Author: marinocola

Ero malato e mi avete visitato: formazione della Pastorale della salute

Mercoledì 5 Febbraio 2025
II malato nell’Antico Testamento
Don Pier Paolo Nava, parroco

Mercoledì 12 Febbraio 2025
Aspetto psicologico di chi si prende cura del malato
Dott.ssa Stefania Fabbri, psicologa

Mercoledì 19 Febbraio 2025
Il malato con patologia cronica: fisica o psichica
Dott. Luca Dolcini, psichiatra, Dott. Angelo Gambi oncologo

Mercoledì 26 Febbraio 2025
Il magistero del malato
Don Tiziano Zoli, parroco

Mercoledì 12 Marzo 2025
Il malato cronico in famiglia e in struttura
Dott. Franco Stefani, geriatra, Dott.ssa Gabriella Reggi, geriatra

Mercoledì 19 Marzo 2025
L’olio della consolazione: il sacramento dell’unzione degli infermi
Don Antonello Caggiano Facchini, Segretario della Commissione regionale per la Liturgia

 

Il corso è raccomandato per i ministri straordinari della Comunione (sia istituiti che istituendi) e per chiunque sia coinvolto in queste tematiche per attività professionale, in ambito famigliare o anche per sensibilità personale.

 

Iscrizione e info sul sito della Scuola diocesana di Teologia
https://www.scuolateologia.diocesifaenza.it/pastorale-della-salute

 


Formazione alla e dalla Liturgia: un nuovo corso aperto a tutti

 

«La questione fondamentale è, dunque, questa: come recuperare la capacità di vivere in pienezza l’azione liturgica? La riforma del Concilio ha questo come obiettivo. La sfida è molto impegnativa perché l’uomo moderno – non in tutte le culture allo stesso modo – ha perso la capacità di confrontarsi con l’agire simbolico che è tratto essenziale dell’atto liturgico» (DD 34). Con queste parole papa Francesco nella Lettera apostolica Desiderio desideravi, fa emergere l’importanza di una seria formazione liturgica.
«Abbiamo bisogno di Lui» (DD 11), abbiamo bisogno che il Signore, il Crocifisso e Risorto, sia presente in mezzo a noi mediante i sacramenti che ha scelto come strumenti per irrompere con la sua forza nella nostra quotidianità.
Si tratta di lasciarci attrarre e trasfigurare dai «riti e dalle preghiere» (SC 48), di entrare profondamente e attivamente in quel linguaggio simbolico al quale non possiamo rinunciare (DD 44).

Per questo il Settore Liturgia, in collaborazione con la Scuola diocesana di Teologia, propone a tutta la Diocesi un corso che vuole aiutare tutti i fedeli, le parrocchie, i tanti volontari che curano la Liturgia ad ogni livello.

Il corso si divide in tre parti principali: una prima parte teorica (quattro incontri con esperti per acquisire le basi teologiche essenziali); una seconda proposta pratica (un laboratorio a scelta fra quattro proposte); infine, una celebrazione conclusiva nella festa di San Pier Damiani insieme al Vescovo Mario.

I primi quattro incontri si terranno il lunedì sera in Seminario alle ore 20.30. Il primo incontro – “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi” – sarà un’introduzione generale alla Liturgia di don Michele Morandi, Vicario generale della Diocesi di Faenza-Modigliana (lunedì 20 gennaio); nel secondo incontro (lunedì 27 gennaio) – “Le nozze dell’Agnello: lo Sposo e la Sposa”don Gianandrea Di Donna, Direttore dell’Ufficio liturgico di Padova, approfondirà la dimensione ecclesiale, la comunità che celebra la Liturgia; nel terzo incontro (lunedì 3 febbraio), Sr. Elena Massimi, Presidente dell’Associazione dei Professori di Liturgia, introdurrà “I linguaggi della Liturgia: luogo di incontro con il mistero. I riti e i simboli della fede”; nel quarto e ultimo incontro (lunedì 10 febbraio), S.E. Mons. Ovidio Vezzoli, Vescovo di Fidenza, Vescovo delegato regionale per la Liturgia, prenderà in esame la questione del tempo della Liturgia, “Oggi si è compiuta questa Scrittura”.

A seguire, nel terzo weekend di febbraio (14-15-16 febbraio), vengono proposti quattro laboratori facoltativi che tentano di dare degli strumenti concreti a quanti operano nelle parrocchie: un laboratorio di canto, diretto dal Maestro Francesco Meneghello; un laboratorio per i fiori nella Liturgia, con Sr. Emmanuela Viviano; un laboratorio per le vesti liturgiche, con Cristina Bernardoni e Chiara Frega; un laboratorio per i ministranti e i sacristi, in particolare sul tema dei Battesimi e delle Esequie, con il diac. Stefano Lega e don Matteo Babini.

La celebrazione eucaristica nella festa di San Pier Damiani, venerdì 21 febbraio, ore 20.30 in Cattedrale, presieduta da S.E. Mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza, non vuole essere una conclusione, ma l’orizzonte con il quale interpretare tutta la proposta formativa: «Penso che possiamo distinguere due aspetti: la formazione alla Liturgia e la formazione dalla Liturgia. Il primo è funzionale al secondo che è essenziale» (DD 34) insegna papa Francesco. «È la celebrazione stessa che educa», per questo essa è essenziale e costituisce la più autentica ed efficace formazione.

Tutte le informazioni, i materiali e le registrazioni, l’iscrizione obbligatoria sono disponibili sul sito diocesano: www.diocesifaenza.it/liturgia

 

 

 


Il corpo, luogo dell’incontro

IL CORPO, LUOGO DELL’INCONTRO
Aggiornamento del corso “Chiesa, famiglia educante”

 

Crediamo in un Dio che ha voluto farsi conoscere e che ha avuto a cuore di comunicarci il suo amore.  Lo ha fatto pienamente in Gesù ovvero incarnandosi. Non ha potuto, cioè, manifestarsi che in un corpo. Anche per la nostra esperienza di Dio, non si può prescindere dal corpo, così come non c’è esperienza dell’amore senza corpo.

A partire da queste suggestioni, in un percorso di tre incontri, si vogliono fornire ai partecipanti delle conoscenze per crescere nel proprio cammino personale e nel servizio di educatori.

Il corso è integrativo ed obbligatorio per tutte le figure che in Diocesi, in qualità di responsabili di attività educative, hanno già frequentato il corso base “Chiesa, famiglia educante”. L’aggiornamento dell’attestato verrà riconosciuto partecipando ad almeno due incontri.

 

Teatro Parrocchia S. Giuseppe Faenza, via Dal Pozzo 4, ore 20.30, contributo 5 € ad incontro, info tutelaminori@diocesifaenza.it, iscrizione obbligatoria compilando il seguente questionario.

 


Materiali per la formazione

lunedì 20 gennaio – Don Michele Morandi
Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi
Bibliografia e testi YouTubeSpotify

 

 

lunedì 27 gennaio – Don Gianandrea Di Donna
Le nozze dell’Agnello: lo Sposo e la Sposa
YouTubeSpotify

 

 

lunedì 3 febbraio – Sr. Elena Massimi
I linguaggi della Liturgia: incontro con il mistero
Schema dell’incontroYouTubeSpotify

 

 

lunedì 10 febbraio – S.E. Mons. Ovidio Vezzoli
“Oggi si è compiuta questa Scrittura”
YouTube – Spotify

 


Benedizione degli animali in occasione della festa di Sant’Antonio abate

 

BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI
Piazza del Popolo
Venerdì 17 gennaio 2025

 

Cari amici,

ringrazio la Protezione civile, le unità cinofile da soccorso, SAR Team Faenza, per l’invito a benedire gli animali.

L’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, per la festa di Sant’Ambrogio, nel messaggio alla città ha detto che: «La terra non è stanca degli animali che sono di compagnia per chi è solo, rendono servizi preziosi, nutrono e allietano la vita. Gli animali fanno giocare i bambini, sorridere gli anziani e offrono aiuto nella riabilitazione di chi ne ha bisogno. La terra è stanca degli animali che invadono in modo sproporzionato le case, gli affetti, le risorse, il tempo della gente e sembra talora che prendano il posto dei bambini. È stanca di quel modo di sfruttare gli animali che manca di pietà e di buon senso» (Mario Delpini, 6 dicembre 2024).

Queste meravigliose creature di Dio sono un aiuto per chi è in difficoltà, per chi è diversamente abile, sono una compagnia per chi è solo, anche se non possono, certo, sostituire le relazioni umane. Assieme agli uomini e alle forze dell’ordine cooperano al bene della società, prestano il loro servizio nel ricercare le persone disperse o coinvolte in affari illeciti.

Grati per la fede di chi ci ha preceduto, quella fede semplice e schietta delle nostre campagne, riconosciamo anche noi che tutto ha il proprio centro e il proprio senso solo in Dio. Sant’Antonio abate, il santo invocato per la protezione degli animali, ci aiuti a riconoscere in tutta la creazione, il segno e la presenza del Signore. Con gli occhi della fede semplice di Sant’Antonio abate e anche di San Biagio vescovo e martire, che era nutrito dagli animali e li guariva mentre era rifugiato in una caverna per fuggire i suoi persecutori, riconosciamo nel creato e negli animali un dono del Signore, un segno del suo amore per noi.

 

+ Mario Toso

 


Aperto il Giubileo in Diocesi

 

Cari fratelli e sorelle,

è con gioia e con grande emozione che vi accolgo in questa Cattedrale, per iniziare insieme, come Popolo di Dio, il cammino di conversione e di grazia che è il Giubileo.

La Chiesa ci dona questo Anno Santo come un’occasione per riorientare la nostra vita, le nostre famiglie, le nostre comunità, i nostri cuori all’unica cosa che veramente conta: il Signore Gesù Cristo, nostra Speranza, che non delude. «Ora è giunto il tempo di un nuovo Giubileo – scrive papa Francesco – un nuovo Giubileo nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo!».

L’esperienza viva dell’amore di Dio. Ecco lo scopo del Giubileo: incontrare in maniera viva, personale e comunitaria, il Signore Gesù, «porta» di salvezza (cf Gv 10, 7.9). Egli è la nostra speranza.   L’incontro vero con il Signore, la conversione incessante a Lui, l’esperienza continua del suo amore, la conseguente decisione di orientare tutta la nostra esistenza e le nostre scelte a Lui, sono momenti che ci trasfigurano e ci rendono sempre più cristo conformi. Ci rendono, cioè, partecipi della sua Pasqua e ci offrono il fondamento di una speranza certa. La speranza verso cui ci proietta la nostra vita in Cristo non è vuota, non è vaga, bensì è la realtà di una umanità che, vissuta da Lui con un amore totale, fin sulla croce, diventa nuova, fiorisce nella sua pienezza.

Ecco il buon annuncio, la speranza che mai tramonta: Gesù Cristo, il bambino nella culla, avvolto nelle fasce, il crocifisso, avvolto nel sudario, è risorto! Egli è il Vivente, nella sua divinità e nella sua umanità gloriosa. Noi siamo incamminati come pellegrini verso di Lui, il Signore Gesù che siede glorioso alla destra del Padre. All’inizio di questa celebrazione, sul sagrato della Cattedrale abbiamo adorato la «croce di Cristo, unica speranza» perché la sua Pasqua, il suo “passaggio” da morte a vita, la sua vittoria è «il principio unificatore della realtà», della nostra esistenza. Cristo diventa, con la sua incarnazione, morte e risurrezione il cuore del mondo. «La sua Pasqua di morte e risurrezione è il centro della storia, che grazie a Lui è storia di salvezza» – come scrive Papa Francesco nell’Enciclica Dilexit nos.

 

→ Intervento completo del Vescovo Mario

 

 


Nuova edizione di “Chiesa e democrazia”

 

Nuova edizione di “Chiesa e democrazia”
di Mario Toso

 

A breve sarà disponibile in libreria la seconda edizione del volume “Chiesa e democrazia”. Pubblichiamo qui la Premessa di questa nuova edizione che si è resa necessaria perché, nel frattempo, si è svolta la cinquantesima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, dedicata al tema Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro1 ed è stato celebrato un anniversario assai importante per la storia italiana ed europea, i settant’anni dalla scomparsa di Alcide De Gasperi (19 agosto 2024), senza dimenticare la celebrazione dei sessant’anni dalla scomparsa di Palmiro Togliatti (21 agosto 2024). Eventi accompagnati, soprattutto i primi due, da interventi e riflessioni sulle criticità della democrazia contemporanea, sull’assenza di una classe dirigente anche lontanamente paragonabile a quella degli anni dello statista trentino, sul ruolo dei cattolici in politica, su quello esercitato in passato e su quello da esercitare nel presente. Proprio per questo, sollecitati da tali interventi e riflessioni, e anche dal fatto che il volume è andato esaurito in pochi mesi, si è pensato di riprenderlo in mano e di riproporlo con qualche ritocco, con integrazioni e alcuni aggiornamenti bibliografici, ponendo in appendice i discorsi del Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza episcopale italiana, del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e di papa Francesco. E, con l’occasione, di aggiungere, in premessa, alcune considerazioni su quanto avvenuto in questi mesi, la cui attinenza con i temi trattati nel volume è evidente, per cui può essere utile al lettore avvicinarsi o riavvicinarsi al testo alla luce della più recente discussione. Da cui emerge nettamente, fra l’altro, la grande importanza della partecipazione, elemento centrale sia nella tradizione del cattolicesimo democratico, sia nel volume, sia nel più recente dibattito.2 Al riguardo, è opportuno prendere avvio dall’intervento del Presidente Sergio Mattarella in occasione dell’apertura della Settimana Sociale. A ragione, Sergio Gatti lo ha definito «una vera e propria lectio».3 Infatti, in questa sede, Mattarella ha riecheggiato alcuni autori classici del pensiero democratico (Alexis de Tocqueville, Jacques Maritain, Norberto Bobbio…) per sviluppare una riflessione significativa sulla natura della democrazia. Qual è la sua natura, si chiede Mattarella? Si esaurisce, forse, in un metodo per arrivare a prendere decisioni? Dal suo punto di vista, giustamente, «la democrazia non si esaurisce nelle sue norme di funzionamento, ferma restando l’imprescindibilità della definizione e del rispetto delle regole del gioco», bensì è «la pratica della democrazia che la rende viva, concreta, trasparente, capace di coinvolgere». Pertanto, non ci si deve accontentare di una democrazia «a bassa intensità», ma occorre adoperarsi affinché ogni cittadino sia in grado di prendere parte pienamente alla vita della Repubblica. Risulta, quindi, centrale, il tema della partecipazione, e non soltanto di quella elettorale, naturalmente di assoluta importanza, in quanto «i diritti si inverano attraverso l’esercizio democratico», e, se questo si attenua, si riduce la portata della «loro effettiva vigenza». Quindi, si comprende agevolmente che, nella prospettiva qui richiamata, «al cuore della democrazia ci sono le persone, le relazioni e le comunità a cui esse danno vita, le espressioni civili, sociali, economiche che sono frutto della loro libertà, delle loro aspirazioni, della loro umanità: questo è il cardine della nostra Costituzione».4
Queste condivisibili parole di Mattarella, sottolineando l’importanza di una democrazia partecipata, di una democrazia «ad alta intensità», incrociano perfettamente quelle di De Gasperi, laddove lo statista trentino, nel 1946, in un discorso tenuto a Roma, alla Basilica di Massenzio, rispondendo alla domanda se preferire monarchia o democrazia, osserva che tale domanda è posta in modo semplicistico, perché, a suo parere, «la domanda vera è questa: volete instaurare la Repubblica, cioè, vi sentite capaci di assumere su voi, popolo italiano, tutta la responsabilità, tutto il maggior sacrificio, tutta la maggiore partecipazione che esige un regime, il quale fa dipendere tutto, anche il Capo dello Stato, dalla vostra personale decisione, espressa con la scheda elettorale?», e una risposta positiva comporta «un impegno definitivo per voi e i vostri figli di essere più preoccupati della cosa pubblica di quello che non siete stati finora». Al riguardo, come rileva Ernesto Maria Ruffini, che ha riportato le parole di De Gasperi, tali considerazioni valgono anche oggi, perché se, in democrazia, si è formalmente cittadini e non sudditi, ciò non significa che non ci si possa comportare da sudditi, rinchiudendosi in se stessi, nel proprio particulare, sottraendosi così alle responsabilità richieste dalla vita democratica, quali la partecipazione alle decisioni pubbliche e il correlativo impegno per il perseguimento del bene comune.5Questo ragionamento ci conduce direttamente a un altro tema cruciale, quello dell’impegno politico dei cattolici. Al riguardo, bella è la definizione del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Zuppi, dei cattolici come «artigiani della democrazia».6 In tale direzione, sono da accogliere le considerazioni di Mi chele Nicoletti, secondo il quale bisogna riconquistare «la dimensione architettonica della politica, che è quella di chi agisce sulla base di un progetto, studia dove porre le fondamenta e quali spazi costruire e proteggere perché la vita umana possa fiorire», ed è «uno sforzo che anche tra i cattolici si è perso per strada». Giustamente, Nicoletti rileva che «non facciamo che celebrare le idee “ricostruttive” o il “Codice di Camaldoli”, ma nessuno si prende la briga di scriverne uno per l’oggi».7 Ecco, questo è il compito che i cattolici dovrebbero porsi, oggi: ripensare la loro presenza alla luce dei nuovi scenari e delle nuove esigenze. Certo, non si possono ignorare le maggiori difficoltà rispetto al passato. Derivanti non soltanto dalle inedite sfide che abbiamo davanti, ma anche da una palese crisi dei partiti, delle classi dirigenti e delle culture politiche, tutte criticità presenti come mai prima, a partire dal secondo dopoguerra, tali da rendere più ardua l’azione pubblica. Pertanto, occorre fare rete, collegarsi, senza limitarsi a muovere su una mera dimensione organizzativa o di semplice testimonianza, per quanto importante si possa ritenere, bensì producendo idee, confronti, elaborazioni in direzione di una nuova progettualità. Senza queste condizioni, infatti, sarebbe illusorio pensare a una nuova incidenza sul terreno della storia, e sarebbe, al contrario, probabile, se non certo, condannarsi a una marginalità senza ritorno. Il tutto in una linea di continuità con il Magistero Sociale della Chiesa, ed è con questo auspicio che si ripresenta questo volume a non molta distanza dalla sua prima edizione.

Mario Toso

 

Informazioni e prenotazioni: info@edizionidellegrazie.it

1 Si può trovare una buona sintesi della cerimonia di apertura nell’articolo di ALVISE SPERANDIO, La democrazia all’insegna della “Fratelli tutti”, in «L’Osservatore Romano», 4 luglio 2024.
2 Su tale importanza nel più recente dibattito, si veda F. PELOSO, Democrazia è partecipare. Le parole di Francesco in sintonia con Mattarella, in «Domani», 7 luglio 2024, p. 6.
3 S. GATTI, Lezioni di democrazia per costruire un futuro partecipato, in «Il Sole 24 Ore», 5 luglio 2024; cf S. MATTARELLA, Sulla democrazia, Edizioni E/O, Roma 2024.
4 Il testo integrale del discorso di Mattarella a Trieste si trova anche in «Avvenire», 3 luglio 2024.
5 Cf E.M. RUFFINI, Il fascismo presto cadrà, prepariamoci al domani, in «Avvenire», 18 agosto 2024.
6 Cf M.M. ZUPPI, Non c’è democrazia senza un “noi”, https://www.settimanesociali.it/news/card-zuppi-non-cedemocrazia- senza-un-noi/ consultato il 30 agosto 2024.
7 M. NICOLETTI, La politica riscopra il senso dell’ascolto: parte di qui l’alternativa al leaderismo, intervista a cura di M. Ferrando in «Avvenire», 25 agosto 2024, p. 9; per conoscere come si sono mossi i cattolici torna utile la lettura di E. PREZIOSI, Da Camaldoli a Trieste. Cattolici e democrazia per continuare il cammino, Prefazione di M.M. Zuppi, Vita e Pensiero, Milano 2024.


Convegno “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”

Convegno
RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI,
CONCEDICI LA TUA PACE

4-5 gennaio 2025, Faenza
Casa del Clero, Via Bondiolo 42

 

 

SABATO 4 GENNAIO 2025

10.00 – Introduzione al Convegno di Argia Passoni FFFJ

10.30 – Presentazione del Messaggio della 58^ Giornata Mondiale della Pace
S.E. Mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza Modigliana

15.30 – “Riconoscendo il debito ecologico, rimettere il debito estero: una questione di giustizia!”
Prof. Riccardo Moro, docente di economia internazionale e dello sviluppo

17.30 – Testimonianze della comunità di Faenza nei tempi dell’alluvione
Samuele Marchi, direttore del Giornale diocesano “Il Piccolo”

 

DOMENICA 5 GENNAIO 2025

10.00 – Ripresa lavori con le Conclusioni a partire dalla riflessione di S.E. Mons. Mario Toso
“Giubileo, evento di tutti?”

11.30 – S. Messa celebrata da S.E. Mons. Mario Toso

 

 

info@coopfratejacopa.it

 


Auguri di Natale del Vescovo Mario

 

AUGURI DI NATALE 2024
Vescovo Mario Toso

 

 

Cari fratelli e sorelle, cari bambini e nonni,
siamo alla vigilia del Natale e di un nuovo Anno Giubilare. Desidero farvi pervenire gli auguri di un santo Natale, perché possiamo accogliere con più gioia il Signore Gesù che viene tra noi per portarci la sua capacità di amare Dio e il prossimo.
Quest’anno, dopo essermi rivolto alla Diocesi intera con un Messaggio nel giorno dell’Immacolata, che ho fatto pervenire anche ai vostri parroci, di nuovo invio, in occasione del Natale e della prossima apertura dell’Anno Giubilare, il mio incoraggiamento a pregare e a cambiare ciò che nella nostra vita non è conforme all’insegnamento di Gesù Cristo. In particolare, quest’anno, mi rivolgo a voi con quanto ha scritto papa Francesco nel recentissimo Messaggio per la Giornata Mondiale per la pace che si celebrerà il prossimo 1° gennaio 2025. Mi sembra un testo utile a riflettere sull’urgenza della pace per tutto il mondo. Il titolo del Messaggio è così significativamente espresso: Rimetti a noi i nostri debiti, concedi la tua pace.
Ecco alcuni passaggi del Messaggio per la Giornata Mondiale della pace, che ci aiutano a vivere meglio il Natale in termini di trasfigurazione della nostra realtà personale e sociale: «Nel 2025 la Chiesa Cattolica – scrive papa Francesco – celebra il Giubileo, evento che riempie i cuori di speranza. Il “giubileo” risale a un’antica tradizione giudaica, quando il suono di un corno di ariete (in ebraico yobel) ogni quarantanove anni ne annunciava uno di clemenza e liberazione per tutto il popolo (cf Lv 25,10). Questo solenne appello doveva idealmente riecheggiare per tutto il mondo (cf Lv 25,9), per ristabilire la giustizia di Dio in diversi ambiti della vita: nell’uso della terra, nel possesso dei beni, nella relazione con il prossimo, soprattutto nei confronti dei più poveri e di chi era caduto in disgrazia. Il suono del corno ricordava a tutto il popolo, a chi era ricco e a chi si era impoverito, che nessuna persona viene al mondo per essere oppressa: siamo fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre, nati per essere liberi secondo la volontà del Signore (cf Lv 25,17.25.43.46.55). Anche oggi, il Giubileo – aggiunge papa Francesco – è un evento che ci spinge a ricercare la giustizia liberante di Dio su tutta la terra. Al posto del corno, all’inizio di quest’Anno di Grazia, noi vorremmo metterci in ascolto del “grido disperato di aiuto” che, come la voce del sangue di Abele il giusto, si leva da più parti della terra (cf Gen 4,10) e che Dio non smette mai di ascoltare. A nostra volta ci sentiamo chiamati a farci voce di tante situazioni di sfruttamento della terra e di oppressione del prossimo. Tali ingiustizie assumono a volte l’aspetto di quelle che S. Giovanni Paolo II definì “strutture di peccato”, poiché non sono dovute soltanto all’iniquità di alcuni, ma si sono per così dire consolidate e si reggono su una complicità estesa. Ciascuno di noi deve sentirsi in qualche modo responsabile della devastazione a cui è sottoposta la nostra casa comune, a partire da quelle azioni che, anche solo indirettamente, alimentano i conflitti che stanno flagellando l’umanità. Si fomentano e si intrecciano, così, sfide sistemiche, distinte ma interconnesse, che affliggono il nostro pianeta. Mi riferisco, in particolare, alle disparità di ogni sorta, al trattamento disumano riservato alle persone migranti, al degrado ambientale, alla confusione colpevolmente generata dalla disinformazione, al rigetto di ogni tipo di dialogo, ai cospicui finanziamenti dell’industria militare. Sono tutti fattori di una concreta minaccia per l’esistenza dell’intera umanità».
Con queste parole nella mente e nel cuore, che ci preparano al prossimo Anno Giubilare, viviamo il Natale di Gesù in noi e nell’umanità. Auguri a tutti, piccoli e grandi.

 

+ Mario Toso