[dic 13] Omelia – Anspi, in cammino verso il Natale e l’Anno Santo del Giubileo

13-12-2024

ANSPI: IN CAMMINO VERSO IL NATALE E L’ANNO DEL GIUBILEO

Errano, 13 dicembre 2024.

Oggi facciamo la memoria di santa Lucia. Fin da giovane volle essere completamente di Cristo, mettendo le sue sostanze e la sua vita interamente a servizio della comunità cristiana e dei poveri. Deferita all’autorità dal suo promesso sposo rifiutò di rinnegare Cristo a costo di subire più prove di martirio, sino a che morì a causa di un pugnale infisso nella gola. I santi sono coloro che ci insegnano ad amare Cristo come lo amò la Madre Maria che accettò di donarlo al mondo perché l’umanità potesse essere redenta, divinizzata. Con la loro vita e il loro esempio di condotta eroica, i santi sono per noi un segno certo di speranza. Alla vigilia del Natale e del prossimo Giubileo la nostra Diocesi si propone di essere sempre più comunità sollecita nella realizzazione di una nuova umanità. E ciò grazie all’accoglienza dell’Uomo Nuovo, il Figlio che il Padre ci invia per renderci capaci di una vita fatta di amore, di dono, di servizio al prossimo e a Dio stesso. Il prossimo Natale, come anche il Giubileo, che sarà aperto il 29 dicembre prossimo, sono momenti di grazia, occasione di rinnovamento dei nostri impegni, delle nostre comunità e delle nostre associazioni.

Già durante la visita pastorale ho avuto modo di incontrare, assieme ad altre associazioni, i rappresentanti dell’ANSPI. Non solo qui ad Errano, ma anche in altre realtà parrocchiali. Alla vigilia del Natale e del prossimo Giubileo, anche l’ANSPI è chiamata a confrontarsi con le proprie finalità statutarie, giungendo a considerare se non vi sia l’urgenza di un rinnovamento e di un rilancio rispetto a ciò che sono i compiti assunti al momento della costituzione della propria associazione. L’associazione ANSPI è apolitica e si ispira ai valori cristiani. Non ha scopo di lucro, neanche indiretto. E se ha ricavi essi vanno utilizzati per lo svolgimento delle attività statutarie. Penso però che l’ANSPI ha motivo di dedicarsi ad una revisione profonda, quanto alla promozione e alla condivisione di una visione cristiana della vita, in una società plurale, in continuo cambiamento. Anche l’Anspi è chiamata a promuovere presso i suoi iscritti, specie nei confronti delle nuove generazioni, una cultura che sappia andare controcorrente, rispetto: ad un analfabetismo crescente dal punto di vista democratico; rispetto ad una crescente subcultura che colpisce la popolazione italiana (cf rapporto Censis 2024); rispetto alla necessità di fondare e di rafforzare una cultura della vita, della fraternità, del dialogo culturale ed interreligioso. Già ho avuto modo di incontrare i responsabili regionali dell’ANSPI ad aprile 2021. In tale occasione mi hanno domandato di parlare dell’utilità di investire energie e tempo relativamente alla formazione circa l’ecologia integrale, intesa in senso cristiano. Oggi, dopo la triste esperienza delle alluvioni nel nostro territorio, si può constatare come il suddetto tema fosse stato ben scelto, in anticipo rispetto al disastro ecologico che ha colpito sia i comuni della collina sia i «comuni della bassa». A fronte dell’urgenza della prevenzione e della messa in sicurezza dei corsi dei fiumi e delle città, abbiamo assistito a rimpalli sconcertanti e sterili di responsabilità, che hanno finito e – se continueranno – finiranno per ritardare ciò che deve essere fatto per scongiurare il ripetersi di eventi che non possono essere tollerati, pena gravi mancanze di giustizia nei confronti di chi ha perso casa anche per tre o quattro volte.

Credo che nei nostri centri ANSPI, nei connessi circoli ed Oratori, quanto alla formazione circa l’ecologia integrale debba essere maggiormente sottolineato come vi siano delle responsabilità che non possono essere addossate solo agli altri, escludendo le proprie, o che si possa rimediare ai danni ambientali senza coltivare l’ecologia umana, ossia senza educare le persone alla responsabilità sociale, al bene collettivo dell’ambiente. Finché non si formano i cittadini e le nuove generazioni ad una condotta etica, ad una vita virtuosa, non si può sperare di risolvere i problemi della crisi ambientale, concernente l’intero pianeta.

La dottrina sociale della Chiesa con l’enciclica Laudato sì aveva insistito, relativamente alla questione ambientale, per un approccio che potesse avvenire alla luce di un’ecologia integrale. Il problema della crisi ambientale può essere opportunamente ed efficacemente affrontato se lo si approccia entro un contesto di ecologia globale, secondo cui l’ambiente è curato da persone rette, che non lo depredano, non lo danneggiano nella sua biodiversità e nelle sue risorse. Detto altrimenti, l’ecologia ambientale può attuarsi se si coltiva l’ecologia umana. Senza un’ecologia integrale sarà arduo affrontare, con serietà e in maniera globale, la prevenzione e la messa in sicurezza dei territori delle nostre città.

È chiaro che per i centri e i circoli ANSPI ci sono altre aree sensibili dal punto di vista sociale e educativo. Un aspetto oggi per nulla secondario è lo sviluppo di tutta una serie di iniziative fondamentali per favorire non solo l’accoglienza dei migranti, il loro inserimento nel contesto lavorativo e sociale, ma anche nell’ethos civile e nazionale. Durante la mia visita pastorale ho potuto toccare con mano come in alcune zone della nostra Diocesi – penso in particolare ad Alfonsine, Fusignano, Bagnacavallo, Brisighella, Faenza – la presenza di persone straniere sia consistente. In taluni casi, nelle scuole la metà degli studenti è di genitori immigrati. In questa fase storica si fa, allora, sempre più urgente ad acuta l’esigenza di un’integrazione non solo economica, sociale, ma soprattutto di tipo culturale e religioso. E questo non per uniformare tutti, appiattendo o livellando le identità. Bensì per crescere insieme, in un dialogo fraterno che, mentre rispetta le identità e le religioni, mediante una conoscenza e un rispetto reciproci, mediante la crescita nell’amicizia civile, si impara a vivere tutti coesi e corresponsabili nella realizzazione del bene comune. Se nelle nostre comunità e nelle nostre istituzioni sociali e educative non si investe su ciò, si corre il forte rischio di trovarsi entro città senza un tessuto di valori condivisi, indispensabile per ogni società protesa nella realizzazione del bene di tutti, oltre che nel conseguimento dei beni collettivi.

Ma mi fermo qui. In questa fase di preparazione al Natale e all’apertura dell’anno Giubilare è senz’altro fondamentale il fervore nella preparazione di passi ed eventi importanti. C’è, però, il rischio di trascurare l’essenziale. Troppo spesso le cose secondarie prendono il posto di ciò che è necessario e primario. I programmi, le esteriorità prevalgono su quello che conta davvero. Ci si tuffa in attività che riteniamo urgenti, senza arrivare al cuore delle celebrazioni e delle persone. Abbiamo sempre bisogno di ritornare al centro, di recuperare il fondamento, di spogliarci di ciò che è superfluo per rivestirci di Cristo, veramente prioritario nel cambiamento della vita. Per vivere bene l’anno giubilare è stato predisposto un vademecum che sarà presto distribuito e che potrà aiutare le comunità e le associazioni, le aggregazioni e i movimenti a mettersi in cammino. In tale sussidio ci saranno indicazioni necessarie per muoversi insieme. Troverete, anzitutto, alcuni profili dei nostri santi, beati e venerabili, che sono da considerare quali stelle che indicano la strada della santità, per giovani e adulti. Inoltre, potrete leggere la descrizione di segni di speranza, ossia di esempi di vita e di esperienze che nella nostra Diocesi incarnano vie di rinnovamento per le nostre comunità ed associazioni.

Tutto ciò è senz’altro importante, ma bisogna andare oltre. Non bisogna dimenticare i cantieri dell’anima, ha detto papa Francesco ai piedi della statua di Maria Immacolata, l’8 dicembre a Roma. Il vero Giubileo è dentro: dentro i cuori, dentro le relazioni famigliari e sociali. È dentro che bisogna lavorare per preparare la strada al “Signore che viene”. Ci dev’essere l’opportunità per fare una buona Confessione e chiedere il perdono di tutti i peccati. Dio perdona tutto, Dio perdona sempre, sempre. Senza volerlo, rischiamo di essere presi totalmente dall’organizzazione, dalle cose da fare, e allora la grazia dell’Anno Santo, che è tempo di rinascita spirituale, che è tempo di perdono e di liberazione sociale, questa grazia giubilare può essere soffocata.

In questa santa Messa preghiamo, dunque, per vivere bene il Natale e il prossimo grande Giubileo.

                                                  + Mario Toso