Cari fratelli e sorelle,
il Vangelo secondo Luca ci presenta alcuni episodi che descrivono persone desiderose di mettersi alla sequela di Gesù o che sono espressamente invitate a divenire suoi discepoli (cf Lc 9, 57-62). Si tratta di incontri che provvidenzialmente consentono di capire meglio il senso del rinnovo dei voti di Marinella, Lucia ed Amedeo. Quel tale, che dice a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada», era rimasto così colpito dalla persona del Signore da offrirsi di seguirlo in qualsiasi luogo. Gesù rimane ammirato dal suo slancio, ma lo informa che, se le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, Lui non ha dove posare il capo. Negli episodi che seguono le persone che Gesù invita pongono alcune condizioni: «Permettimi di andare prima a seppellire mio padre»; «Consentimi di congedarmi dai miei parenti». Ma la risposta è tranciante: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu, invece, va’ e annuncia il Regno di Dio». E ancora: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il Regno di Dio». Che cosa vuole insegnare Gesù a coloro che desiderano seguirlo? Prima di tutto, che Egli vive in una situazione precaria, insicura, senza alleanze e protezioni, costretto ad una vita raminga, peggio di quella degli animali selvatici, perché si vede rifiutato dai suoi compaesani, dai samaritani ed anche dal clero costituito. Inoltre, il Re Erode minaccia di ucciderlo. Chi, dunque, si mette al suo seguito deve sapere che condividerà il suo destino, che non usufruirà mai di una stabilità e di un insediamento sicuro. Procedendo poi con il suo insegnamento, ci fa capire che non mette in discussione i doveri della pietà familiare o quelli verso i propri parenti. Propone semplicemente e nettamente una dedizione incondizionata e indivisa al compito di proclamare il Regno di Dio. Il discepolo dev’essere consapevole che solo Gesù Cristo e il suo Regno godono del primato rispetto ad ogni altra cosa. L’annuncio del Regno non tollera ritardi e rimandi, ripensamenti nostalgici e remore. Detto altrimenti, la sequela di Gesù è un impegno serio, esigente e coraggioso.
Il rinnovo dei voti di Amedeo, Lucia e Marinella offre l’occasione per prendere coscienza che, nella Comunità di Sasso, vive ed opera la Piccola Fraternità, composta da persone che hanno voluto seguire il Signore più da vicino, abbandonando ogni cosa, per dare il primato a Lui ed annunciare il Regno. Fra le pieghe della veste nuziale di Sasso, comunità sposata da Dio – scrive don Nilo nella pubblicazione annuale 2018 – esiste una piccola famiglia di consacrati. Essa testimonia la pienezza della salvezza, ovvero una salvezza che concerne la persona, nella sua interezza di anima e corpo. Per essere famiglia incisiva e rilevante, questa comunità radica la sua testimonianza nella dimensione spirituale dell’invisibile, ossia in qualcosa che non può essere scorta dall’occhio umano. La radica, precisamene, in Cristo, nel suo Spirito d’amore. I membri della Piccola Fraternità si definiscono frammento della Chiesa di Cristo. Costituiscono, con la loro Comunità, una diversità preziosa, proprio per la loro ulteriore consacrazione al Signore, per i loro voti, mediante i quali si affidano e si consegnano totalmente al Signore con maggiore visibilità pubblica nella comunità ecclesiale, scegliendo una vocazione speciale. Costituiscono, per i destinatari della loro opera e per tutti i collaboratori, un segno. Ossia, indicano la via che rende più umani, più aperti al dono, più capaci di amare, come Cristo. Occorre coglierlo e capirlo un tale segno, soprattutto con gli occhi della fede, perché la trascendenza non è percepita dalla vista umana. La Piccola Comunità scommette per un più di amore a Cristo, nella convinzione che solo così la propria ed altrui vita, ferita e povera, può essere guarita ed arricchita di nuove energie di rinascita. Solo l’amore ricevuto da Cristo, custodito e offerto a Lui mediante la propria consacrazione al Regno, può spezzare le catene che tengono prigionieri nel male, nell’egoismo, nella spinta all’autodistruzione, con la privazione di un futuro di speranza.
La consacrazione dei nostri amici, Amedeo, Lucia, Marinella, non è una restrizione della loro libertà, della loro capacità di amare. Tutt’altro. È un potenziamento, una crescita. È un mettere ali al loro impegno d’amore e di servizio agli altri. Partendo da Cristo, votandosi a Lui, è possibile dare un senso di pienezza alla vita, essere luce per gli altri, pronti a condividere se stessi, ad accompagnare, ad essere pane fragrante. «Situazioni concrete di bisogno, di indigenza, di malattia, di povertà esigono risposte inequivocabili», scrive ancora don Nilo. Marinella, Lucia ed Amedeo desiderano essere presenti e raccogliere la sfida, offrendo non solo qualche ora di vita, ma tutto se stessi, abitando nell’amore di Dio-Trinità. Lodiamo il Signore, che, mediante questi Suoi figli, compie meraviglie, miracoli d’amore per tutti i componenti della Comunità di Sasso. Preghiamo il Signore per loro. Partecipiamo all’Eucaristia per farci con Cristo cibo per tutta l’umanità, specie quella più bisognosa di rinascita.
+ Mario Toso