[feb 17] Omelia – Mercoledì delle Ceneri

17-02-2021

Faenza, cattedrale mercoledì 17 febbraio 2021.

L’invito del profeta Gioele «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2, 12) è un richiamo rivolto a tutto il popolo. Suonate il corno in Sion, proclamate un solenne digiuno, convocate una riunione sacra. Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti (cf Gl 2, 15-17). Questo ai tempi del profeta Gioele. Oggi, con il mercoledì delle ceneri, la Chiesa cattolica dà il via alla Quaresima. Sono quaranta giorni in cui il popolo cristiano è chiamato ad un percorso intenso di conversione personale e comunitaria. Tutti – piccoli e grandi, presbiteri, christifideles laici, religiosi e religiose, famiglie, comunità parrocchiali, associazioni, movimenti – sono chiamati a ritornare a Dio con tutto il cuore. Qual è l’obiettivo del percorso quaresimale? Primo: immedesimarsi, personalmente, sempre di più in Gesù Cristo, crescere come persone che realizzano in sé la forma del Figlio di Dio. Secondo: crescere comunitariamente come popolo di Dio, come famiglia di figli e figlie di Dio, uniti nella comunione di una stessa vita di amore e di condivisione che costruisce il Regno. In definitiva, si tratta, sia da parte dei singoli credenti sia da parte delle nostre comunità, di partecipare, più profondamente e più compiutamente, all’opera mediante cui Gesù Cristo, con la sua passione, morte e risurrezione, crea una nuova umanità in comunione con Dio Padre, inizia una nuova storia riempiendola di amore fraterno.

La quaresima, dunque, è tempo di cambiamento del centro della nostra persona, dei nostri pensieri e delle nostre azioni nei confronti di Dio e del prossimo. Ma dobbiamo viverla anche sul piano comunitario, come conversione di popolo intero, in tutte le sue componenti. Siamo sollecitati a salire non solo il Golgota, ma specialmente la montagna che è il Signore Gesù. Il nostro traguardo ultimo è Cristo stesso che, per sconfiggere il male e ricreare il mondo, ha volontariamente accettato di essere crocifisso e di venire innalzato con le braccia spalancate sul mondo, in segno di dono totale di sé a Dio e a tutta l’umanità. Siamo chiamati a vivere un combattimento spirituale, mediante l’elemosina, il digiuno e l’astinenza (Mercoledì delle ceneri e Venerdì santo)[1], la preghiera, che non sono fini a sé stessi e nemmeno un’ascesi che ci trasforma in esseri depressi e tristi. Tali strumenti quaresimali sono da considerare mezzi per: per una vita cristiana più piena, per vivere ed essere trasfigurati, per essere annunciatori di gioia e della risurrezione di Cristo. La quaresima è perla Pasqua di risurrezione, per diventare persone e comunità co-risorte con Cristo, vittoriose sul male e sulla morte.

Si è detto che nella quaresima il popolo cristiano intero è chiamato alla conversione, alla partecipazione di una nuova creazione. Cosa vuol dire, più in concreto? Significa che come comunità diocesana siamo chiamati a partecipare, con tutte le componenti ecclesiali – associazioni, aggregazioni, unità pastorali, consigli, vicariati, parrocchie, gruppi ministeriali nascenti – alla missione di ricapitolazione di tutte le cose in Gesù Cristo. Egli è venuto per redimere, per divinizzare l’umanità, per realizzare una umanità in comunione con Dio Padre. In tale maniera, il Signore Gesù plasma l’umanità in un popolo nuovo, un popolo di pellegrini che, mentre camminano verso la città celeste, trasfigurano la terra che attraversano. La presenza del Figlio di Dio in mezzo a loro li costituisce fermento del Padre nella storia.

La nostra Diocesi può divenire nuovo fermento ecclesiale, lievito di un nuovo umanesimo, quanto più farà spazio in sé a una vita sinodale nelle parrocchie, nei Vicariati e nelle unità pastorali, tra Uffici e settori pastorali, tra collegi, consigli e commissioni; quanto più coinvolgerà le nuove generazioni – come delineato dal Sinodo dei giovani, che ha richiesto almeno tre anni di preparazione, celebrazione e di progettualità pastorale –; quanto più attuerà la conversione pastorale delle nostre parrocchie mediante la partecipazione corresponsabile dei laici alla cura pastorale ed amministrativa delle comunità parrocchiali; quanto più lo stesso laicato ordinerà le attività umane secondo Dio; quanto più la scuola paritaria si riconoscerà comunità di fede, luogo di evangelizzazione.

Cari fratelli e sorelle, solo se se ci muoveremo secondo le linee di azione sopra accennate, renderemo più veritieri il nostro digiuno, l’elemosina e la preghiera. Solo così prepareremo meglio la Pasqua di risurrezione per le nostre comunità, le nostre famiglie e il nostro territorio.

                                           + Mario Toso

 

[1]L’astinenza va osservata in tutti e singoli venerdì della Quaresima. Proibisce l’uso delle carni, come pure i cibi e le bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi particolarmente ricercati e costosi. La disciplina del digiuno obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera. Al digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato.