[gen 29] Intervento – Festa di san Tommaso d’Aquino

29-01-2024

Bologna, 29 gennaio 2024.

Reverendissimo Sig. preside, cari padri Domenicani, cari studenti, cari fratelli e sorelle, San Paolo riconosce che gli è stata concessa la grazia di annunciare le imperscrutabili ricchezze di Cristo, di far risplendere agli occhi di tutti l’adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio (cf Ef 3,8-12).

Anche a Tommaso d’Aquino era ben presente il compito dell’annuncio di Cristo, delle sue imperscrutabili ricchezze.

Il Dottore Angelico desiderava essere completamente dedito al servizio dell’evangelizzazione mediante lo studio della Parola di Dio, ossia il Verbo che ha assunto e divinizzato la nostra umanità. Si riproponeva di mostrare la ragionevolezza del mistero di Cristo, vero Dio e vero Uomo, per disporre le persone a credere, rendendo più intimo e più profondo il loro incontro personale con l’Amore, vero e sommo. Proprio così voleva essere missionario.

Per Tommaso il vero teologo non è un professore o un predicatore che si nutre di mere astrazioni, che comunica elucubrazioni. È, anzitutto, una persona che crede, ama e, proprio per questo, è sempre missionaria. È colui che approccia il mistero di Cristo muovendo dall’esserne avvolto e compenetrato. Il vero teologo è un professionista la cui fede arde dal desiderio di vivere e di comunicare Cristo, nella sua pienezza, come Figlio di Dio e come Uomo, presente e operante in noi e nel cosmo.

L’Aquinate è convinto di poter evangelizzare i suoi contemporanei a partire proprio dalla comunione con Cristo e con le sue imperscrutabili ricchezze, dalla sua esperienza più che fenomenica. Solo chi vive con Cristo può capire e comunicare che cosa Egli rappresenta per l’umanità, per tutte le persone, per il mondo intero.

Un modo con cui Tommaso d’Aquino è stato per noi un esempio di evangelizzazione e di missionarietà è quello raccontatoci anche da papa Benedetto in una delle sue catechesi del mercoledì. Parlando dei Sacramenti – sottolinea Benedetto XVI -, Tommaso nella terza parte della Summa di Teologia si ferma in modo particolare sul Mistero dell’Eucaristia. Per questo Mistero ebbe una grandissima devozione, al punto che, secondo gli antichi biografi, era solito accostare il suo capo al Tabernacolo, come per sentire palpitare il Cuore divino e umano di Gesù». «In una sua opera di commento alla Scrittura – continua papa Benedetto -, san Tommaso ci aiuta a capire l’eccellenza del Sacramento dell’Eucaristia, quando scrive: “Essendo l’Eucaristia il sacramento della Passione di nostro Signore, contiene in sé Gesù Cristo che patì per noi. Pertanto, tutto ciò che è effetto della Passione di nostro Signore, è anche effetto di questo sacramento, non essendo esso altro che l’applicazione in noi della Passione del Signore” (In Ioannem, c.6, lect. 6, n. 963)». «Comprendiamo bene perché san Tommaso e altri santi abbiano celebrato la Santa Messa versando lacrime di compassione per il Signore, che si offre in sacrificio per noi, lacrime di gioia e di gratitudine», commenta sempre papa Benedetto.

Per poter essere veri annunciatori e veri missionari della ricchezza rappresentata dall’Eucaristia, che stiamo ora celebrando, dovremmo, dunque, prima porci, al pari di Tommaso d’Aquino, nell’atteggiamento di «auscultare» l’amore in atto di Gesù che si dona totalmente a Dio e a ciascuno di noi.

Alla scuola di san Tommaso innamoriamoci del sacramento dell’Eucaristia, per cogliere e capire la passione d’amore del Figlio di Dio e per farla nostra. Come persone battezzate, cresimate, consacrate ed eucaristizzate siamo chiamati a poggiare quotidianamente il nostro orecchio – ma anche il nostro cuore – sul Corpo dato e sul Sangue versato di Cristo, per captare il palpito di vita e la potenza dell’amore che pulsano in essi e nutrono la Chiesa, rendendola missionaria, ponendola in uno stato di missione permanente. Quello che siamo chiamati a vivere e ad annunciare non è nient’altro se non l’abbraccio con cui il Verbo fattosi carne, e divenuto dono pieno al Padre sulla croce, avvolge l’umanità intera, il cosmo stesso, ponendoli in marcia verso il loro compimento in Dio.

È così che nell’Eucaristia le nostre persone, le nostre comunità si uniscono a Dio Trinità, si sintonizzano con il Padre, il Figlio e lo Spirito santo.

Dalla comunione con Cristo incarnato, morto e risorto nascono germogli di vita nuova, un’insuperata creatività, grandi visioni. La nostra esistenza riceve un orientamento sicuro. L’universo è coinvolto nel «parto» di una nuova creazione che si sviluppa in Dio. Il mondo canta un Amore infinito.

Vivendo con fede l’Eucarestia, celebrandola, comprendiamo quanto siano inumane le guerre fratricide, quanto siano dissonanti, rispetto al pensiero e all’opera di Dio, le ingiustizie che feriscono a morte i più piccoli, i più deboli.

Pensiamo, allora, all’immenso tesoro che ci è dato dall’incarnazione, morte e risurrezione di Cristo. Noi siamo sempre più noi stessi, perché portiamo in noi Dio e siamo racchiusi in Lui. La nostra casa non è asfittica ed oscura. Non cade in abbandono. È dimora piena di luce: perché, grazie a Cristo, che si è fatto carne, siamo tenda ove abita la famiglia che è la Trinità. Colui che i cieli non possono contenere, giunge nell’anima di chi lo ama, inondandolo di quella vita che ritma le processioni trinitarie. Tutta la Trinità prende la sua abitazione in noi (cf Summa Teologiae I, 43,5).

L’inabitazione delle Persone divine in noi ci consente di percepire e di annunciare una presenza di immensità e di pienezza che colma la nostra anima e che le consente di attingere Dio stesso (cf Summa Theologiae I, 43,3). Se la dimora della nostra persona è amorevolmente abitata dalla presenza di Dio, Uno e Trino, il compito fondamentale della vita e della preghiera consiste nel fruire la tenerezza misericordiosa del Padre e nell’annunciarla a tutti. L’Eucaristia rafforzi la nostra unione-comunione con Dio. Essa ci rende sale della terra e luce del mondo (cf Mt 5, 13-19), buoni samaritani e artigiani convinti ed appassionati di pace.

 

                                                    + Mario Toso