Cari fratelli e sorelle, cari don Andrea e don Massimo,
la parola del Signore ci presenta oggi il diverso atteggiamento con il quale le vergini, tutte invitate alla festa di nozze, si preparano per l’incontro con lo sposo.
Le donne rappresentano l’umanità e più in particolare la Chiesa, che attende ed anela all’incontro con il Signore: incontro desiderato in questa vita, incontro che si compirà per sempre, nell’eternità.
La Chiesa siamo tutti noi: vescovo, presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, sposi e battezzati, che viviamo in questo territorio e in questa Diocesi. Siamo noi che incontriamo il Signore Gesù nella fede, continuamente animati dal Suo Spirito d’amore, che opera in noi, nella Chiesa intera, nei Sacramenti e nella Parola di Dio, scritta e trasmessa. L’incontro con Gesù che ci salva, suscita in noi il desiderio del Cielo, cioè il desiderio di vedere faccia a faccia il Padre e di godere del suo abbraccio, insieme ai nostri fratelli e sorelle defunti.
L’attesa dell’incontro e della pienezza di vita può essere vissuta in maniera differente. Il Signore la descrive per noi mediante la parabola delle vergini stolte e delle vergini sagge.
Cosa caratterizza le vergini stolte? L’aver vissuto l’attesa in maniera superficiale, potremmo dire infantile. Non si sono procurate l’olio sufficiente per la lampada. Hanno, cioè, pensato: “basterà…” oppure: “se rimaniamo senza, ci sarà qualcuno che ce ne darà…”.
Quante volte come singoli e come Chiesa si cade in questo errore! Pensiamo che ci sia qualcun’altro a trasmettere la fede alle nuove generazioni; pensiamo che sia affare degli altri il servizio della Carità che costruisce insieme a Gesù Cristo un mondo di giustizia e di pace. Riteniamo che non sia necessario aggiornarci e formarci per non cadere nel “si è sempre fatto così”. Talora rinunciamo a prendere l’iniziativa, sopraffatti dalla paura della complessità dei problemi o del fallimento.
Cari fratelli e sorelle, cari presbiteri: l’olio di cui dobbiamo essere provvisti, come ci insegna il Vangelo proclamato oggi, non può essere sostituito da quello degli altri. C’è una responsabilità personale in cui nessuno può sostituirci. Ognuno di noi, deve sapere che non ci sarà qualche altro a vivere il nostro rapporto con Gesù, il nostro apporto personale alla costruzione della Chiesa e del mondo. Perché la fede possa essere professata dalla Chiesa che vive qui in S. Lucia delle Spianate; perché chi verrà dopo di noi possa udire il consolante nome di Gesù e possa godere della sua dolce presenza, sarà necessario che vi siano battezzati, cresimati, uomini, donne, famiglie, associazioni capaci di annuncio e di dono; capaci, come le vergini sagge, di avere con sé l’olio necessario per far ardere la propria lampada. Cos’è l’olio necessario che fa ardere le nostre lampade e consente di entrare alla festa delle nozze con lo Sposo che è Gesù Cristo? È il dono dello Spirito santo, Spirito d’amore e di verità. È, in definitiva, la nostra partecipazione intima alla vita di Dio Amore mediante i sacramenti, la preghiera incessante. Il nostro cuore pieno di amore per Cristo e Dio Padre, fa ardere la nostra lampada per Gesù Cristo e il suo Corpo, che è la Chiesa.
Grazie allo Spirito santo, donato e ricevuto, ogni comunità ecclesiale sarà in grado di far crescere il ministero dei suoi componenti, portandoli all’unità della fede e alla piena conoscenza di Gesù Cristo. Ogni credente vivrà d’amore non per sé stesso, ma per far crescere il Corpo di Cristo, per consentire ai propri fratelli e sorelle di giungere a un’umanità perfetta, secondo la misura della pienezza di Cristo (cf Ef 4, 11-13).
Coloro che si comportano come le vergini sagge costruiscono la comunità come una gioiosa comunione di credenti che sono annunciatori di Gesù Cristo. Grazie a credenti saggi, pieni di Spirito santo, la comunità cristiana vive come popolo missionario. Percorre la via che il Figlio di Dio ha indicato con la sua incarnazione: quella di portare ovunque la sua salvezza integrale. Come Cristo, assumendo la natura umana, si è immerso in tutte le realtà e in tutte le attività degli uomini, così debbono fare i credenti. Non debbono essere persone che pensano solo a sé, e trattengono il dono della vita nuova. Se i cristiani fossero così, la vita della comunità rimarrebbe senza l’annuncio, senza l’educazione della fede, senza la comunione fraterna. Nella comunità cristiana si deve crescere tutti insieme, integrandosi, complementandosi. Pensare “faccio tutto io” e “non lascio spazio agli altri” impoverisce la vita di comunione delle nostre comunità ecclesiali.
Non dimentichiamo mai che senza il Signore e senza la Chiesa, il nostro olio non basterà.
Ecco la saggezza: siamo piccoli vasi d’olio che vanno aiutati dal Signore che viene. Solo accogliendoLo in noi possiamo grandi cose!
Alimentiamo il nostro piccolo vaso in cui mettere amore, impegno, testimonianza. Sarà sempre un piccolo vaso. Diamoci, però, da fare con quello che siamo e possiamo. Siamone certi, il Signore arriverà, già sin d’ora, a colmare la nostra sete di vita, di senso, di comunione e a fecondare la nostra azione pastorale.
Cari don Andrea, don Massimo e parrocchiani tutti, la parabola delle vergini ci ammaestra chiaramente.
Nessuno di noi può presumere di avere un vaso talmente capiente da bastare a sé stesso: i ministri ordinati senza battezzati non possono molto. Ugualmente i battezzati senza ministri. Una parrocchia senza Chiesa diocesana rischia di divenire spesso una mini-pro-loco. Una Chiesa Diocesana senza articolazioni nel territorio e nell’unità pastorale diventa disincarnata, monca. Rischia di vivere per conto suo. Non riesce a maturare un piano pastorale aderente alla realtà e ai bisogni delle persone.
Una presunta autosufficienza ci porta a perdere la fede e l’apertura a Dio. Nessuno viva con l’idea che “tanto ci penseranno gli altri”. Tocca a noi, a ciascuno di noi, secondo la propria vocazione.
Il Signore benedica il tuo ministero di parroco, caro don Andrea. Santa Lucia, che è protettrice della vista, interceda presso Dio, perché doni a te e alla tua comunità di vedere i segni dei tempi. Ti conceda la saggezza di valutarli secondo la mente e il cuore di Dio. Dia a Te e alla tua comunità la forza di attuare vie di nuova evangelizzazione.
Un grazie sincero a don Tarcisio per il suo lungo e generoso servizio presbiterale.
+ Mario Toso