[set 16] Omelia – Entrata di don Mirko Santandrea a Marradi

don mirko marradi
16-09-2023

Marradi 16 settembre 2023.

Cari fratelli e sorelle, nella messa prefestiva di questo sabato si compie nella vostra comunità un evento importante. L’avvicendamento nel ministero di parroco tra don Montuschi Pellegrino, destinato ad essere vicario parrocchiale della comunità parrocchiale di san Giuseppe artigiano a Faenza e responsabile della Casa del clero, e don Mirko Santandrea, già parroco di Fognano, di Poggiale, di Casale Pistrino, amministratore parrocchiale di san Giovanni Battista in Ottavo e di san Cassiano. Don Mirko diventa parroco di Marradi, amministratore parrocchiale di S. Adriano, di san Martino in Gattara, continuando ad essere amministratore parrocchiale di san Cassiano ove, con il concorso della parrocchia, è riuscito a ristrutturare la canonica come luogo di ospitalità per gruppi. Con l’elenco delle nuove responsabilità pastorali di don Mirko si delinea difronte a voi, cari Christifideles laici, care associazioni, aggregazioni e movimenti ecclesiali, cari consacrati e consacrate della Comunità del Sasso,  monache Domenicane della Ss.ma Annunziata, un territorio vasto affidato alla vostra cura missionaria. Tutto il popolo di Dio, qui rappresentato ma dislocato fisicamente in diverse aree, in forza del Battesimo, annuncia il Vangelo. È popolo in cammino verso Dio. Ha le sue radici nella Trinità, ma ha la sua concretezza storica in un popolo pellegrino ed evangelizzatore. La sua anima, che tutti unisce in un Corpo solo, è costituita dalla comunione con Cristo, il missionario per eccellenza, Verbo di Dio incarnato nella storia degli uomini perché tutti vivano con il suo amore.

In seguito allo spopolamento, all’inverno demografico e alla diminuzione dei presbiteri, il volto delle comunità cristiane sta sensibilmente mutando. La parrocchia è chiamata a mostrare grande plasticità, assumendo forme diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del pastore e delle comunità stesse. La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del «si è fatto sempre così». Tutti siamo chiamati ad essere audaci e creativi ripensando gli obiettivi, le strutture, gli stili e i metodi evangelizzatori delle nostre comunità. Un tale ripensamento avviene entro il cammino sinodale su cui stiamo riflettendo in questo tempo. Camminare da soli, in ordine sparso, porta alla disgregazione e alla frammentazione. Per esser realmente Chiesa i vari carismi, le varie ricchezze particolari vanno poste al servizio della comunione e della missione.

Il contesto socioculturale in cui viviamo, caratterizzato da un individualismo postmoderno e globalizzato, chiama tutti ad una nuova evangelizzazione. Il parroco deve sempre favorire la comunione missionaria nella Chiesa in cui è posto come pastore. Nella sua missione deve favorire una comunione dinamica, aperta. Deve stimolare e ricercare la maturazione degli organismi di partecipazione proposti dal Codice di diritto canonico e di altre forme di dialogo e di corresponsabilità che stanno delineandosi, come ad esempio i Gruppi ministeriali (cf M. TOSO, Lettera pastorale per l’anno 2019-2020 Voi siete la luce del mondo) su cui la nostra Diocesi ha già riflettuto e ha predisposto per tempo dei corsi di preparazione.

Caro don Mirko, l’esperienza che hai accumulato in questi anni ti aiuterà in un compito non piccolo. La fortuna di ogni responsabile di comunità dipende, oltre dall’aiuto del Signore, dalla capacità di ascoltare, di scegliersi e di formarsi validi collaboratori-corresponsabili.

Nel rito di insediamento sono rammentate a te e ai Christifidelis laici, come singoli o associati, queste responsabilità fondamentali: crescere come Corpo di Cristo, come tempio dello Spirito santo; rendere viva testimonianza della carità del Signore e del suo Vangelo. Al parroco è in modo particolare chiesto di esercitare la funzione di Cristo capo e pastore in nome del Vescovo; di riunire la famiglia di Dio come fraternità viva per condurla al Padre per mezzo di Cristo. Inoltre, di coltivare nei fedeli il senso di appartenenza alla Chiesa cattolica e la consapevolezza della missione loro affidata: annunciare a tutti gli uomini la salvezza realizzata da Gesù Cristo, il quale come Verbo incarnato è unica garanzia di un’autentica umanità.  Al parroco sono anche affidati i giovani, i bambini, le famiglie, con le quali condividerà la responsabilità dell’educazione alla fede. Inoltre, gli è consegnata la cura dei malati e dei moribondi. Infine, gli è raccomandata la cura dei fratelli e delle sorelle che ci hanno preceduti nel segno della fede e dormono il sonno della pace, attendendo la risurrezione della carne.

Caro don Mirko, tu sai bene che le nostre comunità parrocchiali vivono della Parola di Dio e dell’Eucaristia, Pasqua in Atto. Parola e frazione del pane sono le due esperienze fondamentali attraverso le quali è possibile, per la Chiesa di ogni tempo, incontrare Gesù che si incarna, muore e risorge. Cura, assieme ai catechisti e ai genitori, la catechesi, come responsabilità continua di formazione mediante cui ai fanciulli, ai ragazzi, ai giovani e agli adulti non sono solo consegnati i contenuti della fede ma è insegnato soprattutto un amore tenero e appassionato a Cristo. Senza un tale amore Cristo non è veramente incontrato, amato e vissuto. Il cuore non arde per Lui e non ci si sente suoi. La comunità ecclesiale non è sentita come propria famiglia.

Con le varie componenti ecclesiali incoraggia la Chiesa a non vergognarsi della Croce di Cristo, a camminare nella luce del Vangelo, a non tradire la carità. Senza l’ascolto quotidiano della Parola, disertando la preghiera e la mensa eucaristica, si scivola nella schiavitù degli idoli che rendono inefficace il messaggio del cristianesimo. Lo annacquano in una sorta di religiosità civile e di tradizionalismo insipido, incapace di suscitare una speranza audace e cammini di conversione.

Aiuta, caro don Mirko, le varie componenti laicali a divenire sempre più corresponsabili nella comunità assumendo i vari ministeri che le consentono di essere attiva nell’assistenza, nella distribuzione dell’Eucarestia, nelle attività di culto, nella carità, nella cura degli anziani e delle persone ammalate. Vivi e fai vivere una spiritualità eucaristica, distribuisci il perdono del Signore che fa rinascere le persone come è rinato Zaccheo. Anima le coscienze a costruire una reale sinodalità fatta di tanti passi convergenti, stando a fianco delle persone, vivendo le virtù cristiane. Auguro a te e a questa comunità la gioia di essere di Cristo per sempre come comunità evangelizzata che evangelizza.  Pregate incessantemente per le vocazioni.

                                        + Mario Toso