[mag 14] Omelia – Santa Messa anziani e malati

messa anziani ammalati
14-05-2023

Cari fratelli e sorelle, cari anziani ed ammalati siamo qui per venerare la Beata Vergine Maria delle Grazie. Quando parliamo della Madonna delle grazie, siamo portati a pensare prima di tutto ai benefici, ai doni che la Madonna dispensa ai suoi fedeli. Ma la Parola «grazie» evoca qualcosa di molto più grande. Evoca Dio stesso, suo Figlio. Maria merita la nostra venerazione, prima ancora che per le grazie che ci elargisce, per la Grazia che ci ha comunicato una volta per sempre, ossia Cristo Gesù, Salvatore nostro. Maria è Madre della Chiesa, è in mezzo al suo popolo come Colei che con il suo sì ha accettato che il Verbo si facesse carne. Grazie al sì di Maria Gesù Cristo assume la nostra umanità. Si incarna nelle nostre vite. Cammina con noi. Non siamo soli nell’amarlo e nel testimoniarlo, nel portare le nostre croci, nel vivere le nostre sofferenze.

Cari anziani ed ammalati, sono felice di essere con voi. Anch’io sono anziano, con più di qualche acciacco. Ciò, però, che mi riempie il cuore di gioia è la consapevolezza-certezza che il Vangelo di oggi ci vuole comunicare. La certezza è questa: il Signore Gesù non ci lascia orfani. Viene da noi, in noi. Ci ama. E poiché ci ama ci sollecita ad amare benché anziani ed ammalati. Possiamo ancora portare frutto per le nostre famiglie, per la nostra comunità cristiana, per il nostro Paese. Dunque: Dio, dentro di noi con il suo Spirito d’amore e noi dentro Dio. Egli non dev’essere conquistato con fatica al pari della vetta di un monte. Si tratta di prendere coscienza che Egli è in noi e noi in Lui. Dobbiamo solo prenderne coscienza! Non dobbiamo allontanarci da Lui, dimenticarlo. Dobbiamo solo ascoltare la sua richiesta: «resta con me, rimani in me»! Siamo felici di essere immersi in Dio, nel fuoco del suo Amore. Vivendo in Lui, mediante la comunione che lega tutti i credenti, raggiungiamo tutti i nostri fratelli bisognosi, specie quelli che sono stati colpiti dall’alluvione, deprivati dei loro beni e portano nel cuore una cicatrice profonda di tristezza, per non essersi sentiti protetti. Nessuno in questa alluvione è morto. Nonostante i danni ricevuti, a noi e agli alluvionati rimane la vita, ma soprattutto rimane con noi Gesù Cristo. Nessuno ce lo può togliere. Noi siamo suoi, sempre. In Lui possiamo gridare: «Padre!», e accorgerci allora che non siamo soli a combattere, a ricostruire ciò che è stato distrutto dall’acqua limacciosa di questi giorni. La nostra vita, cari anziani ed ammalati, è abitata da Dio, che è con noi, mediante il suo Spirito. Siamo una cosa sola con Lui. Viviamo con l’amore che il Padre ci dona mediante il Figlio, pur tra le sofferenze e i lamenti. Il suo amore ci tiene vivi anche se indeboliti dalle malattie. Rimanga in noi il suo Spirito d’amore e di verità che ci fa vivere e ci aiuta ad essere d’aiuto ai nostri fratelli e alle nostre sorelle. Finché il Signore ci tiene accesi del suo amore facciamo del bene ai nostri fratelli e sorelle. Accogliamo l’invito di san Pietro: «Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3,15). È Cristo la nostra speranza, sia che viviamo sia che moriamo. Rendiamo lode a Lui. Riconosciamolo presente nei nostri fratelli che come noi sono anziani ed ammalati. Amiamolo in loro. Solo l’amore che doniamo ai nostri fratelli anziani ed ammalati li fa vivere sereni e felici.

Rispetto all’alluvione ricordo che, mediante il vescovo, la Diocesi ha mobilitato la Caritas e ha indetto, in tutte le chiese, per domenica 28 maggio, Solennità della Pentecoste, una colletta a favore delle popolazioni colpite dalle calamità. La Beata Vergine delle Grazie continui a proteggerci.

                                                    + Mario Toso