Breve storia dell’8xmille: partecipazione mediante le libere scelte dei cittadini
(S. E. mons. Mario Toso)
La promulgazione del nuovo codice di diritto canonico (1983) e la revisione del Concordato Lateranense (1984) hanno portato a compimento una riflessione avviata con il Concilio Ecumenico Vaticano II sui rapporti patrimoniali tra lo Stato e la Chiesa cattolica e sul complesso sistema del sostentamento del clero che presta servizio nelle Diocesi.
Il nuovo sistema di sostegno economico alla Chiesa, che ha comportato il superamento del millenario sistema beneficiale e degli assegni supplementari di congrua erogati dallo Stato, ha inteso responsabilizzare i fedeli offrendo loro la possibilità di offrire un contributo economico a favore della comunità ecclesiale. Inoltre, il nuovo sistema ha inteso garantire la trasparenza dell’amministrazione del patrimonio ecclesiastico e un utilizzo dei beni ecclesiastici funzionale agli obiettivi di evangelizzazione e di promozione umana solennemente affermati dal Concilio Vaticano II.
Sul dovere di partecipazione dei fedeli al sostegno economico della Chiesa e dei sacerdoti occorre informare e motivare le nostre comunità ecclesiali perché, talvolta, l’impressione è che questa dimensione sia stata smarrita o che non sia stata pienamente compresa benché siano trascorsi quasi 30 anni dall’entrata in vigore di questo nuovo sistema.
Questa nuova modalità di sostegno economico alla Chiesa, ormai nota come otto per mille, è entrata in vigore a partire dall’anno finanziario 1990. Eliminati i contributi diretti dello Stato si è dato inizio ad una forma di partecipazione deliberata dalle libere scelte dei cittadini. Infatti, ogni anno, l’otto per mille del gettito complessivo dell’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) è destinato a scopi sociali, religiosi e umanitari. Spetta ai cittadini deciderne, con una firma nella dichiarazione annuale dei redditi, l’assegnazione, allo Stato, alla Chiesa cattolica o alle altre confessioni religiose con le quali lo Stato ha stabilito delle Intese.
Il sistema attuale prevede un periodo di tempo pari a tre anni per contare le scelte espresse dai contribuenti. In attesa di conoscerle in dettaglio, e di operare in base a queste la relativa suddivisione, lo Stato anticipa ogni anno alla Chiesa cattolica una somma. I vescovi durante l’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, solitamente nel mese di maggio, determinano la suddivisione dei fondi otto per mille destinati alla Chiesa cattolica per le tre finalità previste dalla legge 222/1985: sostentamento del clero, esigenze di culto della popolazione, interventi caritativi in Italia e nei Paesi bisognosi.
Qui di seguito pubblichiamo il rendiconto di come la diocesi di Faenza-Modigliana ha destinato anno per anno le somme 8xmille ricevute.
Rendiconto per i fondi 2019
Rendiconto per i fondi 2018
Rendiconto per i fondi 2017