La lettera del Papa sulla remissione della scomunica ai quattro vescovi lefevriani ha dato l’occasione per un nuovo attacco alla Chiesa da parte dei laicisti nostrani. Questa lettera è ancora una volta la prova, se ce n’era bisogno, della fortuna di avere il Papa, che alla fine dei conti mette in chiaro come devono essere le cose nella Chiesa di Cristo (la grande Chiesa, come la chiama Benedetto XVI).
Il Papa ha parlato col cuore in mano, per dirci tutta la sua sofferenza nel vedersi non capito, e ‘da alcuni gruppi apertamente accusato’ di voler tornare indietro a prima del Concilio. Prima di chiudere la sua lettera il Papa con le parole di S. Paolo ai Galati ha detto che ‘questo ‘mordere e divorare’ esiste anche oggi nella Chiesa come espressione di una libertà mal interpretata’.
Non è parso vero ai giornali laicisti avere una occasione così ghiotta per mettere gli uni contro gli altri, facendo l’elenco di chi è con il papa e di chi è contro. Non credeteci: non è l’amore alla verità che li spinge a questo, ma l’istinto di dividere per diffondere zizzania (diavolo significa colui che divide).
Il Card. Silvestrini non è il capostipite di nessuna fronda. Un uomo che ha dato tutta la vita per servire
Con questa azione diversiva, la grande stampa laicista ha distolto l’attenzione sulla parte centrale della lettera del Papa, che mette in risalto le priorità del suo pontificato: ‘Nel nostro tempo in cui vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più nutrimento, la priorità che sta al di sopra di tutte è rendere Dio presente in questo mondo e di aprire agli uomini l’accesso a Dio’ Il vero problema in questo nostro momento della storia è che Dio sparisce dall’orizzonte degli uomini e che con lo spegnersi della luce proveniente da Dio l’umanità viene colta dalla mancanza di orientamento, i cui effetti distruttivi ci si manifestano sempre di più’.
Se questo è il problema più grande oggi, superiamo le divisioni e mettiamoci insieme per il bene della Chiesa e del mondo. La ricerca della riconciliazione con un gruppo di credenti a rischio di scisma dice la passione per l’unità della Chiesa, ed è un invito per tutti a trovare l’unità con il Papa sulle verità importanti spesso negate dai nemici della Chiesa e purtroppo talvolta non accolte pienamente nemmeno dai cristiani.
In conclusione, come risposta a questo gesto paterno del Papa, tutti dobbiamo chiederci se siamo sempre leali con il suo magistero, senza sottintesi o reticenze, indebolendo così la testimonianza che Cristo oggi ci chiede di dare al nostro mondo confuso e disorientato.