‘Ah. Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri’ esclamò Papa Francesco il 16 marzo 2013 davanti ai giornalisti. Quindi non servono più le offerte per i sacerdoti, l’Otto per mille, gli aiuti vari alle chiese?
Il giorno prima davanti ai Cardinali il Papa aveva detto: ‘La verità cristiana è attraente e persuasiva, perché risponde al bisogno profondo dell’esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l’unico salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini’.
È questa infatti la ‘mission’ della Chiesa, che si svolge secondo tre percorsi: si tratta dei luoghi di culto (costruzione e manutenzione) per celebrare l’Eucaristia e tutti i sacramenti, delle strutture per il catechismo e le attività per i ragazzi, delle iniziative di carità sempre più necessarie in Italia e all’estero, del mantenimento dei presbiteri, che devono vivere dell’altare.
Tutta questa attività, che serve per l’evangelizzazione e ‘risponde anche ad un bisogno profondo dell’esistenza umana’, viene sostenuta dal servizio economico alla Chiesa secondo le tre finalità: culto e pastorale, carità e sostentamento del clero.
Il Papa indubbiamente vuole insegnarci uno stile, che deve rispecchiare anche la vita della Chiesa che si presenta davanti al mondo; per cui viene condannata la mondanità, lo spreco, il consumismo e di conseguenza il venir meno della custodia del creato. Viene insegnata la sobrietà nella vita del presbitero, nei mezzi usati per l’apostolato e nella vita dei cristiani. È bene che il Papa ci ricordi questo stile evangelico, che non deve essere confuso con la mancanza di mezzi, che finirebbe per colpire anzitutto i più poveri.