Boncellino, 5 settembre 2022.
Cari fratelli e sorelle, la festa patronale ci porta a riflettere sulla Natività di Maria. Questa comunità parrocchiale per la sua vita di fede ha come ogni altra il suo primo punto di riferimento in Cristo Risorto. Ma non solo. Coloro che vi e ci hanno preceduti hanno desiderato dedicare questa chiesa parrocchiale alla Natività di Maria. La festa che la ricorda è, secondo la tradizione, collegata con la fine dell’estate e con i raccolti. Il giorno della Natività della Vergine Maria non è un compleanno come tanti altri. Celebrando il compleanno di una grande personalità della storia pensiamo principalmente ad una vita passata. Con la Madre di Dio non è così. Maria non appartiene solo al passato. È contemporanea a noi tutti, a tutte le generazioni, presenti e future. Maria, come il Figlio, è sempre presente nella nostra storia con la sua disponibilità alla volontà di Dio, con la sua azione di protezione e di mediazione. È presente con noi ogni giorno. Cosa ha da insegnarci la nascita di Maria oggi? Ci ricorda, in particolare, la sua risposta all’annuncio dell’angelo: «Eccomi, sono la serva del Signore». Maria che si rende disponibile a Dio ci rammenta l’incarnazione del Figlio di Dio. Il Verbo, grazie al suo sì, si fa carne, diventa uno di noi, cammina con noi nella storia. Maria, serva di Dio, diviene la «porta» per la quale Dio entra in questo mondo. Anzi, non solo la «porta», diviene «dimora» del Signore, «casa vivente» del Creatore del mondo. Maria, dunque, vive nella storia e nelle nostre comunità cristiane anzitutto come Madre di Dio. Ha offerto la sua carne, se stessa, perché il Figlio di Dio diventasse uomo come noi.
Cosa dobbiamo fare noi che abbiamo Maria come patrona? Come Maria, anche noi dobbiamo offrire noi stessi, la nostra vita, perché Gesù Cristo possa nascere nel mondo, nella nostra vita, perché noi diventiamo simili a Lui, Figlio di Dio. Come in Maria si toccano, anzi si uniscono cielo e terra, Dio creatore e la sua creatura, così la nostra umanità è chiamata a diventare «tempio» dove abita l’Altissimo. Dobbiamo, allora, domandarci: siamo realmente aperti come Maria al Signore ad accogliere Dio; gli offriamo la nostra vita perché diventi una dimora per lui? Come Maria, doniamo al mondo il Signore Gesù perché il suo essere Figlio diventi in ogni persona principio di vita nuova?
La fede ci fa «abitare» nel mistero della natività e della maternità di Maria ma ci fa anche «camminare» in esso nel tempo della nostra vita. Dopo l’assunzione, la Madonna è eternizzata come colei che nasce Immacolata, è Madre di Dio e della Chiesa. Al pari di Maria, dobbiamo vivere nella storia come umanità in piena comunione con Dio, come persone immacolate, come credenti che generano nella loro vita e nelle relazioni interpersonali e sociali una umanità redenta, come persone che vivono nella comunione con Cristo, che è missionario del Padre. Maria vive eternamente nella comunione di Dio e intercede perché i figli di Dio siano presenti nella storia come missionari e protagonisti del Regno di Dio. Maria ha generato il Figlio di Dio perché ci siano in questo mondo cieli nuovi e terra nuova. Perché tutti noi, accogliendo suo Figlio, operando con Lui, diventiamo capaci di partecipare alla nuova creazione che Cristo ha iniziato con la sua incarnazione.
In vista dei grandi traguardi della storia, le nostre comunità parrocchiali e le nostre associazioni sono votate, nelle attuali condizioni di rarefazione della presenza dei giovani e di eclissi degli adulti nella trasmissione della fede e nell’educazione ad essa, a rinnovare l’impegno nell’annuncio del Vangelo, nell’accompagnamento delle famiglie, nella formazione alla dimensione sociale della fede, nella catechesi. Papa Francesco continua ad insistere su questo. Con una lettera apostolica recante il titolo Antiquum ministerium ha istituito il ministero laicale di catechista. Questo ministero possiede una forte valenza vocazionale che richiede il dovuto discernimento da parte del Vescovo e si evidenzia con il Rito di istituzione. La Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha pubblicato il testo del Rito dell‘istituzione dei catechisti nel dicembre 2021. Così, papa Francesco, ha più volte insistito sul coinvolgimento dei nonni, oltre che degli adulti, nei confronti dell’educazione alla fede dei più giovani. È dall’alleanza tra le generazioni che il futuro viene aperto alla speranza. Inoltre, come ben sapete, il pontefice, ha voluto che tutte le comunità si mobilitassero in un cammino sinodale, incentrato sull’ascolto reciproco, sulla comunione, sulla liturgia e sulla missione. È dall’incontro rinnovato con Dio e tra di noi in Gesù Cristo che fioriscono nuove comunità, un nuovo umanesimo, una nuova storia. Meno si vive con Dio e meno si conosce l’uomo e la libertà. Meno si è capaci di discernere i segni dei tempi. La più insidiosa povertà dei nostri tempi, in una società estremamente liquida, sia per gli adulti sia per i giovani, è che non sappiamo più chi sia l’uomo. E così si perde il senso della vita. Essa viene banalizzata. Come scrisse il filosofo danese Soren Kierkegaard la nave – ossia la società – è in mano al cuoco di bordo. E le parole che trasmette il megafono del comandante non riguardano più la rotta (che non interessa più a nessuno), ma quel che si mangerà domani. Interessa solo il pane. Ma come ebbe a dire il Signore Gesù non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Il nostro principale problema, se vogliamo risolvere le principali crisi odierne (climatica, ecologica, migratoria, pandemica, bellica) è chiederci su come fare spazio a Dio e a sua Madre in questa società. A questo punto è bene rileggere alcuni Pensieri del grande Biagio Pascal che lucidamente osservava: «Non soltanto conosciamo Dio unicamente per mezzo di Gesù Cristo, ma conosciamo noi stessi unicamente per mezzo di Gesù Cristo. Fuori di Gesù Cristo, non sappiamo cosa sia la nostra vita e la nostra morte, Dio e noi stessi».
Maria santissima, Madre di Dio, ci dona chi ci consente di conoscere Dio e noi stessi, come figli e come Chiesa, segno sacramentale del Corpo di Cristo. Maria è maestra di vita perché ci dona suo Figlio, fonte e luce della vita.
Mario Toso