«Essi partirono» (Mt 2,9). Sembra essere l’azione che accompagna tutta la vita dei Magi: agli inizi del viaggio quando si fecero orientare da una stella; quando decisero di partire da oriente a Gerusalemme, ponendo ovunque la domanda: «dov’è colui che è nato?». Quando non videro più la stella; quando ricevute le informazioni da Erode partirono verso Betlemme; quando rividero la stella e quando incontrato finalmente Gesù, per «un’altra strada» fecero ritorno al loro Paese.
Magi, maestri del Cammino sinodale
Il cammino permanente di questi misteriosi personaggi, fatto di ri-partenze ci suggerisce alcune riflessioni. La decisione di partire senza troppi dettagli o previsioni ci mette nell’atteggiamento di fiducia. Ma c’è una luce da seguire: la domanda profonda di incontrare e re-incontrare Gesù per poterlo annunciare a tutti. Ecco la domanda fondamentale. Questa domanda profonda apre gli orecchi: i Magi, si servono della ragione, del cuore, dell’intuizione. Chiedono ovunque e a chiunque, a persone semplici e a re: «dov’è?». Ecco il nostro ascoltare tutti.
Se uno chiede, è perché ha la consapevolezza di essere in una strada già percorsa e percorribile. Ecco il nostro dover sapere che il cammino sinodale ci pone in una via sulla quale si sta già camminando: la ristrutturazione delle parrocchie, i gruppi ministeriali e tanto altro. Come ci ha ricordato il nostro vescovo agli auguri della Curia, la riflessione fatta sinora sulla ristrutturazione delle parrocchie, sulla necessaria conversione pastorale, in vista di una missionarietà più viva, non entra in collisione con il cammino sinodale che abbiamo appena avviato. Tutt’altro. Il cammino sinodale appena intrapreso è, infatti, teso a ravvivare l’esigenza di una conversione nella nostra pastorale, a confermarla, ad assumerla e ad accentuarla.
A un certo punto la stella non sembra più brillare. I magi si saranno rafforzati tra di loro nel «tenere botta» e hanno intensificato la domanda. Ecco il nostro sostenerci fraternamente.
L’incontro con Gesù. Ecco il nostro celebrare. L’averlo trovato e dare a Lui quello che siamo perché Lui lo trasformi.
Poi finalmente avendo visto Gesù, e solo alla Sua luce, tornano a casa per un’altra strada. Ecco il nostro discernimento. Alla luce di Gesù si leggono profondamente la storia e il cuore, anche il proprio, e ci si converte, si prende una strada nuova.
Il mandato del vescovo
Giovedì 6 gennaio moderatori e segretari si troveranno in Cattedrale alle 18 con il vescovo Mario per celebrare insieme l’Eucarestia, e in questa occasione riceveranno il suo mandato. Il segno concreto di voler partire cercando insieme il Signore per poterlo incontrare nell’Eucarestia e per «un’altra strada» quella della conversione, annunciarLo a tutti.
“Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (sal 86,6)
Cristina Dalmonte e don Michele Morandi,
referenti diocesani del Sinodo