Più che un’operazione di archivio è il desiderio di fare incontrare Benigno Zaccagnini (1912-1989) con le generazioni del nuovo millennio. E così mettere attenzione ancora una volta alle carte di Zac. Un libro per le nuove generazioni, certo, ma ancora una volta anche per gli antichi amici con lui impegnati nei lunghi decenni del secondo dopoguerra a ricostruire il nostro Paese – nella prospettiva della nuova e antica Europa – devastato dalle ideologie (prima ancora dalle violenze fisiche), del fascismo che si era scontrato con don Giovanni Minzoni e la sua passione per i giovani ad Argenta poi in subordine al nazismo hitleriano la devastazione delle organizzazioni che i cattolici già prima della guerra avevano promosso, sulla scia di don Romolo Murri, poi ancora più lucidamente alla scuola di Alcide De Gasperi e don Luigi Sturzo. E qui in Romagna animati e incoraggiati da sacerdoti entusiasti convinti nel loro impegno pastorale di “uscire dalle chiese” e portare con coraggio il fermento del Vangelo in un’Italia che voleva delineare il proprio futuro ben oltre a dove le squadracce fasciste l’avevano colpito con il tragico avvento del fascismo al potere. Mentre anche la destra storica, laico-liberale, stava a guardare.
Ed ecco il settimo volume, anche questo affidato alle edizioni Studium di Roma, con il titolo “Caro Zaccagnini… Lettere scelte a un credente prestato alla politica”, a cura di Aldo Preda con testi di vari autori che testimoniano la stima per l’onorevole Zaccagnini, il suo partecipare alla tessitura della democrazia repubblicana, senza pregiudizi nei confronti delle persone, ma senza cedere di fronte alle esigenze fondative della “verità”. La pubblicazione è stata possibile grazie al Centro Studi Donati, Acli, cooperativa La Pieve, Banca di credito cooperativo ravennate, forlivese, imolese. Già partecipando alla lotta messa in cantiere dall’antifascismo per la “Resistenza” alle ideologie del nazifascismo e poi per la elaborazione della Carta Costituzionale, Zac aveva preso il nome di battaglia “Tommaso Moro”. Nei precedenti volumi, ma ancora in questo che sto recensendo, echi preziosi della sua attiva partecipazione nelle file dell’Azione Cattolica a Ravenna, nella Fuci durante gli anni di università (facoltà di Medicina) dell’allora don Giovanni Battista Montini (futuro Paolo VI). Erano tempi e scelte politiche che rendevano difficile il “dialogo”.
Della sua capacità di dialogo sono testimonianza, fra le altre, gli scambi di lettere fra l’onorevole Nilde Jotti (Pci) presidente della Camera dei Deputati, e il presidente della Repubblica, il socialista Sandro Pertini. È doveroso qui aggiungere (senza poterli richiamare singolarmente) i nomi di amici della Dc fino al XIV Congresso del febbraio 1980 che vide (noi diremmo oggi, purtroppo) la sconfitta di Zaccagnini come segretario del partito. Dalla partecipazione all’Assemblea che darà vita alla Costituzione della Repubblica, ai suoi contenuti fondativi (oggi non sempre riconosciuti) una eco nelle pagine che raccontano e documentano l’impegno di Benigno appena terminata la guerra, per recuperare, dopo il grande silenzio, la memoria del “martirio” di don Minzoni, ad Argenta e a Ravenna, ma la conoscenza di questa memoria si diffuse rapidamente in tutto il Paese. Lo ricorda, ed è stata per me e altri una simpatica sorpresa, il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che nelle pagine introduttive non solo conferma la sua partecipazione, l’anno prossimo, al centenario del “martirio” di don Minzoni, ma scrive con ammirazione un prezioso profilo di Benigno, incontrato molte volte, lui giovane sacerdote della Comunità di Sant’Egidio a Roma, ospite a cena nella casa della sua famiglia. E ne viene per tutti noi un richiamo al “come” oggi deve farsi concretezza l’impegno politico e nelle pluriforme della vita sociale, per i credenti e quanti si mettono in ascolto della “ragione” illuminata dalla fede vissuta, seppur con tante contraddizioni, nel corso della nostra storia. Concludo queste righe di recensione invitando alla lettura della lettera che Benigno scrisse alla sua carissima Anna, dal letto dell’ospedale (giugno 1984) dove era stato ricoverato. Un congedo che è anche (e soprattutto) un arrivederci nella grande Casa comune del Paradiso.
Piero Altieri
Alla Riunione Cattolica Torricelli i saluti del vescovo e l’intervento del cardinale Gualtiero Bassetti
La presentazione del volume, a cura del Centro Studi Donati, con Acli, Riunione Cattolica Torricelli, Mcl Faenza e con il contributo de La Bcc, si terrà venerdì 30 dicembre alle 11 nel salone della Riunione Cattolica Torricelli (via Castellani 25). L’evento sarà aperto dai saluti del vescovo, monsignor Mario Toso, del sindaco Massimo Isola e di Giacomo Severi (La Bcc). Seguiranno interventi del cardinale Gualtiero Bassetti e dell’onorevole Giuseppe Matulli. Le conclusioni sono affidate al curatore del volume Aldo Preda.