Sulo 14 agosto 2021.
Cari fratelli e sorelle,
l’appuntamento annuale per venerare la Beata Vergine di Sulo è per noi occasione di ristoro ed incoraggiamento spirituale. L’incontro con la Madre di Dio, che ha scelto questo lembo di territorio, per far sperimentare la sua vicinanza e il suo amore per il popolo di Dio, ci rinfranca e ci rinnova nell’ardore della nostra missione: annunciare Gesù Cristo a tutti, credenti o non credenti. È davvero singolare la maniera con cui ha manifestato la sua maternità e la sua protezione, facendo rinverdire prodigiosamente un palo secco a cui la sua immagine è stata appesa. Questo evento ci fa capire immediatamente la sua missione in mezzo a noi, spesso scoraggiati e sfiduciati. Il palo rinverdito ci indica che la sua presenza è finalizzata a farci rivivere, per essere rigogliosi e verdeggianti nella nostra vita cristiana, nell’impegno dell’evangelizzazione, che in questi tempi di forte secolarizzazione e di indifferenza nei confronti di Dio richiede anche un nuovo impegno missionario. Non è una novità che i nostri ambienti di vita, un tempo ricchi di fede, siano divenuti luoghi di una nuova evangelizzazione o di rievangelizzazione. Spesso Gesù Cristo non è più al centro della vita dei battezzati e dei cresimati. Ci si ricorda di Dio solo in occasione del bisogno, delle malattie e delle disgrazie. Quasi che Cristo non ci appartenesse; quasi che la sua immagine non fosse impressa nel nostro essere, nel nostro spirito.
La Madre, che ha generato il Figlio di Dio, e che veniamo qui a pregare con fiducia, ci ricorda costantemente che il nostro primo compito è quello di amare Gesù e di donarlo al mondo. È il Figlio di Dio che, incarnato nel grembo di Maria, ci consente di vivere come Lui. È Lui che ci invia ad annunciarlo al mondo, a tutti i popoli. È Lui che, mediante il Battesimo, ci coinvolge nella sua opera di redenzione e di trasfigurazione della nostra vita e della società.
Dopo la promulgazione dell’enciclica Fratelli tutti da parte di papa Francesco siamo sollecitati a guardare a Maria come Madre del nostro fratello Gesù, e quindi a Maria come Madre della nostra fraternità. Grazie a Lei, che consente a Gesù di incarnarsi nella nostra umanità, ci viene regalato Colui che è per tutti noi causadella fraternità. Cosa vuol dire? Significa affermare che Gesù è Colui nel quale, venendo assunti e resi partecipi del suo essere filiale, in Lui siamo e viviamo figli nel Figlio, viviamo come umanità fraterna. Vivendo in Gesù Cristo, con i suoi stessi sentimenti di Amore al Padre e ai nostri fratelli, sperimentiamo sia una Paternità trascendente sia una fraternità universale. Gesù, seminato nella nostra umanità, diventa universale concreto della fraternità, perché consente a ciascuna persona di vivere il suo rapporto filiale con Dio Padre. Consentendo a ciascuno di noi di riconoscere e di amare Dio come Padre nostro, per tutti noi è data la possibilità di riconoscerci e di amarci come fratelli, perché tutti siamo figli di uno stesso Padre. La spiegazione della nostra fraternità è, dunque, possibile grazie alla nostra fede in Gesù Cristo, Dio incarnato in noi. Gesù, facendosi uomo, ci rende partecipi della sua natura di Figlio. In Lui viviamo la sua figliolanza e la coscienza di avere un Padre comune.
Concepirci come figli di Dio e come tutti fratelli e sorelle è per noi decisivo. Cambia completamente l’immagine che abbiamo di noi stessi e degli altri: non siamo orfani, non siamo separati tra noi. Diventano più facili le relazioni nelle nostre stesse famiglie, nelle imprese, nei nostri rioni e quartieri, nelle nostre città, nelle nostre nazioni. Alla luce della fraternità si affrontano gli inevitabili problemi della vita e della convivenza sociale in maniera diversa, con un animo meno cupo e pauroso. È diverso, ad esempio, affrontare i problemi ecologici o di una pandemia o di calamità naturali, come terremoti ed inondazioni, vivendo da fratelli e sorelle che sentono di appartenersi e non si percepiscono indifferenti gli uni nei confronti degli altri. Là ove non ci si percepisce come fratelli e sorelle non si prova amore per l’altro. La fraternità, vissuta consapevolmente, aiuta a sentirsi anzitutto responsabili gli uni degli altri, a prendersi cura reciprocamente. In sostanza, la fraternità che la nostra fede ci fa comprendere, rende la qualità delle nostre relazioni e della nostra vita comune più alta, meno conflittuale. Gli altri non sono visti come naturalmente avversari, addirittura come nemici.
La Madre di Dio che oggi veneriamo ci fa capire che da Lei e, in specie, dal suo Figlio, derivano a noi ogni bene di pace e di giustizia, la consapevolezza di non essere soli. Maria e il Figlio Gesù sono per la nostra umanità fonte di una nuova storia, di nuovi umanesimi, di nuovi rinascimenti. Se desideriamo uscire dalla crisi epidemica e dalle altre crisi connesse, rivolgiamoci con fiducia alla Madonna di Sulo, perché ci dia conforto e forza di ricominciare e di costruire un mondo più accogliente della vita, più samaritano nei confronti dei poveri, degli ammalati, degli anziani soli. Maria assunta in cielo, in corpo e anima, è garanzia per noi di una vita che non avrà fine.
+ Mario Toso