[feb 22] Omelia – Mercoledì delle Ceneri

22-02-2023

Faenza, cattedrale 22 mercoledì 2023

Cari fratelli e sorelle con il Mercoledì delle Ceneri ha inizio il periodo della Quaresima. Il segno delle ceneri sta ad indicare parte della verità della nostra vita, cioè la sua precarietà: uomini, donne, piccoli e grandi, persone umili e potenti, che rivestono responsabilità, sono chiamati a ricordarsi che sono polvere e in polvere ritorneranno (Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris). Le ceneri poste sul nostro capo, accompagnate, invece, dalle parole «Convertiti e credi al Vangelo», annunciano meglio la verità sulla nostra esistenza cristiana. Esse la richiamano in una maniera più positiva, aperta al futuro di immortalità che attende i battezzati in Cristo. Il percorso quaresimale è, in particolare, proposto ai credenti e alla Chiesa-comunità perché possano raggiungere la pienezza di vita in Gesù Cristo, incarnato, morto e risorto, attraverso le pratiche dell’elemosina, della preghiera, del digiuno e soprattutto della celebrazione della Passione. Una tale pienezza si persegue immedesimandosi sempre di più nel Figlio di Dio, quali persone che vivono e dimorano in Lui. Ma il nostro compimento personale avviene simultaneamente nella crescita comunitaria come popolo di Dio, come famiglia di figli e figlie di Dio, uniti nella comunione di una stessa vocazione e missione, che mirano a costruire il Regno. In definitiva, si tratta, sia da parte dei singoli credenti, sia da parte delle nostre comunità, di partecipare, durante la Quaresima, più profondamente e più compiutamente, all’opera mediante cui Gesù Cristo, con la sua passione, morte e risurrezione, crea una nuova umanità ed inizia una nuova storia, infondendo nelle persone il suo Spirito d’amore, un amore di fraternità.

La Quaresima, dunque, è tempo di cambiamento del centro della nostra persona, dei nostri pensieri e delle nostre azioni nei confronti di Dio e del prossimo, del creato. Ma è anche tempo di cambiamento della nostra vita comunitaria, è conversione di noi come popolo intero, con tutte le sue componenti. Siamo sollecitati a salire non solo il Golgota, ma specialmente la montagna che è il Signore Gesù. Il nostro traguardo ultimo è vivere Cristo stesso che, per sconfiggere il male e ricreare il mondo, ha volontariamente accettato di essere crocifisso e di venire innalzato con le braccia spalancate sul mondo, in segno di dono totale di sé a Dio e a tutta l’umanità. Durante la Quaresima siamo chiamati non ad essere depressi, tristi, scoraggiati. Tutt’altro. Siamo convocati a vivere in Cristo il rinnovamento del mondo mediante un combattimento spirituale. Elemosina, digiuno, astinenza (Mercoledì delle Ceneri e Venerdì Santo)[1], preghiera, non sono fini a sé stessi e nemmeno un’ascesi che ci trasforma in esseri melanconici. Tutt’altro. Sono da considerare mezzi per una vita cristiana più piena, per vivere ed essere trasfigurati dall’amore, per essere annunciatori di gioia e della risurrezione di Cristo, della sua pace. Non a caso papa Francesco ha indicato, già l’anno scorso, il Mercoledì delle Ceneri come giorno particolare di digiuno e di preghiera per la pace tra Russia e Ucraina. La Quaresima è per la Pasqua di risurrezione, per diventare persone e comunità co-risorte con Cristo, gioiose, vittoriose sul male, sulle guerre fratricide.

La Quaresima, dunque, va vissuta nella costante e progressiva conversione a Cristo, Verbo di Dio, Parola che si fa carne, Artefice della pace. Il popolo cristiano intero è chiamato a convertirsi a Cristo, missionario del Padre. Come comunità diocesana, siamo chiamati a partecipare, con tutte le componenti ecclesiali, alla missione di redenzione, di divinizzazione dell’umanità da parte del Signore Gesù. Più volte si è detto che la nostra Diocesi può divenire nuovo fermento, lievito di un nuovo umanesimo, quanto più farà spazio in sé ad una vita sinodale nelle parrocchie, nei Vicariati e nelle unità pastorali, tra i settori pastorali, nelle associazioni e nelle aggregazioni, nei gruppi ministeriali nascenti e nei gruppi sinodali. Ugualmente sarà generatrice di una nuova primavera nell’evangelizzazione quanto più coinvolgerà le nuove generazioni; quanto più attuerà la conversione pastorale delle nostre parrocchie; quanto più si promuoverà la partecipazione corresponsabile dei laici – essi non sono «ospiti» nella Chiesa – alla cura pastorale ed amministrativa delle comunità parrocchiali; quanto più lo stesso laicato ordinerà le attività umane secondo Dio; quanto più, come suggerisce l’Evangelii gaudium, si coltiverà una spiritualità missionaria. Solo così si vincerà quel complesso di inferiorità che ci colpisce a fronte di culture considerate spesso superiori ma che in realtà sfigurano la bellezza della dignità delle persone e ne diminuiscono la libertà. Solo così non cederemo al pessimismo, alla desertificazione dello spirito, propria di coloro che intendono costruire la società senza Dio. Solo così non faremo guerre tra di noi per gelosie e invidie, per pregiudizi infantili, per campanilismi assurdi (cf EG nn. 76-98).

Cari fratelli e sorelle, solo se ci convertiremo ci appassioneremo a Gesù Cristo. Per amare una Chiesa più bella, giovane, accogliamo lo Spirito d’amore che in questa santa Messa la costruirà come un prodigio. Non dimentichiamoci di coloro che soffrono per le guerre, i terremoti, la fame e le malattie.

                                                 + Mario Toso

[1] L’astinenza va osservata in tutti e singoli venerdì della Quaresima. Proibisce l’uso delle carni, come pure i cibi e le bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi particolarmente ricercati e costosi. La disciplina del digiuno obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera. Al digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato.