[ott 19] Intervento – Lectio magistralis a Verona: “Quale avvenire per la Dottrina sociale della Chiesa?”

19-10-2024

Verona, 19 0ttobre 2024

 

  1. Quale avvenire della Dottrina sociale della Chiesa?

La domanda posta in cima alla riflessione che ci siamo riproposti non deve distoglierci da ciò che può aiutarci a rispondere in maniera più pertinente. Il futuro, l’avvenire della Dottrina sociale della Chiesa (=DSC),[1] non dipendono tanto dalla Settimana sociale dei cattolici in Italia a Trieste, o dal dopo Trieste, considerato in sé stesso. Il futuro e l’avvenire della DSC dipendono primariamente dall’esperienza ecclesiologica, teologica e spirituale dell’incarnazione del Figlio di Dio nella nostra umanità, nella storia. Dipendono dalla nostra partecipazione, attiva e responsabile, all’evento della salvezza integrale posto in essere dall’azione di Dio Padre, Figlio e Spirito santo. La DSC non va pensata come una realtà che appare nella Chiesa, nelle Settimane sociali, nell’opera di evangelizzazione ed umanizzazione del mondo, a prescindere dalla ricezione, celebrazione, testimonianza dell’opera salvifica e trasfiguratrice di Cristo Signore.

  1. La Dottrina sociale della Chiesa va vissuta entro la rigenerazione della democrazia e del sociale

Dopo Trieste si è chiamati, pertanto, a pensar che la Settimana sociale dei cattolici poteva, forse, essere vissuta, dentro l’attività di rigenerazione della democrazia, con una più chiara consapevolezza di essere e di dover essere espressione della ricezione, celebrazione e testimonianza del mistero della incarnazione, morte e risurrezione di Cristo nell’oggi.

Parimenti, sempre dopo Trieste, la DSC non andrà pensata come un qualcosa di estraneo rispetto al riappropriarsi della democrazia,[2] a partire dall’importante e simultanea costruzione della società civile, dalla considerazione del nesso stretto che esiste tra società civile e società politica, a livello locale, nazionale, europeo e sovranazionale.

La DSC non andrà presa in considerazione a processo di rinnovamento della democrazia quasi ultimato, quasi fosse la ciliegina che si pone sopra la torta dopo che questa è già stata fatta.

 

  1. La dottrina sociale perché «elemento essenziale» dell’evangelizzazione e dell’umanizzazione della democrazia va posta alla base dell’azione di rinnovamento della democrazia e del sociale

La DSC, così come è stata riproposta dalla Sollicitudo rei socialis – ossia come elemento essenziale dell’evangelizzazione e dell’umanizzazione del sociale -, va posta alla base dell’azione pratica di rinnovamento della democrazia odierna, ovunque in crisi.[3] Nell’azione sociale e politica dei credenti la DSC va scelta come matrice della costruzione di una nuova società, di una nuova cultura della democrazia.[4] Va posta alla base non come ciò che nasconde o sostituisce l’esperienza della ricezione, della celebrazione, dell’annuncio e della testimonianza di Gesù Cristo, presente nella storia, per redimerla compenetrandola e trasfigurandola con il suo Spirito d’amore. Va, invece, posta a fondamento dell’azione costruttrice della società e della rigenerazione della democrazia odierna in tanto in quanto deve essere espressione e incarnazione progressiva della redenzione di Cristo, che raggiunge ogni uomo, tutto l’uomo – compresa la sua dimensione sociale, inclusa l’economia, la vita democratica, la cultura, la comunicazione -, con la sua potenza d’amore, che tutto orienta alla realizzazione del Regno di Dio.

  1. La dottrina sociale e i suoi contenuti

La DSC nel suo insieme – ossia nelle sue radici evangeliche, nei suoi principi, nei suoi criteri di giudizio, nei suoi orientamenti pratici – è insita e vive in quel mistero di salvezza che si compie nel tempo e al quale partecipano tutti i credenti come corresponsabili dell’opera di redenzione, di trasfigurazione e di umanizzazione – grazie al divino – dei popoli.

Ciò detto, si potrebbe sintetizzare il discorso sin qui fatto, così: il futuro e l’avvenire della DSC, o dell’insegnamento sociale (=IS) o del magistero sociale della Chiesa (= MSC), vanno pensati a partire non da un discorso aprioristico, astratto, separato dalla realizzazione del Regno di Dio, bensì a partire dalla coscienza che noi, in quanto inseriti in Cristo, siamo mandati a compierlo, grazie a Lui, per Lui, vivendo una spiritualità dell’incarnazione, sulle orme dell’incarnazione del Signore Gesù.

  1. Celebrazione ed attuazione delle conclusioni delle Settimane sociali in vista del Regno di Dio

Nella celebrazione delle Settimane sociali e nella loro realizzazione, per quanto detto sia pure in maniera breve, dobbiamo pertanto allenarci a pensare e ad avviare processi che vengono dipanati e delineati nel contesto e in vista dell’attuazione del Regno di Dio. Da parte dei credenti ci dovrà essere un partecipare gioioso, perché contribuirà alla generazione della nuova creazione, mediante un compimento umano e cristiano in Dio.

La DSC appartiene sempre di più alla vita della Chiesa, all’azione di costruzione di un mondo fraterno, giusto e pacifico, quanto più i credenti vivono in Cristo, vivono Lui, per Lui, che ricapitola in sé tutte le cose, quelle della terra e quelle del cielo, facendole nuove.

Se i credenti sono uniti intimamente a Cristo, al suo Amore che affratella e amalgama i popoli in una unica famiglia, in un comune sentire, in un comune vedere, operare, sarà più facile che il loro discernere (celebrare, vedere, giudicare, agire: in un incessante circolo virtuoso) e il loro progettare l’accrescimento umano sulla causa esemplare dell’assoluto umano di Dio, che è Cristo Signore, siano in linea con il Vangelo, convergenti su una comune piattaforma etica e culturale più condivisa.

Più i credenti sono innestati in Cristo, edificati in Lui, animati dal suo Spirito, sarà più agevole per loro costruire la famiglia, il lavoro, l’economia, la cultura, la comunicazione, l’intelligenza artificiale, la cultura, la politica sulle basi della fraternità, della giustizia, di un amore pieno di verità, di un Umanesimo trascendente. Sarà più «spontaneo» per loro vivere la politica come una forma alta della carità di Cristo. Verrà a loro più facile e connaturale approcciare il processo della rigenerazione della democrazia, dei vari ambienti di vita, a partire da una sintesi culturale, atta ad oltrepassare (non a negare) il semplice sguardo meramente sociologico, psicologico, economico, giuridico, comunicativo, culturale, mentre unifica i molteplici saperi entro l’orizzonte sapienziale della teologia morale, orizzonte transdisciplinare, che li trascende e li unifica in un tutto armonioso, in un sapere sapienziale unitario orientato alla realizzazione di una prassi costruttrice del sociale e del politico. La DSC appartiene all’ambito della teologia morale senza perdere la sua specificità di sapere teorico e pratico, orientato all’animazione  e all’attuazione di una nuova prassi.

  1. Il dopo Trieste con una presenza della Dottrina sociale ad «alta intensità»

La rigenerazione della democrazia, al centro della Settimana sociale di Trieste,[5] non avviene lavorando in processi che lasciano inizialmente da parte la progettualità della DSC, la sua anima antropologica, etica, per recuperarle solo alla fine dei processi con qualche dotta citazione, per documentarne la sintonia con la DSC stessa.

Il dopo Trieste non potrà, pertanto, essere contrassegnato da una presenza della DSC a «bassa intensità», semmai dalla presenza di una DSC più conosciuta, più sperimentata e, quindi, più aggiornata, alla luce del Vangelo e delle res novae.

Sono convinto che il futuro della DSC e della sua fecondità pastorale e prassica dipenderanno dalla sua assidua coniugazione, – da parte dei vescovi, dei presbiteri e dei christifideles laici, a livello delle associazioni, dei movimenti, delle aggregazioni -, a partire dall’esperienza contemplativa, adorante, dell’incarnazione, morte e risurrezione di Cristo Signore, presente e vivo nella storia, con l’impegno di farla ascendere verso la pienezza umana realizzata nel Risorto che siede accanto a Dio.

  1. Dimensione teologica della Dottrina sociale della Chiesa e laicato

Dopo quanto espresso, mi augurerei che la continua crescita nella conoscenza della dimensione ecclesiologica, teologica e cristologica, storica ed escatologica della DSC non venga scambiata dal laicato cristiano, a fronte della fatica dello studio, come una cosa superflua rispetto al loro impegno sociale e politico, quasi che una DSC più chiaramente ad impostazione cristologica e  teologica fosse una realtà riservata agli studiosi, ai presbiteri, e non un tesoro da sperimentare, contemplare, incarnare nel quotidiano da parte degli stessi christifideles laici, chiamati ad essere sale e lievito, luce del mondo.

  1. Evangelizzazione del sociale, catechesi sociale, Dottrina sociale e Cammino sinodale

Mi permetto di aggiungere altre due riflessioni.

La prima. Posta l’importanza del cammino sinodale su cui si sta investendo in questo momento storico anche in Italia, rispetto non solo alla crescita dell’analfabetismo religioso, ma anche dell’analfabetismo politico, pare quanto mai opportuno che, rispetto alla visione di una Chiesa in comunione con Cristo missionario, si trovi la maniera di esplicitare maggiormente nelle sintesi finali il rapporto tra evangelizzazione-catechesi e DSC, un rapporto sinora poco frequentato, poco spiegato, in vista di una catechesi per adulti e in vista di una spiritualità incarnata del cristiano.

La seconda riflessione, conseguente alla prima, è la seguente. Se non si spiega ai credenti lo stretto nesso esistente tra evangelizzazione e DSC è chiaro che la gran parte del popolo di Dio, ma anche dei presbiteri, non sarà in grado di comprendere come la DSC sia elemento essenziale dell’evangelizzazione, espressione della partecipazione dei credenti al progetto di Dio, che implica una redenzione integrale dell’umano e quindi anche del sociale e della politica. «Secondo le Scritture la proposta del Vangelo non consiste solo in una relazione personale con Dio. E neppure la nostra risposta di amore dovrebbe intendersi come una mera somma di piccoli gesti personali nei confronti di qualche individuo bisognoso, il che potrebbe costituire una sorta di “carità à la carte”, una serie di azioni tendenti solo a tranquillizzare la propria coscienza. La proposta è il Regno di Dio (Lc 4,43); si tratta di amare Dio che regna nel mondo. Nella misura in cui Egli riuscirà a regnare tra di noi, la vita sociale sarà uno spazio di fraternità, di giustizia, di pace, di dignità per tutti. Dunque, tanto l’annuncio quanto l’esperienza cristiana tendono a provocare conseguenze sociali. Cerchiamo il suo Regno: «Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33). Il progetto di Gesù è instaurare il Regno del Padre suo; Egli chiede ai suoi discepoli: “Predicate, dicendo che il Regno dei cieli è vicino” (Mt 10,7)».[6]

9.Aggiornamento dell’evangelizzazione del sociale e percorsi di diffusione della Dottrina sociale della Chiesa

Senza forse è giunto il tempo di un serio aggiornamento dell’evangelizzazione del sociale,[7] di un intenso investimento sulla diffusione della Dottrina sociale,[8] come ha sollecitato papa Francesco a Trieste. Essa va maggiormente condivisa specie ai giovani. A questo proposito vanno pensati percorsi di formazione e di sperimentazione della DSC di primo livello, di alfabetizzazione, seguiti da corsi di alta formazione e sperimentazione come aveva pensato mons. Adriano Vincenzi che oggi ricordiamo qui a Verona.

Ma non si dimentichi che la DSC va studiata, approfondita, sperimentata e, per conseguenza, aggiornata.

Dopo Trieste, viene suggerito dal Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani di:

  1. Promuovere percorsi di formazione alla partecipazione alla vita democratica sulla base della DSC e imparando l’arte del discernimento comunitario rispetto ai bisogni del territorio di riferimento, ma non solo: non si può dimenticare la dimensione sovranazionale, oltre che europea, del nostro vivere sociale;
  2. Promuovere incontri di condivisione e discernimento su diverse questioni sociali fra amministratori di ispirazione cristiana.

 

+ Mario Toso

[1] Per uno sguardo d’insieme sulla Dottrina sociale della Chiesa, sulla sua natura, sul suo oggetto di studio, sul metodo di discernimento, su varie tematiche sociali si rimanda a veda M. Toso, Dimensione sociale della fede. Sintesi aggiornata di Dottrina sociale della Chiesa, LAS, Roma 20233.

[2] Cf M. Toso, Riappropriarsi della Democrazia, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2014.

[3] A proposito della crisi della democrazia c’è una letteratura molto vasta. Qui, ci limitiamo a rimandare ai seguenti volumi: S. J. Pharr- R. D. Putnam (a cura di), Disaffected Democracies. What’s Troubling the Trilateral Countries, Princeton University Press, Princeton 2000; G. Zagrebelsky, La democrazia e la felicità, a cura di E. Mauro, Laterza, Roma-Bari 2011; C. Galli, Il disagio della democrazia, Einaudi, Torino 2011; E. Gentile, Il capo e la folla, Laterza, Roma-Bari 2016; C. Triglia (a cura di), Capitalismi e democrazie. Si possono conciliare crescita e uguaglianza? Il Mulino, Bologna 2020; A. Colombo, Il governo mondiale dell’emergenza. Dall’apoteosi della sicurezza all’epidemia dell’insicurezza, Raffaello Cortina Editore, Milano 2022.  Ma si vedano anche: Strade e Pensieri per Domani, È ancora possibile una buona politica? Stili e obiettivi, Edizioni Paoline, Milano 2023; C. Galli, Democrazia ultimo atto?, Einaudi, Torino 2023; S. Zamagni, Prendersi cura della democrazia. Il ritorno dell’economia civile, Ecra, Roma 2023; M. Conway, L’età della democrazia. L’Europa occidentale dopo il 1945, Carocci editore, Roma 2023; M. Barberis, Separazione dei poteri e giustizia digitale, Mimesis edizioni, Milano 2023; F. Pastore, Migramorfosi. Apertura o declino, Einaudi editore, Torino 2023; T. Boeri-R. Perotti, PNRR. La grande abbuffata, Feltrinelli, Milano 2023; S. Cassese, Le strutture del potere, Intervista di Alessandra Sardoni, Editori Laterza, Bari-Roma 2023; ID., Miseria e nobiltà d’Italia. Dialoghi sullo Stato della Nazione, Solferino, Milano 2024; L. Becchetti, Guarire la democrazia. Per un nuovo paradigma politico ed economico, Minimum fax, Roma 2024; W. Streeck, Globalismo e democrazia. L’economia politica del tardo neoliberismo, Feltrinelli, Milano 2024; M. Almagisti-P. Graziano (a cura di), La democrazia. Concetti, attori, istituzioni, Carocci editore, Roma 2024; A. Mulieri, Contro la democrazia illiberale. Storia e critica di un’idea populista, Donzelli, Roma 2024; A. Volpi, I padroni del mondo. Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia, Editori Laterza, Bari-Roma 2024. Dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa si possono consultare: M. Toso, Per una nuova democrazia, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2016; ID., Chiesa e democrazia, Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa, Roma 2024.

[4] cf sulla prospettiva della Dottrina sociale relativamente alla democrazia M. Toso, Chiesa e democrazia, Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa, Roma 2024.

[5] Rispetto all’impegno dei cattolici nei confronti della democrazia si legga: E. Preziosi, Da Camaldoli a Trieste. Cattolici e democrazia per continuare il cammino. Prefazione di Matteo Maria Zuppi, Vita e Pensiero, Milano 2024. Circa il dare un’anima etica alla democrazia si legga B. Bignami, Dare un’anima alla politica, Edizioni San Paolo, Milano 2024. Ma si veda anche il già citato M. Toso, Chiesa e democrazia, Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa, Roma 2024.

 

 

[6] Francesco, esortazione Evangelii gaudium, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2013, n. 180. Nel numero successivo dell’Evangelii gaudium si può ancora leggere: «Il Regno che viene anticipato e cresce tra di noi riguarda tutto e ci ricorda quel principio del discernimento che Paolo VI proponeva in relazione al vero sviluppo: “ogni uomo e tutto l’uomo”. Sappiamo che “l’evangelizzazione non sarebbe completa se non tenesse conto del reciproco appello, che si fanno continuamente il Vangelo e la vita concreta, personale e sociale, dell’uomo”. Si tratta del criterio di universalità, proprio della dinamica del Vangelo, dal momento che il Padre desidera che tutti gli uomini si salvino e il suo disegno di salvezza consiste nel ricapitolare tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra, sotto un solo Signore, che è Cristo (cfr Ef 1,10). Il mandato è: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15), perché “l’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio” (Rm 8,19). Tutta la creazione vuol dire anche tutti gli aspetti della natura umana, in modo che “la missione dell’annuncio della Buona Novella di Gesù Cristo possiede una destinazione universale. Il suo mandato della carità abbraccia tutte le dimensioni dell’esistenza, tutte le persone, tutti gli ambienti della convivenza e tutti i popoli. Nulla di quanto è umano può risultargli estraneo”. La vera speranza cristiana, che cerca il Regno escatologico, genera sempre storia» (n. 181).

[7] Cf M. Toso, Nuova evangelizzazione del sociale. Per una nuova cultura politica e di democrazia, Universal Book, Rende (CS) 2024.

[8] Cf Francesco, Discorso in occasione della 50aSettimana Sociale dei Cattolici in Italia (2 luglio 2024).