In occasione della giornata di sensibilizzazione per la firma per l’otto per mille alla Chiesa cattolica, domenica 4 maggio, è giusto ricordare i venti anni del nuovo sistema del sostegno economico alla Chiesa. Venti anni sono un periodo sufficiente per vedere la bontà del nuovo sistema e la sua sostanziale tenuta, anche se come in tutte le cose si può ancora migliorare.
Credo che sia bello ricordare che alla base di tutto ci sono dei valori che devono essere sempre richiamati, sia per non ridurre tutto ad una pura questione di soldi, sia per avere motivazioni valide nel tenere vivo l’impegno da parte delle comunità cristiane.
Partecipazione, corresponsabilità, solidarietà e comunione sono valori ecclesiali che nelle nostre comunità nascono dalla parola di Dio e dalla condivisione della stessa Eucaristia, e che si devono vedere anche nel reperire i beni necessari per il culto, l’evangelizzazione, la carità e il mantenimento dei presbiteri. E nella gestione dei beni della Chiesa si fa l’esperienza della trasparenza, capace di contagiare una simile modalità in tutti i campi dell’agire umano.
A fronte delle grandi mutazioni avvenute nei decenni scorsi (pensiamo solo allo spopolamento delle campagne e all’inurbamento selvaggio) era necessario rivedere l’uso dei beni della Chiesa, anche per sollevare i presbiteri da incombenze amministrative crescenti. La nascita degli Istituti diocesani per il sostentamento del Clero ha consentito di distribuire più equamente le risorse all’interno della stessa Chiesa diocesana; l’otto per mille dell’Irpef dei contribuenti italiani messo a disposizione dallo Stato per le comunità religiose (sono già sei le confessioni religiose che ne usufruiscono) rende possibile il sostegno al culto, alla pastorale e alla carità; il contributo delle parrocchie e le offerte dei fedeli per i sacerdoti sono un’altra fonte per un decoroso sostentamento dei ministri del culto.
Al traguardo dei primi vent’anni di questo sistema resta l’auspicio che si possa diffondere sempre di più la conoscenza delle modalità previste, e soprattutto che restino evidenti i valori ecclesiali che sono a fondamento del sistema. In questo hanno un ruolo importante i parroci, gli incaricati diocesani e i referenti parrocchiali. La piccola struttura presente in ogni diocesi del ‘Servizio del sovvenire’ infatti deve operare in sinergia con i responsabili delle parrocchie, per il comune intento di aiutare
I nostri Vescovi hanno promesso che scriveranno una lettera in occasione di questo ventennale; disponiamoci ad accoglierla e a seguirne gli orientamenti, lieti di poter fare sempre meglio per il bene delle nostre Chiese, e quindi anche di tutta la nostra gente.