[ago 13] Omelia – In ricordo delle apparizioni della Madonna di Fatima

13-08-2021

Vecchiazzano Forlì, 13 agosto 2021.

Carissimi padri, Servi del Cuore Immacolato di Maria, carissimi fedeli, anche quest’anno ho la fortuna di celebrare l’Eucaristia nel ricordo delle apparizioni della Madonna di Fatima. La Signora «venuta dal cielo» si rivolse a tre pastorelli – Giacinto, Francesco e Lucia – per innamorarli di Dio. Con le sue apparizioni introduce i piccoli veggenti nell’amore trascendente di Dio e li porta a gioire di Gesù, a considerarlo come la cosa più bella della loro vita. La Madre di Gesù, Lei per prima avvolta dal tenero amore di Dio, apportatore di felicità, volle ammaestrare i tre pastorelli ad accogliere la dolce presenza del Signore nella loro vita, per farli divenire messaggeri radiosi di un  mistero unico e sublime.

In un tempo di gravi difficoltà sociali, di crescita dell’ateismo, di lotta contro la Chiesa, la Madre di Gesù, luce del mondo, si presenta ai piccoli pastori per farne degli annunciatori candidi come gli angeli, disarmati e disarmanti come sono dei ragazzi innocenti. Tramite il loro candore radioso, Maria Madre della grazia di Dio, desidera far giungere all’umanità un suadente invito alla conversione. In vista di ciò, la Madre di Gesù desidera anzitutto suscitare in quei ragazzi, semplici ed umili, un cuore colmo d’amore, per renderli testimoni e discepoli coraggiosi, capaci di infiammare per Dio i cuori più freddi e indifferenti del loro tempo. Gesù scelse come suoi discepoli persone adulte. Sua Madre si affida a dei ragazzi, al loro cuore pieno di stupore e di incanto per Dio. Ecco chi, secondo Lei, poteva in tempi bui e tristi, aprire una breccia nei cuori più duri, portare luce alle menti avviluppate in complicati ragionamenti, recare un messaggio di pace a coloro che sfidavano Dio, ai cuori abitati da desideri di violenza e di guerra, agli inebriati di autosufficienza.

La Madonna di Fatima pensa di poter cambiare la storia dell’umanità, incupita da sentimenti di odio e da propositi bellicosi, addirittura fratricidi, con l’aiuto di tre semplici fanciulli. Come? Trasformandoli in veggenti, dando a loro occhi capaci di visioni folgoranti, rendendo i loro piccoli cuori grandi come quelli dei profeti. Riversò in loro il suo amore per Dio e per l’umanità. I tre ragazzi, conquistati dalla dolcezza della Madre, che pure prevedeva tragedie per l’umanità e i popoli miscredenti, parlavano ai loro genitori sbigottiti, alla gente stupita che li interrogava. Di che cosa parlavano? Della bellezza di Maria, e della luce d’amore che Ella irradiava, della pace che riversava nei loro cuori con il suo messaggio. Come i pastori del Natale annunciavano bontà,  fraternità per tutti, nel nome di Cristo il Figlio di Dio, il Principe della pace, Giacinta esclamava convintamente: «Mi piace tanto dire a Gesù che lo amo. Quando glielo dico molte volte, mi sembra di avere un fuoco nel petto, ma non mi brucia». E Francesco diceva, a proposito della sua esperienza straordinaria e estasiata: «Quel che m’è piaciuto più di tutto, fu di vedere nostro Signore in quella luce che la Nostra Madre ci mise nel petto. Voglio tanto bene a Dio!» (Memorie di Suor Lucia, I, 42 e 126). Si tratta di messaggi semplici e profondi allo stesso tempo, capaci di suscitare pensieri nuovi, tanta speranza e nuovo amore.

Cari fratelli e sorelle, nell’udire le innocenti confidenze dei Pastorelli, pensiamo a quanto effettivamente arde il nostro amore per Gesù e per la sua Chiesa. Domandiamoci: nel pensare a Gesù, sperimentiamo una gioiosa tenerezza nel cuore per Lui, per il suo popolo, che è la Chiesa, per l’umanità di oggi, colpita dalla crisi della pandemia  e da altre crisi connesse? Sentiamo di appartenere intimamente a Gesù, di condividerne l’altissima missione di salvezza a servizio del mondo? In una società, che spesso si mostra indifferente, se non ostile, nei confronti di Cristo e della Chiesa, noi credenti, ridotti a «piccolo gregge», dovremmo riaccendere il nostro amore per Gesù, per la Chiesa. Chi ama vede in profondità, coglie con sapienza i bisogni più profondi della gente. Solo da cuori ardenti di amore per Dio, da anime candide e pure, può derivare per il mondo un nuovo annuncio di rinascita, grazie a Gesù Risorto. Come Maria investiamo, specie in questo tempo di pandemia, nell’educazione dei ragazzi. Non lasciamoli soli. Dedichiamo a loro tempo, energie, noi stessi. I ragazzi e i giovani sono il tesoro della società.

Cogliamo il contenuto essenzialedei tre segreti di Fatima. L’invito alla conversione e alla penitenza, alla recita del Rosario,  alla consacrazione (della Russia) al cuore Immacolato di Maria, ad accettare le sofferenze come «dono» per consolare Gesù sono, in definitiva, sollecitazioni ad essere umanità più autenticamente di Cristo edella sua Chiesa, popolo protagonista di evangelizzazione o di rievangelizzazione. Tutti siamo chiamati a tornare dall’esilio di Babilonia, a vivere e a proporre un futuro di comunione con il Risorto, a non essere popolo sterile, bensì ad essere popolo capace di vivere, ad imitazione di Maria santissima, una prodigiosaeincessante maternità di Dio. Generare Dio, nel nostro cuore, nelle famiglie, nella società, nella cultura e nelle istituzioni: ecco la missione che ci attende in forza del Battesimo e della Confermazione, spronati dall’ansia pastorale della Madre del Figlio di Dio. Solo così noi, popolo cristiano, saremo una stirpe feconda tra le genti, formata da puri di cuore, con occhi che brillano e parlano di Dio, come quelli di Giacinta. In un mondo distratto, sempre di corsa, preso da mille attività convulse, saremo un faro di luce che fende le tenebre ed indica la strada da percorrere, il porto sicuro in cui trovare approdo.

Preghiamo la Madonna di Fatima, i santi Giacinta e Francesco, per i Servi e le Serve del Cuore Immacolato di Maria; preghiamo perché i nostri cuori non siano freddi ma innamorati di Dio Padre, del Cuore Immacolato di Maria e di Gesù, pronti a essere protagonisti entusiasti della nuova creazione.

                                             + Mario Toso