spesso raccolto, sapeva ridere di gusto. Non è mai stato trascinatore di folle o scrittore brillante. Solo su una cosa si riteneva imbattibile: si è sentito molto amato e per questo ha amato tanto. Il Signore, Maria, San Domenico e tutti i santi, le persone che incontrava, i malati, i piccoli e naturalmente i sacerdoti, dei quali ha conosciuto anche le più sconcertanti debolezze. Proprio perché amava, questa scoperta non l’ha scandalizzato, ma l’ha attivato e coinvolto”.

Per la santificazione dei sacerdoti ha fondato negli anni ‘50 il monastero Ara Crucis di Faenza, che ancora oggi, prosegue la sua missione. Dopo la chiusura dPadre Domenico banner 2ella fase diocesana della causa di beatificazione, tutti i documenti raccolti verranno inviati a Roma, al Dicastero per le Cause dei santi, per la fase romana. “Il nostro intento – precisano le monache – era quello di ascoltare i testimoni, di riordinare e approfondire gli insegnamenti di padre Domenico. Quindi l’obiettivo è raggiunto in ogni caso. E ne siamo grate, perché ci sentiamo ancora più consapevoli del dono ricevuto”.

Chi era padre Domenico Galluzzi

Il Servo di Dio padre Domenico Galluzzi op nasce a Cattolica il 15 gennaio 1906. Al battesimo è chiamato Giovanni, ma riceve il nome di Domenico quando, terminato il servizio militare in Marina, nel 1928 entra tra i frati domenicani. Divenuto sacerdote il 23 luglio 1936, si spende a Bologna per la formazione dei giovani frati. Nel 1948 viene assegnato al convento di Faenza, dove la fiducia dei vescovi gli accorda incarichi importanti e delicati. Suo ideale è la santità dei sacerdoti: per loro consacra se stesso e fonda l’Ara Crucis, monastero domenicano di vita contemplativa, di cui è maestro e guida per oltre trent’anni. Si dedica all’ascolto delle persone, all’accompagnamento spirituale, ad animare gruppi di preghiera. Padre Domenico muore a Faenza il 13 gennaio 1992. Il 30 ottobre 2010 si apre l’inchiesta diocesana sulla sua vita.


Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani: il programma delle iniziative dal 18 al 25 gennaio

Dal 18 al 25 gennaio 2025 si celebrerà la tradizionale Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, un’occasione speciale per promuovere il dialogo ecumenico e la preghiera condivisa tra le diverse confessioni cristiane. Il tema di quest’anno, tratto dal Vangelo di Giovanni, è “Credi tu questo?” (Gv 11,26), un interrogativo che invita alla fede e all’apertura verso l’altro.

Il programma prevede momenti di preghiera e celebrazioni in diverse chiese della comunità, offrendo un ricco percorso spirituale per i partecipanti. La settimana si aprirà sabato 18 gennaio con la Celebrazione Eucaristica alla chiesa di San Francesco a Faenza, in Piazza San Francesco, alle ore 17.30. Lunedì 20 gennaio sarà la volta della Celebrazione Ecumenica della Parola di Dio, ospitata dalla Chiesa Evangelica Apostolica in via Piero della Francesca alle ore 20.30. La conclusione dell’intenso percorso avverrà sabato 25 gennaio, con i Vespri celebrati nella Chiesa Ortodossa Rumena in Piazza San Rocco alle ore 19.

Questa iniziativa rappresenta un forte richiamo all’unità e alla comunione tra le varie comunità cristiane, unendole nel comune obiettivo di testimoniare la fede in Cristo attraverso il dialogo e la preghiera.

Il Credo che accomuna tutti i cristiani

Quest’anno il tema della settimana è collegato ai 1.700 anni dal concilio di Nicea e si concentra sul “Credo” che accomuna tutti i credenti come ricorda anche il Papa nella bolla di indizione del Giubileo al n. 17: Il Concilio di Nicea è una pietra miliare nella storia della Chiesa. L’anniversario della sua ricorrenza invita i cristiani a unirsi nella lode e nel ringraziamento alla Santissima Trinità e in particolare a Gesù Cristo, il Figlio di Dio, «della stessa sostanza del Padre», che ci ha rivelato tale mistero di amore. Ma Nicea rappresenta anche un invito a tutte le Chiese e Comunità ecclesiali a procedere nel cammino verso l’unità visibile, a non stancarsi di cercare forme adeguate per corrispondere pienamente alla preghiera di Gesù: «Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» ( Gv 17,21). Al Concilio di Nicea si trattò anche della datazione della Pasqua. A tale riguardo, vi sono ancora oggi posizioni differenti, che impediscono di celebrare nello stesso giorno l’evento fondante della fede. Per una provvidenziale circostanza, ciò avverrà proprio nell’Anno 2025. Possa essere questo un appello per tutti i cristiani d’Oriente e d’Occidente a compiere un passo deciso verso l’unità intorno a una data comune per la Pasqua.

Materiali informativi

Qui si possono attingere i materiali per la settimana di preghiera:

https://unedi.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/sites/32/2024/06/07/SPUC-2025-testoiTALIANO_con-sommario.docx

Si segnala anche la bellissima testimonianza ecumenica di pace promossa dalla biblioteca del Seminario che viene da Betlemme con la mostra e l’incontro il 24 gennaio sulla Tent of Nations di cui si può leggere anche qui: https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2024-12/betlemme-daoud-tent-of-nations-storie-speranza-pace.html


Alla mensa del Giubileo. Il 17 gennaio cena e testimonianze per giovani in Seminario sulla Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei

Venerdì 17 gennaio, il Seminario di Faenza ospiterà l’evento per giovani Alla mensa del Giubileo. Dall’ebreo Giuseppe all’ebreo Gesù, organizzato in occasione della Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei. La manifestazione è promossa dal settore Ecumenismo e dialogo interreligioso della Diocesi con l’Area Giovani e vocazioni. Si comincia alle 17 con un bibliodramma, momento di lettura e riflessione guidato da Miriam Camerini. A seguire, alle 19.30, la cena di Shabbat, occasione di convivialità per immergersi nelle tradizioni ebraiche. La serata si concluderà alle 21 con una riflessione biblica con don Fabrizio Marcello.

Per partecipare iscrizione entro il 13 gennaio, contattando don Mattia Gallegati al 3282481149. Il contributo per la cena è di 7 euro.

Miriam Camerini nasce a Gerusalemme la sera di Purim del 1983. Regista teatrale, attrice, cantante e studiosa di ebraismo, vive a Milano dove si dedica all’allestimento di spettacoli teatrali e musicali, festival e rassegne attorno e all’interno della cultura ebraica.

Don Fabrizio Marcello è nato e cresciuto a Bologna. Ha studiato Filosofia e teologia nel Seminario regionale Flaminio. Dopo l’ordinazione sacerdotale, ha prestato servizio per alcuni anni in parrocchia, per poi continuare lo studio della Bibbia a Roma, Monaco e Gerusalemme, dove attualmente vive e dove sta completando un dottorato in Scienze bibliche.

Per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, si parte sabato 18 gennaio alle 17,30 con la messa alla chiesa di san Francesco e, a seguire, l’incontro sempre con Camerini e don Fabrizio.


Coldiretti, Confartigianato e Fondazione Symbola consegnano al vescovo Mario la statuetta del presepe: un’artigiana del settore caseario

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Èstato consegnato al vescovo, monsignor Mario Toso, il nuovo personaggio del presepe 2024 nell’ambito dell’iniziativa promossa ogni dicembre a livello nazionale da Fondazione Symbola, Confartigianato e Coldiretti. Obiettivo di quella che è ormai una tradizione a tutti gli effetti è aggiungere alla rappresentazione della Natività figure che ci parlino del presente ma anche del futuro. In particolare, quest’anno, la statuina rappresenta un’artigiana del settore caseario, simbolo della qualità del cibo made in Italy e dei saperi che lo valorizzano.

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La statuina, realizzata dal maestro artigiano leccese Claudio Riso, una figura di eccellenza nel campo della produzione artistica in cartapesta, incarna la ricerca della materia prima, la cura delle produzioni, la certificazione e la tracciabilità dei prodotti, quindi la sicurezza alimentare e il riconoscimento di un valore aggiunto che l’artigianalità esprime.

Presenti alla consegna e allo scambio di auguri con il vescovo il direttore di Coldiretti Ravenna Assuero Zampini insieme al Segretario di Zona del comprensorio faentino Pier Costante Montanari e per Confartigianato Ravenna il presidente della Romagna Faentina Umberto Campalmonti e il segretario Alberto Mazzoni.

Il Presepe è una delle tradizioni che trasmette speranza e serenità anche nei momenti difficili che stiamo attraversando, è la “buona Novella” che diventa presente e significa rinascita, mettersi in cammino, stare vicini alle persone e al territorio, includere, è la famiglia. Nel 2020 la statuina rappresentava un’infermiera, nel 2021 un imprenditore digitale, nel 2022 una florovivaista, nel 2023, attraverso un maestro imprenditore e il suo apprendista, la trasmissione del saper fare attraverso le generazioni.