[set 12] Omelia – Istituzione accoliti

12-09-2020

Faenza, cattedrale 12 settembre 2020.

Cari fratelli e sorelle, in questa celebrazione saranno istituiti accoliti Gino Covizzi (parrocchia del Ss.mo Crocifisso in S. Cristina), Stefano Lega (parrocchia del Ss.mo Crocifisso in S. Cristina), Marco Pirini (parrocchia di S. Apollinare in Russi), Danilo Toni (parrocchia di Solarolo-Gaiano).

Per comprendere ciò che stiamo compiendo questa sera, pensiamo a ciò che siamo e formiamo: il Corpo di Cristo. Perché battezzati mediante un solo Spirito, formiamo il suo Corpo, viviamo in esso, vivificati dallo Spirito d’Amore di Dio e di Cristo, nel loro abbraccio. Il Corpo che formiamo è composto da molte membra, ognuna delle quali svolge un proprio compito. Nella comunità ecclesiale vi sono, dunque, diversi ministeri, distribuiti dall’unico e medesimo Spirito. Proprio per questo, la diversità dei carismi non è disarticolata, frantumata, ma è unificata dallo stesso Spirito d’Amore e dalla stessa tenerezza divina. La Chiesa cresce compaginata e bene orientata quando è mossa da quell’Amore o Carità-Agápe che pervade tutti i ministeri e li orienta all’utilità comune (cf 1 Cor 12, 4-30; 13 e 14): l’edificazione del Corpo di Cristo, del popolo di Dio, in cammino nella storia, verso il Regno.

Come afferma san Paolo nella Lettera ai Romani (cf Rm 14, 7-9), nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo peril Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo delSignore. Nella medesima comunione e missione della Chiesa, dunque, noi viviamo peril Signore, per donarlo ai nostri fratelli, per farlo crescere in tutti. Siamo un «noi» differenziato e plurale, operante a servizio di quella comunione che unisce a Cristo e di quella missione che l’annuncia e lo testimonia con potenza e ricchezza di segni, per la pienezza di vita e la gioia di tutti. Cari fratelli, siete stati scelti dalla comunità. Sarete a breve istituiti come segnidella molteplice ministerialità che struttura la Chiesa. VenitedallaChiesa e sarete per la Chiesa. In particolare, sarete istituiti accoliti, perché siate assidui nel servizio dell’altare e, in determinate circostanze, distribuiate fedelmente il pane della vita. Quando vi sia dato l’incarico potrete, pertanto, portare la comunione ai malati e il viatico. Sempre in particolari situazioni, ossia in assenza del sacerdote e del diacono, o qualora questi ne siano impediti, potrete esporre pubblicamente la santa eucaristia all’adorazione e riporla, senza però impartire la benedizione col Santissimo (cf Ministeria quaedam, n. 99).

Ho sottolineato questi compiti, non tutti in verità, per evidenziare come il ministero degli accoliti durante il servizio liturgico e nella vita parrocchiale è finalizzato ad aumentare la comunione con il Signore e con i fratelli, specie in favore di quanti non hanno altro vincolo di unità se non quello di essere raggiunti nella loro malattia, povertà e lontananza. Quali accoliti siete istituiti non solo e non sempre in vista dell’ordinazione diaconale o sacerdotale, ma per svolgere sin da ora un ministeroche ha valore per se stesso: l’accolitato e il lettorato non sono più riservati ai candidati all’ordinazione sacerdotale (cf Ministeria quaedam, III). Abbracciato da voi laici vi pone quali protagonisti dell’edificazione del Corpo di Cristo, specie là ove il sacerdote non risiede più stabilmente come parroco. In questo periodo storico alle nostre parrocchie è richiesto spesso di essere aggregate in unità pastorali, di divenire protagoniste di una conversionecorrispondente sul piano dell’evangelizzazione e dell’educazione alla fede. Ciò esige da esse, come ho evidenziato nella Lettera pastorale Voi siete la luce del mondo, di formare gruppi ministerialinelle varie unità, a servizio dei malati, dei poveri, della catechesi, di momenti di preghiera comune. Ebbene, voi farete parte attiva di tali gruppi nelle parrocchie ove il parroco è residente oppure nelle parrocchie ove il parroco si rende presente in momenti essenziali della vita cristiana. Sarete coloro che aiutano i fratelli sofferenti, soli e bisognosi, a sentire il Signore vicino a loro, come compagno di viaggio, che riscalda il loro cuore e li aiuta a sperare.

In vista della fioritura del vostro ministero non esitate ad approfondire la vostra formazione dal punto di vista teologico, ecclesiale, spirituale. Coltivate uno spiccato senso pastorale, un’appartenenza «viscerale», appassionata, alla vostra comunità. Crescete nella fede, nella Carità, che anima ogni pensiero ed azione. Cristo che si fa cibo a tutti sia il vostro modello. Ricevete da Lui la vita di comunione della Trinità. Diventate il frumento di Dio, il pane bianco di Cristo, come desiderava esserlo sant’Ignazio di Antiochia che si dirigeva a Roma per celebrare il suo martirio, venendo macinato dai denti delle fiere. Abitate nella fornace ardente di Dio, così il vostro volto diventerà il soffio e la trasparenza del suo slancio d’Amore. Quelli che vi vedranno coglieranno l’impareggiabile gioia che dona l’essere diCristo, il vivere Lui, per Lui. Non dimenticate il piccolo martire san Tarcisio, l’eroicità con cui difese le particole consacrate con la sua vita. Col suo amore per Gesù trasformò la sua vita in ostia immacolata offerta a Dio, come quella di Cristo. Come lui diffondete il candore e il profumo di una vita donata alla comunità cristiana e ai fratelli nella fede. Tutti noi vi accompagniamo con simpatia e la preghiera.

 

                                              + Mario Toso