La quarta domenica di giugno è ormai entrata nella tradizione di Faenza come ‘la domenica del Palio’, che conclude un periodo di alcune settimane molto impegnate per tutti i rioni cittadini. Credo che la partecipazione della città agli eventi che vengono ogni anno programmati dia la misura di quanto tutto questo sia entrato nella attenzione della gente.
C’è una certa dose di partigianeria per il proprio rione, come è giusto; c’è un interesse alla qualità delle gare e allo spettacolo che viene offerto; c’è il programmare il proprio calendario tenendo conto degli eventi finali del Palio; c’è il sostenere tutta l’organizzazione per legare soprattutto i giovani alla propria Città. L’auspicio è che anche questa attività culturale, storica e sportiva non degeneri al livello dello sport industriale, ma conservi quel tanto di genuinità legata alla realtà locale.
Il coinvolgimento delle risorse sociali a sostegno di questo evento risponde al bisogno di creare legami per la coesione di una comunità civile che ha molte tentazioni di frantumazione. Anch’io ritengo che sia giusto incoraggiare il valore umano di queste iniziative, che impegnano i ragazzi e li inseriscono in un gioco di squadra difficile e per questo salutare. Se un appunto si può fare è l’eccesso di scaramanzia in alcuni momenti del tutto innocui, ai quali vengono attribuiti poteri assolutamente inesistenti. In questo sarebbe auspicabile una maggiore libertà di spirito.
Mi sento quindi in dovere di ringraziare tutti coloro che faticano e si impegnano perché l’evento-palio riesca al meglio e sia un momento bello per la città e riunisca tutti attorno ai valori positivi della giostra, compreso quel sano agonismo che dovrebbe trovate tutti uniti per ottenere il risultato migliore.