[giu 2] Omelia – Lettorato di Matteo Cattani

02-06-2024

Caro Matteo,

questa sera celebriamo l’immenso dono dell’Eucaristia, del Corpo e del Sangue del Signore, il memoriale vivente e ardente della sua Pasqua, della sua morte e della sua vita. Siamo convocati mentre inizia a declinare questo giorno. Mentre il sole perde la sua forza, celebriamo Colui che ha accettato di sottomettersi all’ombra della morte, per poterci donare la sua luce splendente.

Non abbiamo cantato salmi di lutto, ma salmi di vittoria, di vita. L’Alleluia pasquale è risuonato orientando la nostra preghiera all’Agnello (Ap 19), al Sacerdote per sempre (Sal 109), al Signore glorioso, che ha spezzato le nostre catene (Sal 115). Tra poco canteremo il Vangelo della misericordia di Dio che mai viene meno, il Vangelo dei superbi dispersi nei pensieri del loro cuore, degli umili innalzati, degli affamati ricolmati di beni (Magnificat). La presenza del Risorto in mezzo a noi non è qualcosa di etereo, bensì una realtà concreta e superiore che ci trascende e ci trasforma pervadendoci, trasfigurandoci col suo Amore. Il Vivente è realmente presente nel Corpo di Cristo, la Chiesa, che celebra i sacramenti, la liturgia, la carità, ascolta la Parola, vive la comunione e la missione.

Dio in Cristo ha scelto di fare irruzione nella nostra vita, di abitare tra noi e di trasmettere tutto sé stesso ai suoi discepoli. Ma ciò richiede da parte nostra la disponibilità ad accoglierLo, sull’esempio di Maria, la donna dell’ascolto, Colei che all’annuncio dell’angelo ha risposto dicendo: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua Parola» (Lc 1, 38).  Dalla lettera ai Corinzi abbiamo udito: la Chiesa trasmette ciò che riceve dal Signore. Ciò che annunciamo, ciò che celebriamo, non è una nostra invenzione, ma è un dono, è un’iniziativa che ci precede e ci accompagna, chiamandoci ad una scelta libera, al dono. L’incarnazione del Verbo non è imposta. È proposta.

Caro Matteo, mentre ti istituirò lettore, pregherò perché tu possa «meditare assiduamente la Parola» e, «intimamente illuminato da essa, tu possa diventare un fedele annunziatore a tutti i fratelli» della Buona Notizia, che è Gesù Cristo, il suo Vangelo. Ti affiderò il libro delle Sacre Scritture perché tu possa «trasmettere fedelmente la Parola di Dio, facendola germogliare e fruttificare nel cuore degli uomini».

La Chiesa ti chiede tre cose:

  • Meditare assiduamente il mistero di Cristo, Verbo incarnato, morto e risorto: lasciati illuminare intimamente, fatti provocare senza paura dalla Scrittura poiché «la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4, 12). In essa ascoltiamo la voce di Dio che vuole parlarci come ad amici (Dei Verbum 2). In essa sei chiamato a misurare il discernimento, perché tu possa donarti totalmente e liberamente al servizio del Signore.

 

  • Trasmetti con fedeltà la Parola accolta, meditata. Essa non ti appartiene, ti è donata. Essa sarà feconda nella misura in cui saprai trasmetterla secondo verità. La trasmissione non è una semplice ripetizione. La fedeltà alla Parola esige l’attenzione al destinatario dell’annuncio, alla sua capacità di comprensione, alla relazione che saprai instaurare. Potremmo dire che essa è un “portare dentro” alle persone il messaggio di Dio, tenendo conto della loro cultura, della loro psicologia, del loro animo, dei loro sentimenti.

 

  • Non avere paura dell’annuncio. Vi è, infatti, l’urgenza di far conoscere ai nostri fratelli la vera vita, di consegnarli, di farli incontrare, mediante una fede ragionata, con Cristo. La Parola del Signore è una Parola di vita: se non è annunciata, celebrata, vissuta, non è veramente viva. Non porta frutto. Tu sei chiamato a vivere pienamente, ad annunciare con gioia la speranza che ci dona il Signore: «salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio»!

 

Che il Signore accompagni il tuo cammino, ti sostenga in questo nuovo ministero. L’intercessione della Madonna Bianca, ci doni altre vocazioni al ministero ordinato. Così sia.

 

                                                          + Mario Toso