La bellezza del Natale per i credenti sta nel sapere che non stiamo ricordando un evento passato, ma viviamo la presenza della nascita di Gesù, del Dio fatto uomo. Di qui si vede la fortuna di avere la fede, perché si possono conoscere anche le verità più impensabili. Non credo che si possa argomentare la verità storica di questo evento solo dal fatto che lo stiamo celebrando da tanti secoli, ma la verità storica ci è data dai Vangeli e da come ce lo hanno raccontato, nella semplicità della realtà.
Gesù è venuto in mezzo a noi, è vissuto come uno di noi, fino a quando non ha manifestato la sua gloria, per farci toccare con mano che Dio ama gli uomini, non ha paura della vita umana, e la condivide con noi per redimerla, cioè per liberarla dal peccato e da ogni male.
Una delle realtà più sconvolgenti dei nostri giorni è sapere che vi sono giovani e meno giovani che hanno perso il gusto di vivere, non trovano un senso alla vita e si distruggono volontariamente. Se Dio ha scelto di condividere la vita umana, vuol dire che questa un senso ce l’ha.
Quando succedono le stragi come quella prima di Natale in America, si cercano delle spiegazioni; ma il senso di quelle cose non può stare nelle eventuali spiegazioni delle cause immediate che le hanno provocate. La vita deve avere un senso sempre per ognuno.
Gesù è venuto perché abbiamo la vita, e l’abbiamo in abbondanza, cioè in pienezza. La pienezza di umanità è vivere nella dimensione divina, come figli di Dio. Anche per quei bambini uccisi, per i quali rimane il fatto esecrando della violenza subita, la vita, seppur breve e troncata così atrocemente ha avuto il senso di introdurli nella vita eterna. Per questo non diremo che allora tutto va bene, ma diremo che anche quei piccoli non sono stati privati del loro diritto alla vita vera.
Dio è venuto in mezzo a noi non certo per insegnarci qualche rito o qualche preghiera nuova; da quel giorno tutto è diverso, perché l’uomo è destinato ad essere partecipe della natura divina e a vivere da figlio di Dio. Questo è il senso della vita, dentro il quale ci stanno anche le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce che tutti incontriamo. Anch’esse hanno un senso, perché se il Figlio di Dio le ha prese su di sé vuol dire che un senso o ce l’hanno o glielo ha dato Lui.
Celebriamo quindi il Natale ricuperando questa luce di cui il mondo ha bisogno, e noi dobbiamo esserne un riflesso. Non possiamo fermarci a recriminare le cose che non vanno, ma rinnovando la nostra fede, viviamo facendo vedere che si può cambiare.