«Caos e il suo contrario. Materia animata: morfogenesi Morigi, il cinquantenario» è una mostra promossa dal Museo Diocesano che celebra la creatività di Mirta Morigi e della sua vivace bottega, tutta al femminile. La mostra, che verrà inaugurata ufficialmente il 30 agosto prossimo presso gli spazi espositivi di Santa Maria dell’Angelo, resterà aperta al pubblico fino al 10 novembre. Con le radici ben salde nella sapiente e secolare tradizione faentina, ma con gli occhi e il cuore aperti al mondo per coglierne l’essenza migliore grazie a un sincero e cordiale processo di scambio, la Bottega Morigi è un luogo in cui il sapere delle mani e del cuore si intrecciano ogni giorno per dare vita a creazioni sempre originali. Basta varcarne la soglia per cogliere l’essenza di questo lavoro incessante, rigoroso, ma soprattutto per assaporare un tempo diverso, come quello, ad esempio, che chiede la terra per asciugarsi o il forno per raffreddarsi. Il fare ceramica esige e insieme educa a una qualità del tempo diversa da quella che al di fuori del laboratorio si può percepire. Seguendo questa logica, porre l’attenzione sugli anni trascorsi – cinquanta nel 2023 – può rivestire un senso relativo per chi fa ceramica. Se cinquant’anni segnano un traguardo, va innanzitutto riferito alla qualità del tempo trascorso e al desiderio di trasfigurare la terra – ci si può immaginare una materia più semplice? – in qualcosa di infinitamente prezioso. Se poi cinquant’anni chiedono di essere ricordati è perché quella scintilla iniziale, quell’entusiasmo delle origini, mai si sono spenti.
È la vivacità della produzione che lo dimostra. Posta nel centro di Faenza, la Bottega d’Arte Ceramica Morigi, si trova all’ombra della seicentesca chiesa di Santa Maria dell’Angelo, uno spazio che, dopo alcuni anni di chiusura, nel 2018 è stato riaperto come cantiere per l’arte contemporanea del Museo Diocesano di Faenza. Questa vicinanza geografica, ma soprattutto progettuale, ha reso naturale l’incontro con Mirta, Gaia, Edda, Erika e Serena per immaginare un’esposizione che rendesse omaggio a quella passione per la ceramica che, nel corso dei decenni, mai è venuta meno. Santa Maria dell’Angelo, che in questi anni ha accolto nei suoi antichi spazi esperienze di numerosi artisti contemporanei, entra ora in dialogo, grazie a un allestimento immersivo, con i vasi/sculture della Bottega Morigi, opere dove il confine tra alto artigianato e arte è quanto mai labile.
Giovanni Gardini, direttore Museo Diocesano